Logo AreaNapoli.it

Bove: "In ambulanza ero indemoniato, volevo mordere tutti. Sapete chi mi ha chiamato?"

"Non sentivo il cuore battere di più. Pensavo fosse dovuto all'alimentazione, non sentivo in petto niente", ha raccontato il mediano viola.


Luca CirilloLuca CirilloGiornalista

17/03/2025 18:05 - Interviste
Bove: In ambulanza ero indemoniato, volevo mordere tutti. Sapete chi mi ha chiamato?

Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina che ha accusato il malore in campo durante una partita con l'Inter, si racconta nel podcast di Gianluca Gazzoli "Passa dal BSMT". Ecco alcuni passaggi riportati da calciomercato.com: "Il defibrillatore non ti consente di fare un determinato sport a livello agonistico, non di non avere il certificato agonistico".


PUBBLICITÀ

Ed ha aggiunto: "Naturalmente per la legge italiana giocare col defibrillatore non è consentito, quindi nel caso mantenessi il defibrillatore non potrò giocare. All'estero se firmi ti prendi la responsabilità. Avrò da fare delle visite importanti che mi diranno se ci fosse una possibilità di toglierlo e che controlli devo fare. Non mi precludo niente. Alla fine conta la mia salute mentale, perché se io non mi sento sicuro senza defibrillatore si parla del niente".


PUBBLICITÀ

"Ancora non ho avuto una diagnosi vera e propria e questo è quasi peggio per me, vivo nell'incertezza e tra alti e bassi. Un giorno sto bene, un giorno dopo arriva il risultato di una visita. Per me il calcio è sempre stata la mia strada. Adesso sto iniziando a vivere possiamo dire, perché vivo una vita completamente differente. È bello perché ho più libertà ma allo stesso tempo sento di non essere più l'Edoardo di prima. Proverò a iniziare di nuovo a giocare, lo devo alla mia famiglia e ai sacrifici che ho fatto, ma anche per l'età che ho. Ovviamente devo avere l'ok dei dottori”, ha continuato.

Su quel che è accaduto dopo: "Rivedere quelle immagini è la prima cosa che ho fatto quando mi sono svegliato, perché non capivo. Inizialmente non mi davano fastidio, ora riguardarmi dopo un po' di tempo mi dà più fastidio. Nel rivedere l'episodio mi sembra di fare dei passi indietro nel mio percorso mentale e mi escono delle domande capricciose, come perché io non posso giocare e gli altri sì. Poi non metto in dubbio di essere fortunato, anzi l'ho realizzato subito perché ho capito realmente quanto si sono spaventati tutti. Dopo però ti senti anche in colpa quando ti fai questo tipo di domande. Non so spiegarmelo, fa parte del percorso".

Sui ricordi: "Mi ricordo anche le azioni che sono successe prima. Mi ricordo di quel quarto d'ora. Quando Lautaro ha segnato e hanno annullato il gol sentivo già la testa girare. Ma non sentivo il cuore battere di più. Pensavo che fosse dovuto all'alimentazione, non sentivo in petto niente. Mi sono accasciato per far finta di allacciarmi le scarpe per cercare di capire. Quando mi sono rialzato sono andato giù. Non ho sentito niente al petto, infatti è una cosa che mi hanno chiesto anche i dottori. So che per ogni persona è diverso, io non ho avuto nessuna avvisaglia da parte del mio cuore. Mi sono svegliato che non ricordavo niente, pensavo di aver fatto un'incidente. Mi hanno detto che in ambulanza ho fatto un bel casino dopo che mi hanno rianimato. Cercavo di mordere tutti, ero indemoniato ma non mi ricordo niente di questo. Le prime persone che ho visto sono stati i miei familiari, ma non ricordo di averli visti. La cosa incredibile è come il nostro cervello tenga a fare un processo isolato da solo, facendoti dimenticare determinate cose".

Sulla fortuna: "Tralasciando le varie patologie, è una cosa elettrica alla fine, perché il cuore si ferma. Siamo dipendenti da chi ci cammina accanto, perché se cammini per strada e la persona che hai di fianco sa fare un primo soccorso ti salva la vita. Poi servono anche i defibrillatori a giro. Sono grato per come sia andata, perché nella tragedia stavo al posto giusto al momento giusto. A me è accaduto nel momento della partita, se ero per conto mio magari andava diversamente. Mi sento davvero fortunato".

Infine sulla telefonata ricevuta: "Mi ha chiamato subito Eriksen, non lo conoscevo. È stato carino, mi ha dimostrato subito la sua vicinanza. Alla fine c'è una sorta di vicinanza per quello che uno vive. Mi ha detto che la prima cosa ora è stare tranquillo, riposarmi e stare con la mia famiglia".


PUBBLICITÀ

Condividi questo contenuto

Luca CirilloLuca Cirillo
Giornalista dal 2010, ha lavorato per Il Roma. Da vicedirettore ed inviato di giornali online, ha seguito il Napoli in giro per l'Europa. È autore e conduttore di programmi su Radio Amore e collabora con alcune riviste.

ANNUNCI SPONSORIZZATI
Guarda suGuarda su YouTube
ANNUNCI SPONSORIZZATI
Ultimissime notizie
Logo Inter Inter24
Logo Roma Roma24
Logo Milan Milan22
Logo Napoli Napoli22
Logo Bologna Bologna21
Logo Juventus Juventus19
Logo Como Como18
Logo Sassuolo Sassuolo16
Logo Lazio Lazio15
Logo Udinese Udinese15
Logo Cremonese Cremonese14
Logo Torino Torino14
Logo Atalanta Atalanta13
Logo Cagliari Cagliari10
Logo Lecce Lecce10
Logo Pisa Pisa9
Logo Parma Parma8
Logo Genoa Genoa7
Logo Verona Verona6
Logo Fiorentina Fiorentina5
Prossima partita del Napoli
NapoliNapoli
AtalantaAtalanta
Napoli-Atalanta, i precedenti
Serie A, sabato 22 novembre alle 20:45
PUBBLICITÀ
Notizie più lette