Roma, Pellegrini: "Quante cazzate su di me, ho pensato di andare via". Poi spiazza sul Napoli
Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, nel corso di una intervista ha fatto il punto sulla squadra di Gasperini ed ha parlato anche delle avversarie.

Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, ha rilasciato un’intervista a Il Romanista ed ha toccato vari argomenti, tra cui le dicerie sul suo conto, le offerte arrivate ed anche il momento della stagione. Non è mancato un passaggio sul Napoli di Antonio Conte in cui ha spiazzato tutti.
"La mia romanità - ha spiegato Pellegrini - è arrivare puntuale a ogni allenamento, la mia romanità è rappresentare al meglio la Roma non solo in campo, ma ogni giorno della mia vita, con o senza fascia, si è capitani se rispetti e fai rispettare la maglia sempre, la mia romanità è fare gruppo quando le cose vanno male, è venire qui ad allenarsi con dieci compagni anche quando non c’è allenamento come è successo quando c’era Juric mentre tutto il mondo intorno sparava cazzate. La mia romanità è anche la mia introversione che significa solo non fare lo stupidino quando bisogna essere seri. La mia romanità è quella di mio padre che mi dice sempre che ha tifato la Roma pure quando arrivava decima. È quella della Curva Sud, è amare la Roma a prescindere. La cosa che qualcuno deve capire quando mi fischiavano che io ero ancora più incazzato di loro per la situazione della Roma. Ma qui sono state dette cazzate su di me, cose non solo inventate ma il contrario di quello che è successo”.
Sulla favorita assoluta per lo scudetto: "Secondo me c’è distanza tra il Napoli e le altre. Gli azzurri vengono da un anno in cui hanno vinto, in cui si sono fatte determinate cose che stanno continuando a fare. E hanno messo dentro parecchi giocatori importanti. Per me il Napoli è la favorita, sì. Poi viene l’Inter, semplicemente per i giocatori, per la loro qualità e la loro esperienza. E da quello che si nota, si vede che il gruppo segue tanto Chivu, lo rispetta e ci crede. I giocatori sono importanti. Dopo arriva il Milan, che ha una squadra forte. Noi, più che guardare quanto siamo o non siamo distanti da loro, dobbiamo guardare noi stessi e basta. Ci sono cose in cui possiamo migliorare e se si migliorano quei punti, ci si può divertire. Fare le cose giuste. In questo inizio, tante volte abbiamo vinto con un però. “Però qui, però lì, però 1-0...”. Quando aggiusteremo questi però, sarà un po’ più chiaro il tutto”.
Sulla possibilità di andare via: "Ci ho pensato, ovviamente. E più che offerte, ci sono stati interessamenti. Ma comunque quell’infortunio è stato troppo determinante in quel momento. Ancora non mi allenavo con la squadra; ho fatto la prima panchina simbolica a Pisa, dopo essermi allenato una volta con gli altri. In più, sono uno a cui non piacciono le cose fatte all’ultimo: se devo fare una cosa, devo pensarci bene, essere convinto di ciò che faccio”.
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