Una sola domanda andava fatta a Conte: "Ci spiega perché non si dimette?"
Antonio Conte ama puntare il dito e non fare nomi, anziché dare spiegazioni ed assumersi le responsabilità. Neanche uno "scusatemi", da parte del mister, dopo il tracollo del Napoli contro il PSV.

Non c'è giornale d'Italia e dintorni che non riporti le dichiarazioni rilasciate da Antonio Conte nel post gara di PSV-Napoli. L'allenatore salentino ha dato per ancora prova dei suoi virtuosismi nell'individuare presunte colpe che in qualche modo giustificassero (?) la prestazione deludentissima della sua squadra, umiliata in Champions League da un avversario che i belgi del Royale Union Saint-Gilloise, sconfitti per 0-4 dall'Inter, avevano battuto 1-3, nello stesso stadio, solo qualche settimana fa.
Conte spieghi perché non si dimette
Lo diciamo in maniera provocatoria (e neanche tanto): Conte ha pensato a dimettersi? Se sì, perché? Se non lo ha fatto, come lo spiega? Sia ben chiaro: con l'Inter alle porte, non sarebbe stato auspicabile un cambio di allenatore; cionondimeno, il Napoli ha subito la sua più grande umiliazione della storia recente. Non l'ha subita contro il Real Madrid, il Barcellona o il Manchester City. Anzi, contro gli uomini di Guardiola se l'era giocata fin troppo, lottando a testa alta con un uomo in meno. A Eindhoven, invece, abbiamo assistito al tracollo. Il problema non è perdere, che può capitare a tutti, ma il modo. Come il capitano di una nave che lascia il timone durante la tempesta e fa sì che l'imbarcazione resti in balia del vento, dei fulmini e del maltempo, Conte è apparso impassibile in panchina, per poi fare spallucce a fine partita quando c'era da fornire chiarimenti.
Conte non chiede neanche scusa. Troppo facile puntare il dito
Troppo facile prendersela con il mercato; troppo facile dire che "il livello è questo"; troppo facile propinarci, per l'ennesima volta, la per nulla condivisibile versione secondo cui gli acquisti sarebbero stati troppi ed il problema risiederebbe nei "nove nuovi" (che tanto lascia puntualmente in panchina per quasi 90', ad eccezione di De Bruyne). Di solito ci si lamenta, semmai, del contrario: si ha da ridire sul mercato quando è deficitario, quando il presidente spende poco, non certo se sborsa oltre 180 milioni per allungare la rosa.
Conte parla di onestà, di tifosi del Napoli da non prendere per i fondelli, e poi non adduce una spiegazione che sia tale. Una sola domanda gli andava fatta: "Perché?". Ci spieghi perché, Conte. Perché il Napoli non vince da quattro trasferte? Perché non è mai stato capace di battere Baroni (o anche la sua Lazio ed il suo Torino avevano un livello "superiore" a quello del Napoli?)?. Perché continua a prendere gol, ormai, da tempo immemore? Perché giocano sempre gli stessi? Perché così tanti infortuni muscolari o in allenamento? Perché insiste su un modulo che non regge? Perché, dopo una disfatta del genere, non viene a chiedere scusa e a prendersi le sue responsabilità?
Capiamo che sia molto più facile giocare a scaricabarile, dire le frasi 'mozzicate' (un termine che ormai conoscerà bene, essendo uomo del sud e vivendo a Napoli da anni), anziché fare mea culpa e agire di conseguenza. Auguriamoci che i sei schiaffi presi in Olanda servano a tutti, e in primis a Conte, per dare una netta sterzata ad un Napoli che rischia seriamente di sbandare.
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