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Le regole per disputare le competizioni UEFA: solo forma e poca sostanza per il momento

Per ottenere la Licenza da parte dell'UEFA, le società dovrebbero rispettare una serie di requisiti di natura sportiva, legale, infrastrutturale, organizzativa ed economico-finanziaria.


Vincenzo ImperatoreVincenzo ImperatoreAnalista finanziario e giornalista

20/03/2024 16:31 - Coppe
Le regole per disputare le competizioni UEFA: solo forma e poca sostanza per il momento

Dopo aver esaminato la situazione italiana e il meccanismo della stanza di compensazione, continuiamo il nostro percorso di analisi delle condizioni economiche-patrimoniali e finanziarie che i club italiani devono (meglio dire dovrebbero) rispettare per poter partecipare alle competizioni organizzate dall’UEFA (Champions League, Europa League e Europa Conference League). Come tutti sanno, a partire dal 2004-05, è stato introdotto il sistema delle licenze, con l’obiettivo di stimolare i club a migliorare la qualità della gestione. Per ottenere la Licenza da parte dell’UEFA, le società devono (ripeto dovrebbero) rispettare una serie di requisiti di natura sportiva, legale, infrastrutturale, organizzativa ed economico-finanziaria.


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Gli obiettivi principali del cosiddetto Financial Fair Play, introdotto sotto la gestione di Michel Platini, erano migliorare le performance economiche e finanziarie dei club europei e tutelarne la sostenibilità nel medio-lungo periodo.  Le regole del financial fair play sono state sostituite, dal primo giugno 2022, dall’UEFA Club Licensing and Financial Sustainability Regulations (di seguito “FSR”).  Sono assoggettate alle regole dell’FSR tutte le società di calcio che partecipano alle competizioni UEFA per club.


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La principale novità è rappresentata dall’introduzione di una regola sui costi di squadra che si propone di migliorare il controllo degli stipendi dei giocatori e dei costi di trasferimento.

Per quanto riguarda il patrimonio netto, la società deve presentare alla data del 31 dicembre che precede la stagione della licenza, un ammontare del patrimonio netto che risulti: positivo, o in alternativa, migliorato di almeno il 10% rispetto al patrimonio netto risultante al 31 dicembre precedente.

Il mancato rispetto di tale criterio, ecco la prima stortura, non comporterà il mancato rilascio della licenza, ma l’irrogazione dell’ammenda ai sensi del Codice di Giustizia Sportiva. 

Il nuovo regolamento si propone, inoltre, di perseguire l’obiettivo della sostenibilità finanziaria attraverso il rispetto di tre pilastri:

a) solvibilità

b) stabilità

c) controllo dei costi

Analizziamoli in maniera dettagliata:

a) I club ad alcune date prestabilite (15 luglio, 15 ottobre e 15 gennaio) non devono avere debiti scaduti (non pagati nei termini contrattuali o di legge) nei confronti di alti club, lavoratori dipendenti (come stipendi, bonus), enti previdenziali/fiscali e l’UEFA. L’obiettivo è tutelare i creditori (chi deve essere pagato da un club) e incoraggiare una migliore solvibilità tra i club (la capacità di pagare i debiti da parte dei club). In caso di mancato rispetto dei requisiti di solvibilità, l’eventuale presenza di debiti scaduti da più di 90 giorni, alla date di scadenza predefinite, è ritenuta una semplice aggravante da parte dell’UEFA Club Financial Control Body.

b) Il requisito di stabilità è garantito dalla regola Football Earnings rule che prevede un periodo di monitoraggio triennale. Per rispettare la regola, il club deve presentare una sommatoria di utili aggregati o perdite (cioè la somma algebrica dei risultati d’esercizio) nel triennio all’interno della deviazione accettabile in tale periodo. In parole semplici in caso di utili aggregati con segno più, la Football Earnings rule è stata rispettata. Qualora la somma algebrica dei risultati d’esercizio sia, invece, negativa, si deve verificare se il disavanzo (l’eccedenza delle perdite sugli utili) nel triennio rimane nell’ambito della “deviazione accettabile”, pari a 5 milioni di euro. Tuttavia, tale disavanzo può raggiungere un massimo di euro di 60 milioni (con la possibilità di essere aumentata di ulteriori 10 milioni per i club che abbiano una buona salute finanziaria), a condizione che tale somma sia interamente coperta da contributi (ad esempio donazioni in denaro) nel periodo di riferimento o da capitale proprio (versamenti da parte dei soci a copertura perdita) alla fine del periodo di riferimento. Ancora tanta forma e poca sostanza.

c) Viene introdotto il rapporto tra i costi di gestione del club e i ricavi totali dei club considerati chiamato squad cost ratio. Le spese dei club per gli stipendi di giocatori e allenatori, gli ammortamenti e le svalutazioni, le spese di trasferimento e le commissioni degli agenti non dovranno superare il 70% dei ricavi.  Lo squad cost ratio  mira a cogliere la piena operatività dei dub, anche in considerazione del crescente peso di voci di costo come gli onorari degli agenti e di rilevanti fonti di ricavo come il player trading. Un club che viola i requisiti di controllo dei costi sarà soggetto a misure disciplinari finanziarie da parte dell’UEFA che possono includere il divieto di iscrivere nuovi giocatori alle competizioni e la squalifica e/o l'esclusione dalle competizioni. 

d) Ma, ecco ancora una altra stortura, la nuova regola entrerà in vigore gradualmente: 

stagione 2023/24: rapporto al 90%;

stagione 2024/25: rapporto all'80%;

stagione 2025/26: rapporto a regime, pari al 70%.

Ma cosa succede in caso di mancato rispetto dei requisiti di monitoraggio dei club?

Il nuovo regolamento prevede sanzioni differenti a seconda del parametro non rispettato:

a) con debiti scaduti da oltre 90 giorni, il club potrebbe essere escluso dalle future competizioni;

b) In caso di violazione della Football Earnings Rule si può arrivare a un accordo transattivo (un Settlement Agreement) tra il CFCB e il dub

c) In caso di mancato rispetto dello Squad Cost Ratio il club sarà soggetto a una sanzione pecuniaria proporzionale alla misura in cui il rapporto supera il limite definito e al numero di violazioni del club nella stagione corrente e nelle tre stagioni precedenti. 

In caso di violazione di uno o più requisiti, l’UEFA prenderà la decisione finale in merito alla sanzione da applicare, tenendo contro anche di altri fattori, ad esempio, l'entità della violazione, cosi come le previsioni per i futuri esercizi. E sulle previsioni potremmo raccontare anche la favola di Cappuccetto Rosso.  Quindi ancora solo forma ma poca sostanza!

Ma c’è anche dell’altro.

Perché a seguito dell'introduzione del financial fair play, è stato anche introdotto un meccanismo di conciliazione, chiamato Settlement Agreement, per i club indiziati di avere infranto i parametri UEFA. La finalità è di mitigare le sanzioni e allo stesso tempo favorire il coinvolgimento dei club trasgressori che possono ottenere, dichiarando di avere violato i parametri, una mitigazione delle sanzioni a fronte di un accordo transattivo con l'UEFA in cui il club si assume alcuni impegni di bilancio.

Recentemente, hanno sottoscritto un Settlement Agreement il Milan, l'Inter, la Juventus e la Roma.

In genere, con il Settlement Agreement, i club pagano una sanzione all'UEFA (attraverso una trattenuta sulle somme a cui hanno diritto per la partecipazione alla competizioni internazionali) e si impegnano (promesse da marinai?) a raggiungere determinati obiettivi nelle stagioni successive. 

Il cammino da fare è ancora lungo.


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Vincenzo ImperatoreVincenzo Imperatore
Laureato in Economia e Commercio, ha lavorato 22 anni come manager di un istituto di credito. Dal 2012 è un libero professionista, saggista, scrittore e giornalista pubblicista. Collabora con importanti testate.

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