SOS Napoli, la ricostruzione dei fatti. Conte chiede "aiuto" a De Laurentiis
Il Napoli sta attraversando un momento molto delicato della gestione Conte. Ma cosa sta succedendo in casa partenopea? Proviamo a ricostruire i fatti che hanno portato alla crisi.

Il Napoli di Antonio Conte, giunto probabilmente al punto più basso della parabola della sua gestione, richiede con urgenza l’intervento della proprietà che, come mai accaduto nella sua giovane storia, mai come quest’anno aveva consegnato le chiavi della guida ad un solo condottiero, riconosciuto come principale artefice della conquista del quarto scudetto azzurro. Per molti, ma non per tutti, quanto esternato dal tecnico partenopeo nell’immediato dopo partita di Bologna, si è trattato del classico fulmine a ciel quasi sereno. In realtà, il seme di ciò che sta venendo man mano a galla, era già presente nel recentissimo passato. Basta andare a rileggere, con occhio oggi più consapevole, alcune dichiarazioni recenti del tecnico, parse all’epoca sibilline.
Sos Napoli, la ricostruzione
Era il 2 ottobre scorso quando, durante la conferenza stampa post partita di Champions contro lo Sporting Lisbona, senza essere stato sollecitato sull’argomento, Conte dichiarò testualmente: "Se mando in campo qualcuno è perché ci credo. Marianucci è il futuro del Napoli, così come Ambrosino e Vergara stanno crescendo e devono continuare in questo modo: se giocano, non datemi del pazzo, perché non sarà così". Peccato, verrebbe da dire, che da quel momento in poi né Marianucci, né tanto meno Ambrosino e Vergara, abbiano mai visto il campo. Sembra evidente, dunque, che il messaggio era diretto a qualcuno che, per impegno, convinzione o cuore, non stesse dando il massimo. Da queste colonne, d’altra parte, in data 22 ottobre scorso parlammo della crisi di rigetto della squadra e dello stato di confusione dello staff tecnico, ma anche del pericolo di assistere ad un Garcia 2 per quanto indolente, a tratti svogliata, quasi senza gioco e sempre in ritardo appariva la squadra, che non sembrava voler lottare né soffrire come fatto lo scorso anno. Dello stesso Conte avevamo stigmatizzato l’atteggiamento parso indolente e apatico, proprio come ieri al cospetto del forte Bologna. Aggiungiamo che spesso ultimamente il tecnico salentino ha assunto un atteggiamento dialettico che lasciava intendere come ci fossero comportamenti e individualismi nello spogliatoio fuori luogo. Tuttavia pare complicato orientarsi verso i possibili responsabili o destinatari delle parole, pesanti, del tecnico azzurro, tanto più che a scendere in campo poi sono più o meno sempre gli stessi giocatori.
Non è troppo tardi
A preoccupare, sia chiaro, non è certo la classifica che, almeno al momento, esprime un equilibrio in vetta che aiuta certamente questa fase delicata attraversata dai partenopei. La squadra, anche al netto dei pesanti infortuni, sembra comunque competitiva per quello che sembra un campionato di livello tecnico non eccelso. L’intervento di De Laurentiis, che sarà certamente volto a legittimare e rafforzare ulteriormente la figura dell’allenatore, deve essere risolutivo, ma occorre che il tecnico si riprenda il suo Napoli, anche a costo, come più volte sollecitato da queste colonne, di mettere da parte i cosiddetti senatori, coinvolgendo così una parte della rosa ad oggi ai margini. Non è certo un mistero che elementi come Caprile, Folorunsho, Ngonge, Rafa Marin, e infine gli stessi Simeone e Raspadori, sentendosi poco coinvolti, abbiano chiesto di lasciare Napoli, seppur a malincuore.
Serve massimo impegno dai calciatori
Conte deve imparare a fidarsi di tutta la rosa, anche, e anzi soprattutto, dei nuovi che, tra l’altro, sono costati investimenti ingenti alla società. Se, tra i nuovi o anche tra i senatori, si ha contezza di scarso impegno o di vita poco sana fuori dal campo, che si provveda immediatamente all’allontanamento di questi eventuali elementi dalla scarsa professionalità. Non è più ammissibile vedere in campo gente svogliata o che, come ripetuto più volte, incarna l’atteggiamento borghese avendo riposto l’elmetto di “contiana” ispirazione. Lo si faccia ora che non è troppo tardi, ora che le prime cinque sono tutte in due punti e che, soprattutto, anche in Champions c’è ancora la possibilità di entrare nei play-offs. De Laurentiis lo sa bene e d è per questo che, ne siamo certi, interverrà con scelte pertinenti e, se necessario, anche molto forti.
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