Corbo: "Doha-Napoli, il Mondiale del disturbo"
Antonio Corbo su Repubblica analizza le difficoltà che il Mondiale potrebbe comportare al Napoli di Luciano Spalletti.

"Doha-Napoli, il Mondiale del disturbo", è il titolo dell'editoriale proposto da Antonio Corbo su Repubblica. Vi proponiamo un ampio stralcio del suo pezzo. "Ora che il Mondiale del Disturbo è cominciato, l’Italia del calcio e il Napoli riflettono sui danni. La Nazionale precipita nella malinconica coincidenza di una inutile amichevole con l’Austria, persa con uno scadente 2-0. Che partita doveva essere poche ore dopo l’inaugurazione da finta fiaba del Luna Park 2022? Pallidissimo il confronto con Vienna nell’autunno della vergogna, con l’Italia per la seconda volta esclusa da una Coppa che per altre quattro aveva invece alzato nel cielo di Roma 1934, stadio Nazionale. Di Parigi. Stadio Yves du Manoir di Colombes, nei pressi della capitale francese. Di Madrid 1982 al Santiago Bernabeu. Di Berlino 2006, all’Olimpico. Quattro finali vinte tutte in Europa, nello stile solenne di un calcio che non esiste più, se la dittatura del business e del compromesso porta al primo giro di giostra tra grattacieli, dune e 6.500 migranti morti di fatica nel Golfo Persico. Per il primo Mondiale nel deserto e nell’inconsueta stagione di tardo autunno. Stagione niente male, se gli sceicchi non avessero usato la forza d’urto di 250 miliardi di investimenti in dollari per invadere e spezzare i campionati dell’intero nostro continente. Dolciastro il tentativo dei telecronisti, inserire l’Italia tra gli autori della festa, ripetendo che lo stadio Al Bayt di 60mila posti è refrigerato da un impianto ispirato alle tende beduine del Gruppo Webuild di Milano, contratto di 800 milioni di euro. Che brava l’Italia, sa ricavarsi sempre un posticino nelle imprese planetarie, dalle missioni spaziali ai vaccini".
"Abile l’Italia anche nel cancellare le sue disfatte nel calcio. La doppia esclusione dal Mondiale, 2018 e 2022, ebbe esiti contrastanti. Il presidente federale Carlo Tavecchio milanese di Ponte Labbro si dimise mezz’ora dopo. Gabriele Gravina pugliese di Castellaneta ma cittadino onorario e imprenditore di Castel di Sangro si è invece confermato respingendo a sua volta le dimissioni solo ventilate da Roberto Mancini. Evidenti le responsabilità. La Figc non riuscì a bloccare il campionato prima della partita con la Macedonia del Nord, 14 marzo scorso. La debolezza ed il disastro. Di che parlavano ieri sera a Vienna, lontano da Doha e da un fallimento tecnico così lacerante per l’Italia 4 volte campione del mondo?"
"Solo il Napoli non sa valutare gli effetti di questo Mondiale del Disturbo. Ancora non può. Deve interrompere la sua cavalcata. Subisce intanto la reazione delle altre candidate allo scudetto. Sperano che la migliore della serie A per fluidità di gioco, composta superiorità in campo, rapidità di passo possa ingrigire fino al 4 gennaio, giorno di Inter-Napoli? È una ipotesi, certo, ma con impari onestà nessuna si chiede come e perché possa al contrario passare dall’opacità delle prime 15 giornate allo splendore delle prossime 21", sottolinea Corbo.
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