Sesa: "Sono stato quattro anni al Napoli e ricordo la confusione che si creò..."
David Sesa, ex calciatore del Napoli, ha raccontato alcuni aneddoti della sua esperienza in azzurro nel corso di un'intervista.

David Sesa ha vestito per 4 stagioni la maglia del Napoli, giocando 82 partite e segnando 6 reti, prima di iniziare la parabola discendente della sua carriera nelle serie minori. Ma oggi allena il Rapperswil-Jona, squadra di terza divisione svizzera e a Fanpage.it ha raccontato la sua fascinazione per il calcio italiano, da figlio di emigrante, prima di esserne protagonista. L'ex attaccante ha analizzato anche la crescita del calcio svizzero a livello internazionale e il lavoro fatto da tutto il movimento per ridurre il gap con le altre nazioni.
Ecco le sue parole: "Cosa fa oggi David Sesa? Io faccio l’allenatore al Rapperswil-Jona e sono al terzo anno lì. Mi piace molto, è una società ambiziosa e infatti lo scorso anno siamo arrivati secondi ma in questo torneo solo la prima sale di categoria. Abbiamo fatto davvero un buon lavoro sia in campionato che in Coppa di Svizzera, visto abbiamo eliminato l’Yverdon (club di Super League) e poi siamo usciti con lo Young Boys".
Ha, poi, evidenziato: "Che allenatore è David Sesa? A me piace molto il contatto con i ragazzi giovani che hanno voglia di migliorarsi e di crescere. Vedere il percorso dei giocatori, valutarlo insieme e capire quali obiettivi si possono raggiungere. Sono un allenatore a cui piace il gioco offensivo, le mie squadre fanno molti gol e cerchiamo sempre di essere propositivi. Il sistema che io preferisco è il 4-3-3 ma non siamo inquadrati e proviamo sempre a mettere i giocatori a loro agio".
David Sesa approda al Lecce grazie a Pantaleo Corvino, attuale Responsabile dell’Area Tecnica del club: "Che rapporto ho con il direttore? Ci sentiamo ancora e lui è bravissimo a trovare da calciatori da valorizzare. Ha sempre viaggiato molto e mi scovò nell’amichevole Svizzera-Jugoslavia, che all’epoca era fortissima. Mi venne a vedere e dopo alcuni contatti ci accordammo per il mio passaggio al Lecce".
"C’è un gol che ha più significato per me? Quello a cui sono più legato è quello che ho segnato all’Inter. Fu importante per due motivi: a noi servivano i 3 punti per non retrocedere e quel gol ci aiutò, poi segnare ai nerazzurri non capita sempre. Loro avevano una squadra mostruosa, con gente che poi vinse e partecipò ai Mondiali. Ce ne sono stati tanti altri ma se devo scegliere, dico quello".
Poi approdò dal Lecce al Napoli e ha raccontato la sua esperienza in azzurro: "Io al Napoli ci sono stato quattro anni, che non sono pochi. Era un club diverso soprattutto a livello societario e c’era un po’ di confusione, che non ha aiutato: cambiammo tantissimi giocatori e io ho avuto a che fare con sette allenatori in quel periodo. Così è difficile aver una stabilità. Il primo anno siamo retrocessi con una buona squadra e al nostro posto si salvò il Brescia di Baggio e Luca Toni. Il livello della Serie A era incredibile".
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