Mazzarri: "Lindstrom come Kvara", il Match Analyst: "O è pre-tattica, o confusione totale"
Il Match Analyst Alessandro D'Aria ha commentato ai nostri microfoni le parole di Mazzarri sulla questione Lindstrom / Kvaratskhelia.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione di Napoli-Genoa, il tecnico azzurro Walter Mazzarri è stato interrogato tra l'altro su Lindstrom, il quale continua ad avere poco, se non addirittura pochissimo spazio per giocare. Il punto di vista di Mazzarri è stato questo: "Poco spazio per Lindstrom? Se dovesse giocare, chi levo? Il suo ruolo è perfettamente quello che ricopre Kvara", ha detto Mazzarri, paragonando quindi il ruolo ed il modo di giocare del danese a quello del georgiano.
"E' un giocatore che deve trovare ancora una sua dimensione precisa", ha continuato sull'argomento il 62enne allenatore toscano. "Siccome c'è Kvaratskhelia non è facile farlo giocare, per cui sto cercando di metterlo in qualche altra posizione per dargli maggiore spazio", le parole di Mazzarri sulla questione Lindstrom, per la quale ci stiamo battendo ormai da mesi e, con tutto il dovuto rispetto, abbiamo non poche perplessità sulle idee del mister.
Allo scopo abbiamo contattato Alessandro D'Aria, Match Analyst ed editorialista di AreaNapoli.it, per chiedergli un parere sullo specifico argomento su cui stiamo ormai combattendo una vera e propria crociata: "Credo che, a meno che non si tratti di pre-tattica ("arma" ormai superata in questo calcio contemporaneo, già da un po'), siamo ormai in confusione totale. Lo dico con rammarico, ma non è possibile continuare a sentir parlare di ruolo al cospetto di calciatori moderni, dal gioco fluido, come appunto Lindstrom. E' limitativo in questi casi parlare di ruoli, a questo tipo di giocatore la definizione di ruolo sta molto stretta e, in generale, oggi si parla sempre meno di specialisti e sempre più di funzioni e compiti che un elemento deve avere all'interno di una contesa. Oltretutto i due giocatori, Kvara e Lindstrom, parlano lo stesso linguaggio moderno e il fatto stesso che il tecnico livornese voglia rivendicare come suo il tentativo di trovargli una diversa sistemazione in campo, purtroppo conferma la mia impressione: è una visione del calcio superata e limitativa nei riguardi di un talento naturale come il danese. Così come, dal mio punto di vista, il continuo cambio dei sistemi di gioco oltre a mandare in crisi i calciatori non consente di acquisire identità e autostima, oltre che convinzione in quello che si è", ha detto D'Aria.
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