Rivoluzione al Napoli: cambia il modello di business o la strategia?
Un doveroso chiarimento in merito alle voci e notizie circolate in questi giorni in merito alla strategia aziendale del Napoli in vista del futuro.

Quanta confusione! Negli ultimi giorni, spinti dalle notizie sul nuovo probabile assetto organizzativo dell’area tecnica della SSC Napoli, i tuttologi che popolano il mondo dei media sportivi hanno iniziato a vaticinare sulla gestione futura della società partenopea: manterrà lo stesso modello di business o cambierà strategia? Una babilonia terminologica che farebbe rabbrividire i padri della dottrina manageriale. Cerchiamo di fare chiarezza. Negli ultimi anni il termine “modello di business” è entrato a far parte del vocabolario manageriale, tuttavia persiste ancora molta confusione su cosa sia e come può essere utilizzato. Si può, in termini generali, affermare che un business model descrive i meccanismi di creazione, trasferimento e acquisizione del valore utilizzati da un’azienda. L’essenza di un modello di business risiede nel modo in cui l’impresa fornisce valore ai clienti, invoglia i clienti a pagare per il valore creato e converte tali pagamenti in profitto.
In sostanza il modello di business rappresenta l’architettura organizzativa e finanziaria di un’impresa. Non si tratta di un foglio di calcolo o uno specifico modello informatico sebbene un modello di business possa essere incorporato in un business plan o in un conto economico. La nozione si riferisce a un modello concettuale, piuttosto che applicativo, che delinea la logica aziendale seguita al fine di creare valore per il mercato. In parole semplici, il modello finora vincente, così come raccontato nel libro “A scuola da De Laurentiis – L’efficienza di un modello innovativo” (Ultra Edizioni), si basa su una struttura organizzativa piatta, semplice (quasi liquida), composta da pochi ruoli chiave (un ottimo allenatore, un buon direttore sportivo per l’area tecnica) che, operando in contesto socio-economico alquanto depresso e tenendo conto di una capacità di investimento della proprietà non illimitata (secondo l’ultima rilevazione di Forbes, De Laurentiis non è nei primi 100 ricchi del nostro paese) ha creato tanto valore se si pensa che oggi il Napoli in 20 anni è passato da una consistenza di 30 milioni di euro (fallimento 2004) a circa 600 milioni di euro.
Un business model non corrisponde, però, ad una strategia anche se spesso i due termini vengono usati erroneamente in modo intercambiabile. Ciò è dovuto al fatto che esiste comunque una stretta correlazione tra strategia e modello di business.
Per definire la loro relazione è necessario specificare il significato di “strategia”. In una visione più lungimirante, la strategia è un “piano” che evidenzi le scelte che riguardano il corso d’azione aziendale e che definiscono la pianificazione e la programmazione degli interventi da adottare. In questo caso viene delineata in anticipo rispetto alle azioni a cui si riferisce e deve essere sviluppata consciamente in vista di un obiettivo determinato. Le scelte strategiche hanno bisogno di investimenti. Gli investimenti hanno bisogno di capitali.
Per ritornare al caso concreto, il Napoli in questi anni, per essere coerente con il modello di business delineato (pensate alla coperta di Linus), ha adottato scelte strategiche orientate a:
- un player trading orientato a determinare plusvalenze e vittorie sportive
- assoluta preminenza del marketing (e quindi anche della comunicazione) nel disegno organizzativo
- non investire nel settore giovanile e in impianti
Sebbene un modello di business facilita l’analisi, la prova e la convalida delle scelte strategiche di un’azienda, non è di per sé una strategia. Permette di analizzare le relazioni di causa-effetto che derivano dalle scelte strategiche effettuate. Per illustrare la differenza tra strategia e modello di business è possibile definire la prima come il momento della progettazione delle scelte aziendali mentre il modello di business rappresenta la filosofia alla base di tali scelte. Dunque la definizione di modello di business è propedeutica alla definizione di una strategia.
Tutto questo per dirvi che se il Napoli prende Conte come allenatore oppure canalizza gli investimenti anche sul settore giovanile e sugli impianti, allora attua una trasformazione del suo modello di business cui è fedele da 20 anni perché si tratta di un diverso modo di concepire la creazione di valore.
Se invece prende la coppia Manna-Italiano, sta solo operando delle scelte strategiche all’interno dello stesso modello di business.
Se si realizza la prima ipotesi sarei preoccupato come analista per la enorme difficoltà di garantire sostenibilità aziendale ma, per la felicità del tifoso, ballerei il tip tap insieme a Umberto Chiariello (immaginate lo spettacolo).
La seconda ipotesi mi sembra più garantista per entrambe le posizioni (analista e tifoso).





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