Non si fanno prigionieri, "jatevenne". Il Napoli non scenda a compromessi
Il Napoli ha fatto un campionato mediocre con gli stessi calciatori che oggi vogliono andare via per fare quella Champions che non sono stati in grado di raggiungere in azzurro. L'editoriale di Ivan Scudieri.

Non guardare in faccia a nessuno, il Napoli non scenda a compromessi. L’arrivo di un allenatore esperto, navigato e vincente come Antonio Conte rappresenta un segnale importante di una programmazione a breve termine. Di certo il tecnico salentino, non è un profilo che guarda troppo alla programmazione e il suo arrivo ha lanciato un preciso segnale alla rosa azzurra: questo Napoli vuole tornare ai massimi livelli da subito. I segnali dal calciomercato sono inequivocabili, i nomi accostati al Napoli, potrebbero davvero innalzare il livello della squadra, non è più tempo per fare scommesse in casa azzurra. Ma una società che punta a risalire la china dopo una stagione dalle tinte assai grigie, non può permettersi di guardare in faccia a nessuno, bisogna lasciare liberi di partire tutti coloro che non mostreranno l’entusiasmo di vestire la casacca partenopea.
Il subdolo gioco dei procuratori. Portate i soldi, poi grazie e arrivederci.
Il Napoli che non è andato in Champions è quello dei vari Osimhen, Kvaratskhelia, Di Lorenzo e compagnia bella. Questi tre nomi citati, hanno popolato le pagine dei giornali degli ultimi mesi, tra clausole, mancati rinnovi, nuove motivazioni, voglia di vestire maglie di colori diversi. E magari anche altri calciatori in rosa potrebbero pensarla allo stesso modo. I procuratori d’altronde, fanno il loro gioco subdolo, cercando di ottenere il più possibile per i loro assistiti, allo stesso modo la società dovrebbe cercare di capitalizzare il più possibile le cessioni e investire in un mercato in cui individuare i profili migliori per valorizzare le idee del nuovo allenatore.
Che il Napoli non cada nella trappola di “fare prigionieri” a tutti i costi. Questi stessi calciatori che hanno disonorato la maglia azzurra per una stagione intera, avrebbero l’opportunità di riscattarsi e poi eventualmente congedarsi in futuro, ora no. In conclusione mi rivolgo direttamene a questi ragazzi: se non vi piace stare a Napoli, se non credete nel progetto, se non vi sta bene, portate i soldi e jatevenne.





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