Non solo Mainoo (seguito dal Napoli), allo United scoppia la bomba Fernandes: "Ferito e triste"
Il Manchester United da anni non riesce ad essere competitivo, anche in questa stagione il percorso in campionato non è per niente esaltante.

Nel Manchester United non c'è la serenità giusta ormai da tempo. E i risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti da diverse stagioni. In Premier, per ora, la squadra di mister Ruben Amorim è sesta e a ben 10 punti di ritardo rispetto alla capolista Arsenal.
Tensione in casa United
Anche la questione calciomercato entra nel vivo con alcuni calciatori che non sono felici e vogliono andare via, tra questi Kobbie Mainoo che avrebbe già aperto al passaggio al Napoli di Antonio Conte. In squadra, però, è scoppiata un'altra bomba che riguarda uno degli uomini simbolo, ovvero Bruno Fernandes. Il centrocampista portoghese ha ammesso di essersi sentito “ferito” dal Manchester United dopo che il club gli ha presentato la possibilità di un trasferimento nella Saudi Pro League nell’estate del 2025.
Le parole di Bruno Fernandes
Il club ha fatto capire al proprio capitano le intenzioni, ma senza comunicarglielo direttamente. Ai microfoni di Canal 11, l'ex Sampdoria e Novara si è sfogato: "Avrei potuto fare come fanno in tanti e dire: "Voglio andar via, basta non voglio più allenarmi". O dire: "Voglio partire per 20 o 30 milioni, perché dall’altra parte mi pagano di più". Ma non l’ho mai fatto. Mai mi sono sentito nella posizione di agire in questo modo perché ho sempre percepito che l’empatia e l’affetto che avevo per il club fossero reciproci. È arrivato però un momento in cui i soldi per loro sono più importanti di tutto il resto".
"Il club voleva che me ne andassi, mi è chiaro - ha aggiunto Fernandes - l'ho ribadito anche ai dirigenti, ma non hanno avuto il coraggio di prendere quella decisione. Se ho deciso di restare è per motivi familiari e perché davvero questo club. Anche il confronto con Amorim è stato determinante per la mia scelta. Però dal club ho avuto la sensazione che nella loro testa era un: "Se te ne vai, per noi non è un grosso problema". Mi ha fatto molto male. Più che ferirmi, mi rende triste, perché sono un calciatore sul quale non c’è nulla da criticare: sono sempre disponibile, gioco sempre, bene o male che vada. Do tutto me stesso. E poi guardi intorno a te e vedi giocatori che non danno lo stesso valore al club, che non lo difendono allo stesso modo… E questo ti rende triste", ha concluso.
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