Tarallo: "Di Lorenzo non poteva girare per Napoli, dobbiamo sempre ricordarci che..."
"Se il risultato con l'Empoli non si dovesse sbloccare subito, non bisogna avere fretta né frenesia", ha sottolineato il giornalista de "La Verità".

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano "La Verità". Di seguito, alcuni passaggi dell'intervista: "Conte sereno? Ci troviamo di fronte a uno che di vigilie complicate e importanti ne ha vissute tante, sia da calciatore che da allenatore. Non credo che un finale di campionato possa scomporlo più di tanto".
"Stasera - ha aggiunto - ci troviamo davanti al classico trappolone: serve calma e pazienza. L’Empoli arriva qui con la necessità di fare punti, perché è in una condizione molto pericolosa per la retrocessione. Se il risultato non si dovesse sbloccare subito, non bisogna avere fretta né frenesia. Credo che Conte stia cercando di trasmettere proprio questo. Poi c’è la serenità legata al fatto che si trovi in un contesto di “win-win”: se dovesse chiudere al secondo posto, figuriamoci se qualcuno potrebbe immaginare di attribuirgli eventuali colpe. Non ne avrebbe in alcun modo. Questo è un campionato che non ci vedeva tra i favoriti per la vittoria".
"Bisogna sempre ricordarsi da dove siamo partiti: il nostro capitano Di Lorenzo non poteva nemmeno girare per strada la scorsa estate, tanto era criticato per il pessimo campionato, mentre ora qualcuno sta sottovalutando un eventuale secondo posto. C’è bisogno di equilibrio. Il mercato fatto dalla società è stato buono, ottimo. È chiaro che con Kvaratskhelia ancora qui - ha continuato Tarallo - avremmo qualche punto in più. Ma lì bisogna chiedersi se il ragazzo poteva o voleva aspettare. Le responsabilità di Conte, però, non le vedo. Non voglio fare il suo difensore, magari ha sbagliato qualche cambio, ma fino a questo momento la stagione è positiva".
Forse il grande girone d’andata ha alzato troppo le aspettative della piazza?
“Esattamente. Quel girone d’andata fatto in quel modo, con tutte quelle vittorie e con il primato, ha alzato le aspettative. C’è stato un corto circuito a ridosso del mercato di gennaio. Non serve individuare colpevoli per dire che è successo qualcosa di sbagliato, ma è evidente che qualcosa non abbia funzionato. Eppure, neanche l’Inter ha approfittato nel migliore dei modi della nostra flessione. Anche loro sono calati. Noi ora siamo qui, proiettati sulla partita di stasera, pronti a cercare una vittoria, anche di misura, per prenderci questi tre punti e continuare a mettere pressione alla favorita. Ed è già tanto".
Che idea si è fatto in merito alla questione scommesse?
“Quella che è emersa è solo la punta dell’iceberg. Il fenomeno è molto più diffuso e capillare. Ci sono grandi agenzie straniere che organizzano eventi, invitano i calciatori come testimonial e li avvicinano fin da giovani. L’idea che mi sono fatto è che sia un fenomeno molto più ampio di quanto immaginiamo, un tema più sociale che sportivo. Parliamo di ragazzi con tanti soldi e in cerca di emozioni forti, un bersaglio perfetto per gente senza scrupoli pronta a spennarli. Questo è il tema".
Lei sarebbe d’accordo con la radiazione dei calciatori coinvolti?
“No, io non sono favorevole. Sono per un recupero sociale, per recuperare le persone, non solo i calciatori. La ludopatia è un problema serio, che rovina famiglie e vite. Poi è chiaro: se ci sono responsabilità gravi, è giusto che ci siano conseguenze. Ma chi cade in questa trappola va recuperato, non condannato in via definitiva. È una questione sociale, più che sportiva".
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