Ziliani: "Juve, storia di un mostro creato in laboratorio: quel che nessuno vi racconterà mai"
Paolo Ziliani nel suo editoriale su X ha messo in evidenza la spinosa situazione della Juventus Next Gen rivelando alcuni aneddoti inediti.

Paolo Ziliani, giornalista del Fatto Quotidiano, nel suo editoriale su X, ha messo in evidenza la "miniera d'oro" della Juve Next Gen e quel che nessuno vi racconterà mai: "Storia di un mostro creato in laboratorio col placet del Palazzo. Nel 2020 la Juventus Under 23 era costata 39 milioni contro i 3,5 di tutti gli altri 59 club di C messi assieme. Il dirigente Bertola: "È un carrozzone: giocatori presi a prezzi belli alti che ci cubano". Le plusvalenze selvagge fatte da Paratici che toglievano il sonno a Cherubini: "Ma tu non capisci un cazzo - gli diceva il d.g. -: vendere a 4, vendere a 10, non è un problema". “Miniera d’oro”, titola oggi la Gazzetta dello Sport (ma i titoloni e i peana si sprecano ovunque) che celebra le cessioni dei giovani bianconeri Soulè alla Roma per 25 milioni più 4 di bonus e di Huijsen al Bournemouth per 15 milioni più 3 di bonus alla stregua di un trionfo della Juventus in Champions League. “Iling, De Winter & Co: in due mesi cessioni per oltre 87 milioni. Sono sei gli ex Under 23 ceduti nel 2024, così i bianconeri fanno cassa per il mercato”. E ancora: “La squadra iscritta in Serie C è nata nel 2018 e in sei anni si sprecano ormai i precedenti di giocatori maturati in quella che inizialmente veniva chiamata Juventus Under 23 e poi ceduti per diversi milioni di euro (…). Se soltanto una parte dei tifosi segue con costanza le gesta della squadra B, nessun appassionato di fede bianconera può ignorare quanto l’incubatrice dedicata allo sviluppo dei giovani talenti stia aiutando la prima squadra”.
"Come no! Anche se a dire il vero l’incubatrice, più che aiutare la prima squadra, ha aiutato gli spericolati (e poi squalificati) dirigenti bianconeri dell’allegra era dei 9 scudetti consecutivi vinti col motore truccati; i dirigenti sorpresi poi con le mani nella marmellata, fatti fuori dalla stessa proprietà Exor e sui quali pende oggi la richiesta di rinvio a giudizio in campo penale da parte della Procura di Roma; i dirigenti che allestirono la meravigliosa Creatura - l’incubatrice - al precipuo scopo di realizzare decine, anzi centinaia di milioni di plusvalenze fittizie o di cessioni a prezzi gonfiati alle tante società del sottobosco dei club succursali (preciso subito: non sono io a dirlo, lo hanno detto, anzi lo hanno scritto i magistrati della Procura di Torino nelle 17 mila carte dell’Inchiesta Prisma passata ora nelle mani della Procura romana) che in una corrispondenza di amorosi sensi per certi versi toccante accompagnarono la Juventus di Agnelli e Marotta prima e di Agnelli e Paratici poi nella cavalcata trionfale verso i 9 scudetti vinti ininterrottamente dal 2012 al 2020".
"Per quanto tema marginale rispetto agli svariati, gravi e reiterati illeciti e/o reati commessi dalla Juventus negli anni della grottesca (per ciò che le fu consentito fare) gestione-Agnelli, della nascita e dell’utilizzo fatti da Madama della sua squadra Under 23, poi ribattezzata Next Gen, ho riferito in modo dettagliato e documentato nel libro “Juventopoli” scritto con Maurizio Pistocchi e uscito per l’editore Piemme nel luglio scorso. La cosa che più mi colpì, quando scoppiò lo scandalo che lunedì 28 novembre 2022 spazzò via con la potenza di uno tsunami Agnelli e l’intero Cda juventino, fu che il giorno prima (avete letto bene: 24 ore prima) il presidente FIGC Gravina e il presidente della Lega Serie A Casini erano seduti, o meglio genuflessi accanto ad Agnelli nella sala conferenze dell’Allianz Stadium di Torino per tributargli onori e scappellamenti in occasione del “Next Gen Day”, una tavola rotonda sull’importanza delle seconde squadre organizzata dalla Lega Pro. Se non avete letto il libro “Juventopoli” nel quale, ripeto, le rivelazioni sulla Juventus Under 23 sono una minuzia irrilevante rispetto al disvelamento della gamma di malefatte commesse dal club per anni con la benedizione del Palazzo, e se solo conoscete un po’ chi sono io e come lavoro, vi consiglio di acquistarlo e di leggerlo: sarà istruttivo. Ma intanto ve ne do qui una piccola anteprima. Per chiarire meglio che cos’era, e per certi versi è ancora, la “Miniera d’oro” della Juventus".
“Incurante del gigantesco scudetto tricolore con il numero 38 incastonato che incombe sulla sua testa mentre varca i cancelli dell’Allianz Stadium di Torino, il presidente federale Gabriele Gravina, domenica 27 novembre 2022 (fate attenzione alla data), si accomoda sul palco, ospite d’onore assieme al presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini e al presidente juventino Andrea Agnelli, della tavola rotonda sull’importanza delle seconde squadre nel calcio organizzata dalla Lega Pro per il “Next Gen Day” guarda caso proprio in casa Juventus. “Il progetto seconde squadre fa bene alla Nazionale e alla Juventus - proclama Gravina nel suo non propriamente brioso intervento -, basti pensare che la Juventus ha schierato nella seconda squadra ben 97 giocatori”. Nessuno capisce il nesso tra numero di giocatori schierati nell’Under 23 juventina e le fortune della nazionale, tra l’altro mai così in disgrazia come nell’infausta gestione Gravina, ma gli applausi piovono scroscianti. “Il calcio italiano ha bisogno di più società come la Juventus”, rafforza il concetto Casini mentre tutt’attorno gli applausi diventano torrenziali. Alla tavola rotonda intitolata “Le seconde squadre in Italia e in Europa: modello per il futuro?”, Andrea Agnelli è presente nella doppia veste di anfitrione e di relatore di lusso, e al cospetto di un capitano d’industria di cotanto valore Gravina e Casini letteralmente si sciolgono. “La seconda squadra permette di ridurre i costi della prima squadra - spiega Agnelli a una platea rapita -, un passaggio utile anche per la sostenibilità poiché si creano giocatori in casa”. Gli applausi adesso sono assordanti. E gli inchini si sprecano. E i complimenti. E le riverenze".
"Sono le 11 del mattino di domenica 27 novembre e sembra un giorno come tanti, questo, per il presidente Agnelli: rilassato e sicuro di sé, Andrea si muove col fare del condottiero esperto esibendo una risolutezza e una padronanza che solo chi siede da tredici anni sul trono del più importante club calcistico italiano può possedere. Sembra un giorno come tanti, per lui, questa domenica 27 novembre e invece non lo è. Nemmeno Agnelli lo sa, ma quello che sta vivendo è il suo penultimo giorno da presidente della Juventus. Uno tsunami sta infatti per travolgerlo e per spazzarlo via non solo dalla Juventus ma anche da Exor, da Stellantis, da tutto. Ricordate quando a maggio 2006 esplose lo scandalo di Calciopoli? Beh, fu poca cosa al confronto".
"La bomba sta per scoppiare. Ma prima di tapparci le orecchie per attutirne il fragore è il caso di precisare, perché capiate bene ciò di cui andremo a parlarvi, che tutte le meravigliose cose dette da Agnelli, Gravina e Casini sulla grandezza e bellezza e utilità dell’Under 23 della Juventus sono balle; panzane di cui tutti, loro per primi, sono consapevoli ma che vengono messe in circolo perché il rituale del vassallaggio vuole così, e non importa se dici bianco invece di nero, e se il nero che nascondi è nerissimo. In un’intercettazione che all’epoca della tavola rotonda è già finita, assieme a molte altre, nelle carte della Procura di Torino che indaga sul sospetto di bilanci truccati della Juventus - inchiesta di cui i nostri eroi sul palco sono tutti al corrente -, il direttore finanziario Stefano Bertola rispondendo all’Ad Arrivabene che gli chiede conto dei costi della squadra Under 23 risponde: “L’idea che mi sono fatto io è che quello lì è un carrozzone che abbiamo creato perché non sapevamo più dove mettere i giocatori. Ci sono giocatori nell’Under 23 che sono stati acquisiti a dei prezzi belli alti e che come ammortamenti ci cubano”. La squadra Under 23 della Juventus che Gravina, Casini e Agnelli stanno magnificando come l’ottava meraviglia del mondo è in realtà, e loro lo sanno, una zavorra, per non dire una mostruosità. In un’inchiesta pubblicata solo pochi mesi prima da http://calciomercato.com lo scrittore, sociologo e giornalista Pippo Russo ha svelato che l’Under 23 della Juventus è costata 39 milioni mentre tutte le altre 59 squadre dei gironi A, B e C sono costate in tutto 3 milioni e mezzo".
"In pratica la Juventus Under 23 costa il 1.094% in più dell’intera Lega Pro. Dev’essere piena di giovani Maradona e capace di vincere tutte le partite 7-0, penserete voi. Macché. Nel campionato cui l’inchiesta di Pippo Russo fa riferimento la Juventus Under 23 si è classificata 12^ su 19 squadre con un distacco di 33 punti dall’Entella Chiavari promossa in serie B. Vittorie 12, sconfitte 19, gol fatti 41, gol subiti 48. Una squadretta. E tuttavia grazie agli “stratagemmi contabili” cui la Juventus ricorre da tempo sia con la prima squadra sia con l’Under 23 i conti 2019-20 hanno fatto registrare plusvalenze da cessione di giocatori per 85,46 milioni con menzione speciale, per quanto riguarda il “carrozzone”, per la vendita del giovane e sconosciuto Muratore all’Atalanta per 7 milioni (tutti di plusvalenza) con scrittura privata non depositata in Lega, come si scoprirà, quindi illecita. E benché i dati siano a disposizione di tutti, ugualmente Juventus, Lega e Federazione ci raccontano la favola di Alice nel Paese delle Meraviglie e lo fanno a 24 ore dall’esplosione di uno scandalo che porterà la Juventus a passare il 2023 in tournée in tutti i tribunali d’Italia con imputazioni da brivido. La verità è che la squadra Under 23 della Juventus è una specie di mostro del dr. Frankenstein, una bambolina spaventevole nascosta nella matrioska della Casa Madre, un laboratorio aperto al solo scopo di fungere da “plusvalentificio” per le casse sociali. E tutti lo sanno ma nessuno dice niente. Anzi il presidente FIGC Gravina e il presidente Lega Serie A Casini vanno in pellegrinaggio al Santuario dell’Allianz Stadium e rendono omaggio al Principe Andrea figlio di Re Umberto e nipote dell’Imperatore Giovanni per la magnificenza dell’iniziativa intrapresa, un progetto da portare a esempio a tutti i club della Serie A. “Il calcio italiano ha bisogno di più società come la Juventus”, ripetono all’unisono. Tempo 24 ore e verrà giù tutto”.
"Come avrete capito, sulla Juventus Under 23 (o Next Gen, come preferite) ci sono due correnti di pensiero: chi la considerava, e la considera ancora, una “miniera d’oro” e chi la considerava, e la considera ancora, una miniera di una diversa sostanza su cui è il caso di sorvolare. Per dirla col direttore finanziario della stessa Juventus Stefano Bertola che ne riferiva all’Ad Arrivabene, la Juventus Next Gen era (è) un “carrozzone” costruito acquistando giocatori a “prezzi belli alti e che come ammortamenti ci cubano”. Una squadra che giocava in Serie C assieme ad altri 59 club e che era costata 39 milioni mentre gli altri 59 messi assieme ne erano costati 3,5: in 59, meno di un decimo della sola Juventus".
"Detto che qualsiasi commento di fronte a una mostruosità simile appare superfluo, prima di chiudere questa prima puntata sul tema (che nei giorni prossimi continuo solo per abbonati), ancora un breve stralcio dal mio libro “Juventopoli”: che svela come i giovani talenti della Juve Next Gen venissero venduti a 4, a 10 o a 20 milioni ad minchiam, come diceva la buonanima del professor Scoglio, cioè a seconda della necessità del momento. Vi chiederete: chi è l’odiatore che si permette di insinuare un’infamità del genere? No, nessun hater: è Cherubini, il direttore sportivo della Juventus. Che lo verificava giorno dopo giorno. E che a dire il vero non lo insinua, lo afferma".
“Cherubini non ha di Paratici una grande stima; professionalmente, meno ancora. Pensa ad esempio che Paratici esageri da troppo tempo col ricorso alle plusvalenze fittizie, tutti quei giovani del vivaio ceduti a 8, 10, anche 20 milioni, ma se solo prova a intavolare il discorso viene subito zittito. E allora abbozza. E annota. “Mi sentivo che mi stavo vendendo l’anima - si sfoga in un’intercettazione a colloquio col dirigente amministrativo Stefano Bertola - perché a un certo punto stavo facendo delle cose, ero complice: anche per una questione di ruolo dovevo dire a Fabio ‘non sono d’accordo’, ma poi lui diceva ‘si va, si va’. Gli dicevo ‘vedi di sistemare la cosa, togli i ragazzi, smettiamo di fare operazioni da 10 milioni sui nostri giocatori’, ma Paratici rispondeva ‘no ma figa non capisci un ca**o, tanto come facciamo da 4 facciamo da 10, non è un problema’ “. E Cherubini abbassa il testone. Ma continua a prendere nota di tutto. “Non rispetta gli orari - scrive nel Libro Nero -, annulla di continuo gli incontri, fa riunioni in sauna, dal barbiere o dal podologo. E poi ci sono: piani disastrosi, acquisti senza senso e un utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali”. Che danno “un beneficio immediato” ma ti obbligano a un “carico di ammortamenti” che paghi negli anni successivi. “Giudizi e valutazioni cambiano ogni giorno - scrive -. Piano recupero bilancio disastroso: - forma + sostanza”. “Acquisti senza senso” e investimenti “fuori portata (Kulusevski?), per non parlare della “distruzione di una generazione: Kean, Spinazzola, Audero”. Con una domanda finale che rivolge a tutti e a nessuno, o forse indirizza a se stesso: “Come siamo arrivati qui?”. Ha concluso Ziliani nel suo editoriale su X.
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