Napoli di Spalletti o Napoli di Conte: qual è la squadra più forte?
In tanti, sui social e non solo, si chiedono quali potrebbero essere i punti di contatto e le differenze tra le due formazioni.

Facciamo subito una premessa: se proprio si vuole fare un paragone tra Luciano Spalletti ed Antonio Conte, bisognerebbe analizzare il primo anno di entrambi sulla panchina del Napoli. Tuttavia, considerando che una parte della squadra di Conte è la stessa che ha vinto lo scudetto, ma con due anni in più sul groppone, un parallelo leggero si può anche azzardare.
Qual è la squadra più forte tra quella di Spalletti nella stagione che porta al tricolore, ovvero 2022-23, e quella attuale di Conte? Se lo chiedono in tanti, soprattutto i tifosi. E' difficile, in valore assoluto stabilire una verità oggettiva anche perché il Napoli che vinse lo scudetto, in quella stagione arrivò ai quarti di Champions League (e ci fu anche la pausa per il Mondiale "invernale"), ma proviamo a valutare le due formazioni titolari e le riserve. Per entrambe il portiere è Meret: con Spalletti, criticato inizialmente, risultò decisivo, e lo stesso è accaduto con Antonio Conte, anche se è ulteriormente migliorato ed ha più esperienza.
In difesa il capitano Di Lorenzo, strepitoso con Spalletti, si sta ripetendo anche agli ordini di Conte: è letteralmente rinato e lo stesso vale per Rrahmani (i due anni in più pesano come resa sul lungo periodo, ma i due anni di esperienza in più aiutano). Per quanto riguarda il ruolo di centro-sinistra, è difficile dire chi è più forte in valore assoluto tra il Kim visto a Napoli e l'Alessandro Buongiorno arrivato quest'anno: entrambi straordinari. Il terzino sinistro, invece, non è più Mario Rui, detto "il professore", ma Olivera, letteralmente esploso e che prima era il sostituto del portoghese. Alle sua spalle c'è Spinazzola, tornato a grandi livelli. Difficile analizzare inoltre i sostituti perché il Napoli di quest'anno fa solo il campionato, ma è evidente che l'esplosione di Juan Jesus (che è arrivato a Napoli grazie a Spalletti) è un valore aggiunto anche quest'anno.
A centrocampo il Napoli di Conte ha ritrovato i meccanismi di gioco su due cardini fondamentali, ovvero Lobotka e Anguissa. Oggi al posto di Zielinski, che aveva Spalletti, c'è lo scozzese McTominay, diventato subito uno degli idoli della tifoseria e un punto fermo della squadra. In attacco Conte ha iniziato con Kvaratskhelia, come Spalletti, anche se i contenuti emozionali di partenza sono totalmente diversi: Kvara con Spalletti aveva tutta la fame e la voglia di dimostrare il suo valore da perfetto sconosciuto, con Antonio Conte era già un campione e arrivava da un mancato rinnovo e da polemiche con la società, e soprattutto da una conclamata voglia di andare al PSG. Conte oggi ha Neres, Lukaku e Politano (che con Spalletti era l'alternativa di Lozano), mentre mister Luciano aveva Osimhen, Kvara, appunto, e Lozano, oltre ad un Elmas tuttofare al pari di Raspadori, che forse ha avuto un ruolo più centrale con Spalletti. E questo vale anche per Simeone.
Il Napoli di Conte ha ritrovato una parte dell'impianto di gioco costruito da Spalletti che a sua volta rispolverò le idee di Sarri (come del resto fece Gattuso), ma naturalmente ha lavorato su nuovi concetti soprattutto in fase difensiva in relazione alla caratteristiche di gioco dei calciatori a disposizione. Forse il Napoli di Spalletti era più bello da vedere sul versante del palleggio e della capacità di trovare soluzioni offensive (grazie alla notevole mobilità di Osimhen), mentre il Napoli di Conte è molto più solido nella fase di non possesso. Dire qual è il Napoli più forte è difficile: la speranza è di fare un confronto a fine anno. E chi vuol capir, capisca...
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