"L'allenatore che aveva opzionato De Laurentiis in caso di addio di Conte". Il retroscena
Il giornalista e scrittore Angelo Forgione si è soffermato sul nervosismo in Napoli-Milan di ieri evidenziando il retroscena sul patron azzurro.

Il giornalista e scrittore Angelo Forgione attraverso i suoi canali social si è soffermato sul nervosismo sulle panchine di Napoli e Milan, evidenziando un retroscena estivo sulla scelta di Aurelio De Laurentiis, quando non era ancora certa la permanenza di Antonio Conte in panchina.
Chi aveva scelto De Laurentiis in caso di addio di Conte
Il giornalista evidenzia: "Allegri, che De Laurentiis aveva opzionato in caso di addio di Conte, poteva essere l'allenatore del Napoli. Un allenatore mancato del Napoli che viene duramente accusato dal Napoli di "ineleganza" nei confronti di Oriali. "Sei un leccac*lo di m*rda", "Siediti cogli**e", "Idiota", "Imbecille". Inaccettabile anche da parte di un amico di De Laurentiis. La verità è che "Acciughina" soffre maledettamente il club che stava per sposare, unico vero rivale ai tempi del ciclo juventino dello scorso decennio, quando la Juventus vinceva ma poi tutti, da Adani in poi, finivano per elogiare la cifra di gioco del Napoli e attaccare quella della Juve, soprattutto nel triennio sarrista, chiuso da un orbo Orsato. L'esaurimento nervoso affiorò evidente a reti non unificate".
Poi aggiunge: "Non a caso fu proprio Sarri a togliergli la panchina bianconera, nella vana ricerca di evoluzione tattica e stilistica di quel club colpito da ferocissime critiche anche dai suoi stessi tifosi. Panchina poi restituitagli dopo il fallimento del progetto, dopo che De Laurentiis gli aveva preferito Spalletti, ma con sempre viva sofferenza nei confronti di un Napoli che lo batteva. Come dimenticare l'attacco a Spalletti dopo la partita persa al "Maradona" nel settembre del 2021? Poi venne quel 5-1 al "Maradona" del gennaio '23, che Max non dimenticherà mai. Non ci fu Orsato orbo che potesse arginare l'irraggiungibile armata azzurra. La Juve ne prese cinque, roba che risaliva al 1993".
"A Torino, dopo il gol di Raspadori, un urlo alla panchina azzurra: «Bravi... ce l'avete fatta a vincere UNO scudetto». Ad Allegri toccò di nuovo farsi da parte, disarcionato da un altro ex Napoli, Giuntoli, che lo ritenne bollito. Il raptus a Coppa Italia vinta da uscente aveva radici antiche. Come un vaccino, la profilassi avrebbe potuto essere il male stesso, cioè prendersi la panchina del Napoli. Conte non gli ha lasciato il posto, come accadde al tempo della forte Juve. Il Milan il gran ripiego, ma perdere il primo trofeo della sua rivincita per mano del Napoli di Conte riapre vecchie ferite interne. L'apparente serenità nel post-partita solo un gran dissimulare". Ha concluso.
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