Napoli, è cambiata la comunicazione dei calciatori: ora c'è una nuova filosofia
Il Napoli sta cambiando pelle, non solo nella rosa, con un tasso tecnico sempre più elevato, ma anche nella comunicazione dei suoi calciatori.

Il Napoli continua a rinforzarsi, con l'obiettivo dichiarato di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. L'arrivo di Kevin De Bruyne segna, con ogni probabilità, l’inizio di un processo di internazionalizzazione del brand azzurro, attirando giocatori di caratura mondiale.
Come ha giustamente osservato la pagina Facebook "La Napoli Bene", per le generazioni nate dopo l'epoca di Maradona e che non lo hanno vissuto - ma lo ha conosciuto solo attraverso i racconti delle sue gesta divine, tramandati da padri e nonni, o qualche video qua e là su YouTube - De Bruyne rappresenta un colpo paragonabile...non tanto per valore tecnico, quanto per portata mediatica e simbolica. Un'operazione resa possibile grazie alla visione e alla gestione oculata del presidente Aurelio De Laurentiis, il quale, mantenendo i conti in ordine e rispettando i princìpi di un calcio pulito, ha portato il Napoli a vincere trofei senza accumulare un solo euro di debito.
Ciò che sembra mutare, insieme all'organico e agli orizzonti del club, è anche il linguaggio dei protagonisti in campo. Prendiamo proprio KDB, che si è presentato con un messaggio chiaro e determinato: "Sono venuto qui perché voglio aggiungere nuovi trofei alla mia carriera". Un'affermazione che ha fatto breccia nel cuore dei tifosi, ma è un mantra che da un po' di tempo circola tra i giocatori già presenti e i nuovi arrivati.
Non si parla più di "provare a vincere", ma semplicemente di "vincere". Un cambio di mentalità significativo, alimentato dal recente passato glorioso: due Scudetti in tre anni, simbolo tangibile di una crescita costante. Una filosofia vincente che mantiene alta la concentrazione e rafforza la volontà di competere ai massimi livelli.
E chissà che questo processo non possa condurre, passo dopo passo, anche alla consacrazione in ambito europeo. Forse un giorno, quel sogno chiamato Champions League smetterà di essere utopia per trasformarsi in realtà.





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