Quando De Simone disse: "Un santone mi anticipò la breve vita di Troisi. Un giorno Massimo..."
Roberto De Simone, nel corso di un suo intervento al Premio Troisi nel 2009, raccontò anche una battuta "cattiva" di Eduardo De Filippo su Nino Taranto.

Roberto De Simone, grande autore, musicista, musicologo, antropologo e regista, ospite d'onore al Premio Troisi nel 2009, raccontò alcuni aneddoti su Massimo Troisi e non solo, raccolti da Fabio Gentiluomo. Ecco alcuni passaggi: "Ho molto rispetto per il teatro di Eduardo De Filippo, con cui ho lavorato, lo rispetto come attore meno come drammaturgo".
E poi: "La comicità di Massimo Troisi, invece, è dedita alla ricerca della parola: fosse vissuto di più, sarebbe diventato uno scrittore, un drammaturgo. Eduardo era molto cattivo quando faceva le battute. Ricordo che quando stava producendo Masaniello, a cui partecipò anche Domenico Modugno, Nino Taranto volle fare la stessa cosa, anche se lui era pure interprete dell'operazione. Quando dissero a Eduardo di esprimere un parere a riguardo, disse: "Ma Taranto ha cagnato mestiere? S'è miso 'a fa l'attore?".
Inoltre ha ricordato: "Presi un testo surreale di Cortazar (scrittore argentino, ndr) che era proprio nelle corde di Troisi. C'era un brano che Massimo avrebbe dovuto eseguire spiegando in maniera scientifica come salire una scala. Volevamo eseguire questo spettacolo come inaugurazione della stagione del Teatro Mercadante di cui sarei dovuto essere direttore artistico. Mi immaginavo questa comicità surreale portata in scena da un Pulcinella totalmente bianco, maschera compresa. Vedevo nella comicità di Troisi ciò che c'è dietro la maschera, il mood dell'incertezza. Il mood di pensare prima di essere nati, quasi come se si trattasse di personaggi ancora nel ventre materno".
"Un santone pugliese mi disse di Troisi: "Quel ragazzo ha un segno fatale, nell'occhio sinistro". Mi anticipò la breve vita di Troisi. C'è un episodio che mi lega fortemente a Massimo: lui era in ospedale e dalla camera buia volle parlare con me dicendomi "Lei non immagina quanto sia dispiaciuto di questo mio malore. Io spero un giorno di farlo questo spettacolo". Mi colpì moltissimo questa lealtà, dissi a Massimo di pensare solo a rimettersi presto. Poi lo spettacolo andò in scena e dovetti cambiare molto perché l'attore che lo interpretò non aveva le caratteristiche di Massimo. Una volta chiesi a Troisi se si sentisse un attore, lui rispose che erano cose che dovevano dire gli altri. Questa risposta mi confermò che lui era in eterna ricerca, il suo teatro poteva riguardare anche il mutamento mentale", concluse De Simone.
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