Napoli, per ritrovare le motivazioni prova con il "commodus discessus"
Il "commudus discessus" è una strategia negoziale molto frequente nelle grandi aziende. Potrebbe fare anche al caso del Napoli di Aurelio De Laurentiis?

Basta con il malinconico buonismo accompagnato dalla retorica frase “(nome e cognome) resta con noi”. Nei confronti di dipendenti-fornitori superpagati come i calciatori influenti che, tranne rari casi, si comportano da mercenari offrendosi, secondo una comprensibile logica di business, al miglior offerente, occorre mettere da parte il cuore e ragionare con la calcolatrice. Così come il calciatore in scadenza di contratto, per il tramite del tuo procuratore, è capace di baciarsi la maglia della sua squadra giurando amore eterno mentre ha già firmato un nuovo accordo con i nemici storici per danaro, allo stesso modo il presidente o il dirigente di una squadra può accompagnare all’uscita il giocatore sotto contratto perché non è più nei programmi aziendali o è insoddisfatto del suo operato.
In questa terza ed ultima tappa del percorso sulle capacità negoziali nel mondo del calcio, affronteremo il tema del commodus discessus, una strategia negoziale molto frequente nelle grandi aziende.
In tutte le aziende, soprattutto quelle grandi, succede, infatti, che a un certo punto, per vari motivi, venga meno il rapporto di fiducia con esponenti, siano manager o professionisti, fino a quel momento centrali nelle strategie e nelle performance ma che, negli ultimi tempi, hanno manifestato scarse motivazioni.
Cosa succede in queste aziende? Ci si siede intorno a un tavolo, contratti alla mano, con l’obiettivo di condividere – per quanto possibile – un “commodus discessus”. Una comoda uscita con incentivi, preavvisi più o meno lunghi e così via, con alcuni capisaldi inderogabili, fissati in accordi scritti in cui si rincontrano inequivocabilmente le volontà delle parti in causa: tu in questa azienda hai chiuso, quindi finché non ti ricollochi altrove o non scadono i termini di preavviso starai a casa, o al più occuperai posizioni di staff del tutto ininfluenti rispetto alla gestione aziendale.
Il perché penso sia evidente anche ai non esperti di organizzazione aziendale: tanto più sei stato influente, determinante in quell’azienda, esercitando leadership invasive e plasmando collaboratori, tanto più una tua uscita, magari cruenta, può determinare instabilità, preoccupazione, demotivazione, confusione in chi resta.
Ecco perché tu devi “sparire” dai radar e la società deve individuare una nuova collaborazione in modo immediato ed efficace.
Il tifoso, quindi, non può più ragionare come una volta, quando l’acquisto di un calciatore veniva salutato con giubilo dai fan e da immancabili discussioni sul ruolo che avrebbe occupato in campo. Oggi l’acquisto o la cessione di un calciatore sono accompagnati dalla “indispensabile” annotazione sul fatto che la sua cessione abbia generato o meno una plusvalenza e che sia stato o meno un buon affare a livello di bilancio.
E voi accompagnereste alla porta con un commodus discessus tutti quei calciatori del Napoli che, sotto contratto, stanno dimostrando di non avere le giuste motivazioni per difendere lo scudetto e magari poco affidabili anche per il futuro?





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