Ziliani: "Marotta e Lautaro lo volevano scaricare, gli hanno mancato di rispetto e poi..."
Paolo Ziliani, giornalista, ha criticato il direttore sportivo dell'Inter Beppe Marotta e Lautaro Martinez tramite un post pubblicato sui suoi canali social.

Si è ripresa l'Inter dopo la sconfitta contro la Juventus in campionato. In Champions, si è riacceso l'entusiasmo dei nerazzurri. Tanto è vero che hanno trovato il successo sul campo complicato dell'Ajax. Paolo Ziliani, giornalista, ha così parlato della squadra nerazzurra tramite un post pubblicato sui suoi canali social.
Ecco le sue parole: "Ma il Calhanoglu dei due gol alla Juve e dei due assist a Thuram ieri contro l'Ajax non è lo svogliato e indesiderato compagno di viaggio che Lautaro e Marotta volevano scaricare?". Poi aggiunge: "In estate capitano e presidente l'avevano dipinto come l'arca dell'infamia; due settimane fa (dopo Inter-Udinese 1-2) tifosi e media ne chiedevano la testa; invece ad aiutare Chivu oggi è proprio lui".
Ha, inoltre, evidenziato: "Il 6 luglio, a calciomercato appena iniziato, c'era la convinzione generale che il tempo di Calhanoglu all'Inter - messo alla berlina senza mezzi termini dal capitano e poi dal presidente del club - fosse arrivato ai titoli di coda. E anche se le cose non erano poi andate così, le offerte dei club di Turchia non avevano soddisfatto Marotta e Hakan si era disciplinatamente presentato alla Pinetina alla ripresa della preparazione, il sentiment del mondo Inter (leggi tifoseria) e non solo (leggi giornali e tv) era chiaro: Calhanoglu era ormai considerato un 'reduce', una presenza scomoda nel gruppo per non dire addirittura inopportuna; e quando non due mesi fa, ma due settimane fa l’Inter era malamente caduta a San Siro contro l’Udinese giocando una partita pessima, sembrava che a giocar male fosse stato solo lui, Calhanoglu. 'Si trascina in campo', 'Indolente e svogliato', 'Senza motivazioni', 'All’Inter ha fatto il suo tempo': questi erano stati i giudizi e le pagelle dei quotidiani sportivi (e non solo sportivi) e dei programmi tv sul conto di Calhanoglu. I giornali sono ancora lì, basta andare a rileggerli".
"Dopodiché cosa succede? Succede che l’Inter scende in campo all’Allianz Stadium per la sentitissima sfida con la Juventus (e con l’AIA), una sfida che alla fine inopinatamente perderà, ma in campo il giocatore che la infiamma, la galvanizza e per ben due volte la porta, con due pregevoli gol, ad annullare lo svantaggio dello 0-1 e dell’1-2 è lui, Calhanoglu: che si fa un mazzo così e tira in porta - e bene come solo lui sa fare - più di Lautaro e Thuram messi assieme".
"E poi succede ancora che l’Inter, ieri, scenda in campo ad Amsterdam per il debutto in Champions League, palcoscenico tutt’altro che facile (vedi lo scivolone evitato in extremis dalla Juventus a Torino col Borussia Dortmund) e vinca sul velluto, col freno a mano tirato e col minimo sforzo: lo sforzo fatto da Thuram per incornare di testa in rete, due volte, una a fine primo tempo, una a inizio secondo tempo, due meravigliose battute da calcio d’angolo firmate Hakan Calhanoglu".
"'Parlo soprattutto della sua maestria nel battere i calci da fermo, e cioè i calci d’angolo e i calci di punizione, che per l’Inter per quattro anni hanno avuto la valenza di tanti mezzi rigori: i gol segnati dai nerazzurri, specie di testa, sfruttando le parabole tese, tagliate e letali delle battute di Calhanoglu non si contano', scrivevo appunto a inizio estate, sbalordito e allibito per la leggerezza, la faciloneria e la sventatezza con cui tutti, da Marotta a Lautaro, dai media all’ultimo dei tifosi, sembravano desiderosi di liberarsi al più presto del fastidioso incomodo rappresentato dal giocatore turco".
"In realtà di Calhanoglu in giro per l’Italia e per l’Europa non ce ne sono tanti: e la mancanza di rispetto mostrata nei suoi confronti da tutti, a cominciare dal capitano del’Inter Lautaro e dal presidente Marotta, a dir poco irriconoscenti verso quel che in tanti anni Calhanoglu aveva dato alla squadra e irrispettosi verso il suo valore che in assoluto è altissimo (chi l’ha detto che sia stato Lautaro, e non Calhanoglu, l’uomo più importante dell’Inter nei quattro anni di Simone Inzaghi a Milano?), la mancanza di rispetto avuta nei suoi confronti, dicevo, è davvero senza scusanti".
"Se c’è un giocatore che sta facendo di tutto, oggi, per atteggiamento, serietà e rendimento in campo per aiutare il povero Chivu a uscire dalle secche del varo del nuovo cervellotico progetto (nemmeno suo: il progetto è di Marotta), questi è Calhanoglu. Che avrebbe avuto invece tutti i motivi per dire al suo capitano e al suo presidente: avete voluto togliermi la bicicletta? Okay: adesso pedalate voi".





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