La minusvalenza di Lukaku pianificata nell'ambito del "progetto" Scudetto
La gestione finanziaria nel calcio è un mix di pragmatismo e fiducia nel progetto sportivo: senza rischio, non ci sarebbero successi. De Laurentiis, ancora una volta, dimostra di essere un maestro in questo equilibrio delicato.

Al di là delle dichiarazioni di Antonio Conte, riconosciuto come uno dei migliori allenatori-manager in circolazione (e su questo insisto da tempo), che considera Lukaku un elemento chiave per il suo progetto di vittoria immediata al Napoli, emerge un fatto evidente: sebbene sostenga il contrario, il primo a voler vincere subito non siamo noi tifosi, ma proprio lui.
In questo contesto l’acquisto dell’attaccante belga, dal punto di vista finanziario, porta con sé importanti implicazioni che meritano un’analisi approfondita. Sebbene sia lungi da me entrare nei dettagli tecnici (sono un semplice appassionato annebbiato dal tifo per il Napoli e vorrei che Lukaku segnasse 55 gol!), credo che il mio background autorizzi una riflessione sulla gestione finanziaria dell'asset Lukaku. Probabilmente si tratta di un'operazione che, consapevolmente, genererà una minusvalenza, ma con la precisa intenzione di compensarla con altri ricavi derivanti dal successo finale. Questo evidenzia la fiducia di De Laurentiis, business animal di livello mondiale, nel progetto di Conte.
Vediamo perché.
L'acquisto di Lukaku è costato al Napoli 30 milioni di euro più eventuali bonus. Il pagamento è stato dilazionato in quattro rate, allineate al piano di ammortamento, con un saldo che presumibilmente sarà completato entro dicembre 2025, secondo quanto ipotizzato nei successivi paragrafi.
Tralasciando la parte variabile (bonus), il Napoli utilizza un metodo di ammortamento a quote decrescenti. In altri termini, utilizza un criterio contabile che prevede “il consumo” delle prestazioni di un calciatore concentrato prevalentemente nei primi anni del suo ingaggio. Si tratta di un metodo di ammortamento accelerato che alloca la maggior parte dei costi di un calciatore nei primi anni della sua vita utile.
È come se, acquistando un’auto, ipotizzaste di fare più chilometri (con una maggiore usura del veicolo) nei primi anni di utilizzo, indipendentemente dal costo della benzina (in questo caso, l’ingaggio di Lukaku).
Secondo Calcio&Finanza, le quote di ammortamento per Lukaku sono distribuite come segue:
Primo anno: 50% (15 milioni di euro);
Secondo anno: 30% (9 milioni di euro);
Terzo anno: 20% (6 milioni di euro).
Pertanto la maggior parte dell’ammortamento è concentrato nel cosiddetto “periodo protetto”, che ha una durata di due anni per i calciatori acquistati con 28 anni compiuti e di tre anni per i calciatori con meno di 28 anni all’atto della sottoscrizione del contratto.
Pertanto se Lukaku, alla fine di questo anno, calciatore di 32 anni, dovesse essere ceduto per 16 milioni di euro (ripeto 16 milioni di euro per un calciatore di 32 anni), il Napoli porterebbe a casa una plusvalenza di 1 milione di euro.
Analogamente, evento molto più probabile, se al termine del secondo anno - già ammortizzato per 24 milioni (15+9) - fosse venduto, a 33 anni, per 7 milioni (!!!), il Napoli porterebbe a casa la stessa plusvalenza di 1 milione.
L’ammortamento “a quote decrescenti” permette, normalmente, di limitare l’esposizione in bilancio di ingenti minusvalenze, successivamente al termine del “periodo protetto”. Mi sembra un criterio corretto e coerente con la vita utile economico-tecnica di un calciatore: secondo logica il “consumo” delle prestazioni di Lukaku, dovrebbe essere maggiore all’inizio del suo contratto o alla fine?
Tuttavia, se quelle prestazioni, pur funzionali al “progetto finale”, non fossero consumate secondo le aspettative – utilizzando la metafora dell’autovettura, se Lukaku non percorresse i chilometri previsti – il costo (ammortamento) iscritto a bilancio risulterebbe ben superiore all’effettivo utilizzo dell’asset Lukaku.
Se consideriamo poi anche lo stipendio di Lukaku, in azzurro, l’attaccante classe 1993 percepirà 6 milioni di euro netti a stagione per un totale di tre anni. Operazione che avrà i benefici del Decreto Crescita e che permetterà al Napoli di risparmiare sullo stipendio lordo di Lukaku che sarà così pari a 7,86 milioni. Considerando quindi ammortamento e stipendio lordo, Lukaku inciderà sul bilancio del Napoli:
2024/25 – per 22,86 milioni di euro
2025/26 – per 16,86 milioni di euro
2026/27 – per 13,86 milioni di euro
E secondo voi, per quale motivo Aurelio De Laurentiis, così come qualsiasi imprenditore efficiente, si è lasciato convincere nonostante fosse molto probabile andare incontro ad una minusvalenza?
Per due ragioni.
La prima è legata alla modalità di pagamento. Aver collegato le quattro rate di pagamento previste al piano di ammortamento garantisce una regola fondamentale della gestione del debito aziendale (Lukaku è stato acquistato facendo un debito con il fornitore Chelsea): la duration matching.
A tal proposito occorre distinguere la durata fisica di un bene (ossia il numero di anni di integrità e di funzionamento del cespite Lukaku, detta anche senescenza) dalla durata economica (ossia il tempo di effettiva utilità del bene, detta anche obsolescenza, influenzato dal progresso tecnologico che potrebbe quindi rendere superato un bene anche se ancora integro o funzionante)
La durata di un debito, secondo uno schema prudenziale adottato anche dalle banche, dovrebbe essere parametrato alla durata economica (non fisica) del bene e pertanto, in caso di incertezza, si utilizza il cosiddetto positive duration gap, ossia tagliando il 20% della durata economica.
Ad esempio, se un macchinario si presume possa essere effettivamente utilizzato per 8 anni, e’ opportuno stipulare un mutuo a 6,5 anni [8-(20%*8)].
Quindi corretto dal punto di vista finanziario pagare il cespite Lukaku in 4 rate della durata massima di due anni e mezzo [3-(20% *3)]
La seconda ragione è invece meno complessa dal punto di vista tecnico e più o meno si basa su questo ragionamento che ipotizzo abbia fatto mister Conte: “Comprami Lukaku, non ti preoccupare della minusvalenza che il Napoli realizzerà perché ti faccio vincere lo scudetto e recuperi quella perdita con tanti, tanti ricavi derivanti dal successo finale”.
Fantafinanza? Semplicemente simulazioni che tengono conto del rischio di impresa che, se fosse una equazione perfetta (per quanto calcolato è pur sempre presente), farebbe di noi tanti Elon Musk.





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