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AIA, Rocchi furioso: "Quando gli arbitri sbagliano lo ammettono, chi altri fa lo stesso?"

Premiato per la sua carriera prima del 23° Memorial Niccolò Galli a Firenze, il designatore difende la categoria dei direttori di gara. 


Luca CirilloLuca CirilloGiornalista

19/05/2025 16:57 - Interviste
AIA, Rocchi furioso: Quando gli arbitri sbagliano lo ammettono, chi altri fa lo stesso?

A novanta minuti dal termine del campionato di Serie A, il designatore arbitrale Gianluca Rocchi, che ha ricevuto a Firenze un premio alla carriera (ha arbitrato per oltre 17 anni) in occasione della presentazione del 23° Memorial Niccolò Galli, torneo di calcio giovanile organizzato nel ricordo del figlio di Giovanni Galli scomparso nel 2001, appena diciottenne, in un incidente stradale, ha fatto il punto della situazione sul versante arbitrale.


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"Se sono soddisfatto della stagione? Non sono abituato a dare giudizi e comunque non ne do, perché questo non è il mio compito e poi perché deve ancora finire il campionato. L'obiettivo è cercare di fare bene, siamo l'unica categoria che mette in piazza gli errori. Ieri sera ero a Milano alla sala Var e adesso ritorno subito a Milano per registrare Open Var in cui faremo vedere gli episodi delle ultime settimane - ha spiegato il designatore arbitrale - proprio perché, se anche c'è un errore, lo mettiamo tranquillamente a disposizione di tutti. Non so quante categorie sono così aperte, così pronte ad ammettere l'errore, sembra che per noi sia dovuto farlo''.


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Rocchi è visibilmente stanco per le troppe polemiche, ma ricorda con nostalgia la sua carriera di arbitro: ''Mi mancano le sensazioni che provavo quando ero in campo. Allora mi divertivo, adesso lo stress è sicuramente maggiore e faccio tutto tranne che divertirmi. Mi vedete sereno? Credo la serenità uno la debba esprimere, perché quando tu lavori e dai il massimo, tutto quello che succede dopo non dipende più da te. Io ho sempre lavorato così in campo, davo il massimo, poi quello che potevo fare lo facevo, dove non potevo arrivare non arrivavo. Nella vita faccio così, altrimenti diventi matto". 

Poi sulle aggressioni agli arbitri: "Adesso parlo da genitore e quelle rare volte in cui vado a vedere mio figlio arbitrare, e non ci vado quasi mai perché sennò sto male, mi rendo conto che non è semplice convincere un ragazzo, ma soprattutto la famiglia, a mandare un ragazzo a fare un'attività che è formativa al massimo ed è bellissima, ma dove ancora oggi ci sono situazioni in cui siamo in venti contro uno, che è una cosa bruttissima. Le scene di aggressioni ad arbitri che abbiamo visto di recente in qualche video sono agghiaccianti".


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Luca CirilloLuca Cirillo
Giornalista dal 2010, ha lavorato per Il Roma. Da vicedirettore ed inviato di giornali online, ha seguito il Napoli in giro per l'Europa. È autore e conduttore di programmi su Radio Amore e collabora con alcune riviste.

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