Da tirchio a spendaccione, da incompetente a stratega. Imperatore: "Il mio conto finale per chi criticava ADL"
Il mercato estivo del Napoli è terminato, Aurelio De Laurentiis ha rivoluzionato la squadra azzurra con degli esborsi molto alti. L'analisi di Vincenzo Imperatore per AreaNapoli.it.

"Il conto, per cortesia?” Come promesso, al termine di questa sessione di mercato e riorganizzazione aziendale, presentiamo il conto a chi ha avanzato, con o senza pregiudizi, riserve sulle politiche di gestione della SSC Napoli. A chi diceva “Pappò, cacce ‘e sorde”, ricordiamo che tra staff tecnico e dirigenziale sono stati investiti in questa sessione oltre 150 milioni di euro (nella top 10 delle squadre europee più spendaccione). Inoltre, spesso si sottovaluta che la cifra complessiva investita in calciatori dal 2009 al 2024 ha raggiunto circa 1,3 miliardi di euro!!! Non sono mancate, inoltre, in questa sessione, conferme delle astute mosse di ingegneria finanziaria, come l’operazione Lukaku (pagamento in 5 rate per un calciatore di 31 anni) e quella relativa a Osimhen (prestito del giocatore con stipendio pagato dal Galatasaray e subordinato al prolungamento del contratto di un anno).
A chi diceva “Presidè vuoi comandare solo tu e fai errori perché non capisci nulla di calcio”, ricordiamo che, dopo aver ammesso gli errori dell’anno scorso (solo gli imprenditori illuminati sanno riconoscere i propri sbagli), il presidente ha utilizzato lo strumento della delega totale per ridisegnare l’organigramma della società. Ciò ha portato alla istituzionalizzazione dei diversi ruoli ed esperienze che contribuiscono a costruire il network organizzativo, un passaggio cruciale per legittimare una leadership aziendale assolutamente inedita rispetto al tradizionale modello dinastico-industriale. È importante sottolineare che la delega data a Manna e a Conte non è una delega operativa (“fammi queste fotocopie”), ma una delega decisionale, focalizzata sui risultati e sul processo. Le persone hanno la libertà di raggiungere gli obiettivi usando i metodi che ritengono più opportuni. Questo tipo di delega non è certamente naturale per Aurelio De Laurentiis e, per la sua attuazione, sta richiedendo un forte investimento iniziale in termini di risorse psico-emotive, finanziarie e di tempo.
A chi diceva, passando rapidamente dalla narrazione del "tirchio" a quella dello "spendaccione", “Preside’, fai attenzione che qui ci accappottiamo”, ricordiamo che il Napoli ha un bilancio solido e sostenibile, anche dopo gli ingenti investimenti fatti finora. Non entriamo nei dettagli dei numeri (lo facciamo settimanalmente su queste colonne), ma invitiamo i manager finanziari improvvisati a rileggere le nostre analisi. In ogni caso, se volessimo sintetizzare, il Napoli potrebbe andare in leggera difficoltà finanziaria solo se non riuscisse a qualificarsi per la Champions League anche nella stagione 2024-2025.
A chi diceva che, partecipando alla presentazione del libro di un procuratore, “Aurelio stai scendendo a compromessi con chi non fa gli interessi del Napoli”, rispondiamo che il più grande successo degli ultimi due mesi è proprio il messaggio che il Napoli, cioè ADL, ha lanciato ai procuratori: i contratti si rispettano, e negli affari è necessario essere determinati ma leali. Il club partenopeo, forte della sua solidità finanziaria (dove sono ora quelli che dicevano “ma che ce ne fotte dello scudetto dei bilanci”?), ha dimostrato di saper resistere alle pressioni del mercato, rifiutando di svendere i propri giocatori o cedere a ricatti da parte dei procuratori. In un calcio italiano ancora fortemente ancorato al passato, la lezione del Napoli e di De Laurentiis rappresenta un esempio di modernità e visione a lungo termine. È la dimostrazione che la lealtà e il rispetto degli accordi possono coesistere con l’ambizione e il successo, e che un nuovo modo di fare calcio è possibile anche in un contesto che spesso sembra resistere al cambiamento. Un’ennesima lezione al preistorico calcio italiano.
Preparate il silenzio: è l’unica moneta per pagare il conto.





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