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Milite: "Il calcio italiano (forse) non merita De Laurentiis. Gira un concetto caprino sul Napoli"

"Nella narrazione gretta, tipicamente italiota, il presidente deve ringraziare la creatura che lui stesso ha rigenerato", scrive il direttore di Young.


Luca CirilloLuca CirilloGiornalista

02/04/2025 22:06 - Altre notizie
Milite: Il calcio italiano (forse) non merita De Laurentiis. Gira un concetto caprino sul Napoli

Germano Milite, giornalista, ha commentato le ultime notizie sui bilanci della FilmAuro della famiglia De Laurentiis con un post pungente. Queste le sue parole: "L'ho visto scritto su diversi giornali, all'uscita dei risultati di bilancio della Filmauro Spa, con le società sportive Napoli e Bari, nonché la storica casa cinematografica ereditata da Aurelio De Laurentiis". 


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"Il concetto caprino che gira è: "Senza il Napoli l'impero De Laurentiis sarebbe finito da tempo". A parte che, dimensionalmente, anche ben prima della crisi generale del settore, la (vecchia) Filmauro non era questo grande impero. Anche nel suo massimo splendore, era lontana dai numeri che (da anni) fa la SSC Napoli del post fallimento 2004. Certo, era una grande casa di produzione, ma nulla di neppure lontanamente paragonabile ai veri imperi dei "signori del calcio" italiano tra anni 80, 90 e primi 2000", ha aggiunto.


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"La SSC Napoli, invece, conta centinaia di milioni di euro di fatturato, 60 milioni di utile per l'ultimo anno ed un attivo patrimoniale non lontano dai 300 milioni di euro. Il Brand Bari, anche se con un bilancio in lieve perdita, è stato portato da zero a 5,5 milioni di valutazione in una manciata di anni e senza investimenti monstre. Se c'è una cosa certa, è che quest'uomo con il calcio italiano ci ha saputo fare come pochi altri. A quanto pare, da un certo punto in avanti, ben più che con il cinema". 

"E quindi? Per le menti pensanti e competenti, il problema dove potrebbe mai essere? Se possiedi tre realtà, una fa 60 milioni e due sono in perdita (comunque lieve), l'unica cosa che ti si può dire è: "BRAVO". Soprattutto se, proprio la realtà che va bene, è quella che hai raccolto dalla polvere e dal nulla nel quale era già finita anche prima del fallimento. E invece, in questo paese di cooptati, ereditieri, parassiti, miracolati e figli di papà con la smania di insegnarci la vita, la "notizia" diventa che la SSC Napoli, come fosse entità terza che fattura per meriti alieni, avrebbe "salvato" De Laurentiis". 

"Non è lui, insieme a Lotito, l'ultimo italiano, l'ultimo volto (con pregi, difetti, errori e cose buone) di una Serie A fatta di fondi, società occulte, conti alla Cayman e debiti infiniti. Non basta neppure lo scudetto vinto appena 2 anni fa e quello che si sta giocando proprio quest'anno, potendosi permettere un Conte in panchina. Nella narrazione gretta, tipicamente italiota, De Laurentiis deve ringraziare la creatura che lui stesso ha rigenerato e fatto arrivare dov'è ora. Si è auto-salvato, semmai, ma la storia raccontata è che per "magia" la SSC Napoli lo ha strappato dalla miseria". 

"Sarebbe stato più meritevole se, invece, con l'azienda di famiglia ereditata e magari miliardaria, avesse messo soldi altrettanto ereditati, magari per riparare a perdite monstre fatte da pessime gestioni? Per certe menti eccelse sì, evidentemente. Dovrei quindi vergognarmi di avere l'azienda di nonno e papà che non va più bene come 50 anni fa, avendo però avuto la capacità di far esplodere di salute un'altra azienda non ereditata ma rilevata in fallimento? Cioè: meglio l'imprenditore figlio dì che sfrutta ciò che ha avuto in dote, rispetto a quello che ricrea da zero ricchezza?" .

"Siamo alla follia, all'ottusità nella sua forma più pura. Per altro, faccio notare, tutto questo succede in un settore dove (cosa rara) gli imprenditori guadagnano ben meno dei loro dipendenti più pagati. Tutto il CDA del Napoli, visto l'utile, si è distribuito circa 4 milioni di euro. Meno della metà del compenso (netto) del solo Osimhen. Però, in questo mondo sempre più delirante, quei 4 milioni sarebbero quasi un affronto, un introito immeritato, da "pappone".  Un'ancora di salvataggio a chi, senza il Napoli, oggi sarebbe "povero".

"Il "modello Juve", quello celebrato pure da chi ricopre incarichi ufficiali in Lega, è invece quello da seguire. Quello Inter, parimenti, va tutelato per il "brand". Anche se vivono di continue "iniezioni" esterne da già miliardari, poiché non sanno autosostenersi. Anche se sono massacrate di debiti e non falliscono prima di tutto per diritto di nascita. Quando l'unico acquisto che dovrebbero fare questi straindebitati club senza volto, è proprio un presidente come quello che a Napoli abbiamo la fortuna di avere da 18 anni. E che temo rimpiangeremo non poco, quando prima o poi passerà la mano. Te li faccio io i complimenti, "don Aurelio". E ti dico anche grazie, per dove hai portato il Napoli", ha concluso Milite.


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Luca CirilloLuca Cirillo
Giornalista dal 2010, ha lavorato per Il Roma. Da vicedirettore ed inviato di giornali online, ha seguito il Napoli in giro per l'Europa. È autore e conduttore di programmi su Radio Amore e collabora con alcune riviste.

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