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Mertens-Napoli, amarsi e dirsi un freddo addio. Media gol meglio di Osimhen, Scamacca e Simeone

Angelo Forgione, scrittore napoletano, analizza la fine dell'amore tra Dries Mertens e il Napoli. L'addio tra le parti è sempre più vicino.


Angelo ForgioneAngelo ForgioneGiornalista e scrittore

15/06/2022 16:10 - Altre notizie
Mertens-Napoli, amarsi e dirsi un freddo addio. Media gol meglio di Osimhen, Scamacca e Simeone

Il calciomercato ha i suoi percorsi, buoni e brutti che siano, ma quello che sta accadendo tra Mertens e il Napoli è davvero spiacevole, molto spiacevole, e prelude a una separazione amara che nessun tifoso avrebbe mai ipotizzato in queste modalità. I napoletani hanno consumato una passione per il calciatore lunga nove anni, chiesto una cittadinanza onoraria per un ragazzo belga che ha sposato il loro modo di vivere, e all’improvviso si sono svegliati con la percezione di ritrovarselo con un’altra maglia addosso, senza un saluto.


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Tra Dries e Aurelio è scoppiata la guerra fredda dopo l’incontro sulla terrazza belga di palazzo Donn’Anna di fine aprile. Oggi non si parlano più e l’uno fa capire che l’altro è scomparso. Gli agenti del calciatore hanno inoltrato le loro richieste economiche con la posta elettronica, e il Presidente non ha gradito né le richieste né il modo. 

Il Napoli avrebbe l'opportunità di esercitare l'opzione di rinnovo automatico entro il 30 giugno, ma De Laurentiis non procederà, dacché significherebbe rinnovare l’accordo da 4 milioni di euro bandito dal processo di riduzione dei costi dalla società. La richiesta di Mertens, taglio da 4.5 milioni a 2.6, non è piaciuta affatto al Patron per colpa di una richiesta di 1.4 di bonus alla firma e di una commissione di 800 mila euro per gli agenti.

Dries, dal ritiro della propria Nazionale, ha fatto sapere che il suo proposito di restare a Napoli si è spento da sé, e perciò farà altre scelte. Cercherà “un buon club”, sue testuali parole. È di fatto un chiaro no alla richiesta di rinunciare al bonus della discordia, un messaggio a De Laurentiis, che non si smuoverà. Siamo ai titoli di coda, all’addio, all’annuncio di una separazione che non merita di essere consumata così.

Quella terrazza affacciata su Posillipo non sarà più il buen ritiro mediterraneo della famiglia del calciatore fiammingo, non uno qualsiasi ma un simbolo tra i mortali della storia del Napoli. Qualcuno, al suo arrivo, aveva preconizzato che non avrebbe giocato più di 8 partite con la maglia azzurra, e invece ne ha giocate 397. È il partenopeo che ha realizzato più goal in tutte le competizioni, 148 reti in 397 presenze spalmate in nove anni fatti di continue dichiarazioni d’amore e di aderenza alla napoletanità. Uno così meriterebbe il giusto tributo del “Maradona”, applausi, ovazione e lacrime, anche le sue, e invece…

I cicli finiscono, ma Mertens non è finito. Si può argomentare sul valore e sull’ingaggio adeguato di un trentacinquenne, ma il ragazzo è ancora fisicamente integro, e ha dimostrato di essere ancora il migliore della rosa azzurra per qualità balistiche, di sentire e vedere la porta come pochi in Italia. Nell’ultima stagione, da sottoutilizzato, e spesso utilizzato male, ha marcato 11 volte (1 rigore) e prodotto una media realizzativa alta rispetto ai minuti giocati: 1 gol ogni 126 minuti. Solo il capocannoniere Ciro Immobile (7 rigori), Lautaro Martinez (3 rigori) e Vlahovic (5 rigori) hanno fatto meglio in questa speciale classifica, nella quale il miglior marcatore del Napoli, Osimhen (14 goal), ha chiuso con la media di 1 goal ogni 142 minuti. Meglio di così, Mertens, aveva fatto solo nella stagione 2016/17, con 1 gol ogni 91 minuti. Perderlo sarebbe scelta dettata da qualcosa che prescinde dal rendimento possibile del calciatore, ma di certo non sarebbe perdita indolore, trattandosi di un vero e proprio bomber tra i migliori della Serie A, oltre che attaccante eclettico che sa fare la fortuna di chi ne comprende la duttilità.

Sarebbe tutto idilliaco se Dries potesse proseguire un altro paio d’anni con la maglia azzurra e poi approdare nei quadri dirigenziali, continuando ancora a lungo la sua vita napoletana e facendo crescere il primogenito sulle sponde di Posillipo, là dove è nato. Ma le fiabe, a Napoli, le scriveva Giovan Battista Basile qualche secolo fa. Qui si tratta invece di adeguarsi al cinismo del calcio moderno, la cui unica parte romantica restano i tifosi. Saranno loro a restarci malissimo se non riusciranno a salutare il loro ultimo beniamino, soprattutto se il piccolo Ciro Romeo dovesse diventare un Ciro romano.


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Angelo ForgioneAngelo Forgione
Giornalista e scrittore, autore perlopiù di saggi di cultura, costume e storia di Napoli e del Meridione. Appassionato napoletanologo e studioso dell'idioma napoletano, è anche grafico pubblicitario.

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