Come battere il Qarabag di Gurbanov, reincarnazione del calcio "sovietico"
Alla scoperta del Qarabag di Gurban Gurbanov. La squadra azera affronta il Napoli nella quinta giornata di Champions League.

Il Qarabag, prossimo avversario del Napoli in Champions League, e il calcio azero in generale, devono molto alla figura di Gurban Gurbanov, ex attaccante dalle discrete doti realizzative, che dopo il ritiro, ha iniziato prima come direttore sportivo all’Inter di Baku, per poi avviare la carriera da allenatore del Neftci Baku tra il 2006 e il 2007, e soprattutto dal 2008 ad oggi è alla guida del Qarabag FK, uno dei club più importanti dell’Azerbaigian. Ha anche allenato la nazionale azera dal 2017 al 2018, in parallelo con il suo ruolo al Qarabag alla guida del quale ha vinto numerosi titoli in Azerbaigian (campionati nazionali e coppe), portando il club a ottenere visibilità europea grazie alle prestazioni in competizioni UEFA (Champions League, Conference League).
Alla scoperta del Qarabag di Gurbanov
Il suo Qarabag è noto per un calcio relativamente fluido, con passaggi corti, buona costruzione e movimento tra i reparti. Nella sua visione, fiducia, stabilità e lavoro duro sono elementi fondamentali per costruire una squadra competitiva, che possa trasmettere un’identità nazionale attraverso il club, contribuendo a elevare il profilo del calcio azero a livello europeo. La sua leadership è vista come simbolo di stabilità. Il sistema di riferimento di Gurbanov è il 4-2-3-1 molto europeo, basato sul possesso e movimenti codificati.
PRINCIPI DI GIOCO
La squadra azera ama la costruzione dal basso che inizia quasi sempre dal portiere e, spesso, con la classica uscita “lavolpiana” in cui i due centrali si aprono e il mediano si abbassa per una costruzione a 3, mentre i terzini salgono presto per dare ampiezza. L’Obiettivo è quello di attirare la pressione e giocare verticalizzazioni rapide alle spalle della prima linea. In buona sostanza, una squadra paziente, ma capace di accelerare immediatamente. Grazie al suo modo di sviluppare non è una squadra che affida tutto al centravanti, ma i gol sono distribuiti, grazie alla partecipazione collettiva.
STRUTTURA DIFENSIVA
La struttura difensiva è caratterizzata da blocchi medi o medio-alti, linea difensiva molto compatta orizzontalmente, con i terzini molto disciplinati che raramente si fanno sorprendere alti contemporaneamente. Quando costretto a difendersi basso, diventa un 4-4-2 molto rigido.
PRESSING
La gestione del pressing per Gurbanov ha caratteristiche per qualche verso particolari. Quando la squadra è corta il pressing è orientato sull’uomo, ma ha una attivazione insolita: la punta non guida sempre il pressing, spesso il primo a uscire è il trequartista e le transizioni difensive sono molto rapide mirando all’ immediatezza nella riaggressione nei primi 5 secondi. Gurbanov richiede grande disciplina e corsa: la squadra concede pochi spazi tra le linee.
TRANSIZIONI
Quello delle transizioni è forse l’aspetto più forte del Qarabag di Gurbanov. Nella transizione offensiva, al recupero del possesso si cerca la verticalizzazione immediata, gli esterni che attaccano la profondità, mentre i centrocampisti accompagnano, in quello che appare come un mix di calcio posizionale + verticalità diretta in stile est-europeo. Nella transizione difensiva la squadra è molto preparata: appena perde palla ricostruisce la compattezza, con il mediano che rimane sempre in copertura, elemento fondamentale per assorbire le ripartenze. Ecco perché è difficile trovare il Qarabag scoperto.

Il possibile piano gara di Conte
1. Pressing alto e aggressivo
Mettere pressione fin da dietro (portiere e difensori) nei momenti di impostazione può disturbare la costruzione dal basso del Qarabag, costringendoli a errori o lanci affrettati. Come fece l’Athletic nella gara vittoriosa contro gli azzeri, attuare un pressing alto per chiudere la zona difensiva avversaria può risultare vincente. L’obiettivo è quello di non lasciare che i centrali più il mediano abbiano tempo per organizzare la manovra.
2. Velocità e verticalità nell’attacco
Utilizzare un attacco rapido con giocatori che sanno attaccare la profondità può essere molto efficace: la squadra di Gurbanov può concedere spazi dietro le sue linee se si alza il pressing o se viene colta alta. Dunque, transizioni rapide dopo il recupero palla, con il lancio per gli esterni veloci / punte in profondità per sfruttare la reazione ritardata della difesa.
3. Sfruttare le palle inattive
Le squadre di Gurbanov – essendo ben organizzate in fase difensiva – possono essere vulnerabili su calci piazzati se si lavora bene su schemi. Occorrerebbe finalmente preparare routine offensive su corner, punizioni laterali e calci da fermo nella zona di pericolo.
4. Controllo e densità in mezzo al campo
Inserire un centrocampo con almeno uno/due giocatori di filtro (mezzali o mediani) che interrompano le combinazioni interne del Qarabag, specialmente quelle tra mediano, trequartista ed esterni, potrebbe causare alla squadra azera non pochi imbarazzi. Se Conte riuscirà a densificare il centro, il Napoli limiterà le “triangolazioni interne” che Gurbanov ama costruire.
5. Difendere compatto e compattezza orizzontale
Evitare di essere troppo espansi: con la squadra compatta orizzontalmente, si possono chiudere gli spazi tra le linee e rendere difficile il passaggio tra centro e attacco avversario.
6. Gestione psicologica e costanza
Gurbanov dà molta importanza alla preparazione mentale: come ha detto, bisogna “essere calmi” anche in confronto a avversari forti. Sfruttare momenti di calo o errori può essere decisivo: non dare tregua e mantenere alta l’intensità per 90 minuti.
7. Sfruttare la fase difensiva alta
Se il Qarabag gioca con una difesa alta (per impostare il possesso), si possono tentare lanci dietro la linea, con punte molto rapide o esterni bravi a ricevere palla tra le linee. Oppure usare ammassi di uomini sulle fasce per creare duelli e sovraccarichi.

CONCLUSIONE
Per battere il Qarabag di Gurbanov occorrerà sfruttare i suoi punti deboli. Servirà un mix di pressione alta, velocità nel contropiede, buona densità a centrocampo e schemi su palle inattive. Non basta solo difendere: bisogna saper essere aggressivi ma anche intelligenti nel non concedere troppo in ripartenza.


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