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Ziliani: "Moggi tra 1994 e 2006 era il presidente ombra della FIGC"

Il giornalista Paolo Ziliani ha parlato del campionato italiano soffermandosi su un aneddoto storico che coinvolge sempre la Juventus.


RedazioneRedazioneTestata giornalistica

01/08/2025 14:02 - Interviste
Ziliani: Moggi tra 1994 e 2006 era il presidente ombra della FIGC

Paolo Ziliani, attraverso il suo profilo X, ha messo in evidenza un aneddoto storico sulla Serie A: "Correva l'anno 1961 e Umberto Agnelli, presidente FIGC, fece rigiocare Juventus-Inter sospesa per invasione di campo e vinta dall'Inter a tavolino. Per protesta Moratti mandò i ragazzini, finì 9-1".


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"Al Comunale di Torino i tifosi bianconeri entrati a migliaia sfuggendo ai controlli non potendo trovare posto in tribuna si rovesciarono a bordo campo: l'arbitro Gambarotta fu così costretto a sospendere il match e l'Inter, come da prassi, ebbe partita vinta 2-0 a tavolino. Ma la Juventus del presidente Umberto Agnelli presentò ricorso alla FIGC del presidente Umberto Agnelli e Umberto Agnelli ne ordinò la ripetizione: e fu subito bufera".


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"Come chi mi segue sa, mi è capitato spesso occupandomi di calcio di dover correggere e trasformare l’acronimo FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) in FJGC (Federazione Juventina Gioco Contaminato). La subalternità che l’ente federale ha sempre mostrato nei riguardi della Real Casa coprendone le malefatte o colpendola con sanzioni ridicole quando l’evidenza dei comportamenti illeciti di Madama era tale da rendere inevitabili inchieste e processi, è un fil rouge che ha attraversato i decenni e che ha toccato il culmine negli anni di Calciopoli quando Luciano Moggi - furono i giudici a dirlo - vestì i panni del vero padre padrone della FIGC muovendo i suoi dirigenti e i suoi funzionari come tanti burattini al servizio degli interessi della Juventus".

"Ma se Moggi negli anni a cavallo tra i due secoli, dal 1994 al 2006, in FIGC era il presidente ombra, quello che si muoveva dietro le quinte tramando e complottando all’insaputa dei più, ci fu un momento in cui questo avvenne alla luce del sole: un intermezzo durato due anni, dal 10 agosto 1959 al 7 agosto 1961, nel corso del quale sulla poltrona di presidente federale venne insediato in piena ufficialità il presidente della Juventus, l’allora giovanissimo (24 anni al momento della nomina) Umberto Agnelli fratello minore dell’Avvocato: un po’ come se oggi Marotta, presidente dell’Inter, fosse anche presidente federale; come se De Laurentiis, presidente del Napoli, fosse anche il numero uno della FIGC".

"Ebbene: bastarono due anni al rampollo della famiglia Agnelli per architettare e mettere a segno il colpo dei “soliti noti”, la sconcezza delle sconcezze, la madre di tutti gli scandali del calcio italiano...". Ha concluso Ziliani.


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