Paoletti: "Il Napoli vincerà lo Scudetto anche per interessi di Governo"
L'ex addetto stampa della SSC Napoli ha duramente criticato il sistema calcio in Italia giunto ormai al collasso.

Paolo Paoletti, giornalista ed ex addetto stampa della SSC Napoli, ha parlato della situazione del calcio italiano in un lungo post pubblicato su Facebook. "Il Napoli ha vinto lo scudetto con mezzo campionato di anticipo. Lo scrivo da 3 mesi, adesso lo dice perfino il più incallito degli scaramantici, Ferlaino. Pur essendo un unicum nel calcio italiano di ieri e di oggi, ciò di cui bisogna occuparsi sono il processo per le plusvalenze, che non è solo il caso Juve, e la ferocia della violenza ripresentatasi ancora al solito posto sulla A1 e per quanto riguarda la Campania anche per Paganese-Casertana!".
Paoletti aggiunge: "Poi va riformulato il concetto dell'autonomia dello sport, attualizzandolo alla realtà: se le società di serie A si ritengono industrie dello spettacolo, ottenendo perfino il diritto di rimandare il pagamento di 850 milioni di tasse in un Paese che ha oltre 2700 miliardi di debiti, devono essere sottoposte alle regole dei codici della giustizia civile e penale come ogni altra impresa/imprenditore, cittadino italiano o che opera in Italia".
"Vale per gli italiani Agnelli, De Laurentis, Lotito e per gli stranieri proprietari di Inter, Milan, Roma, Atalanta tanto per citare le squadre che lottano per un posto nelle competizioni europee. Da ciò si arriva alle plusvalenze. Aspettavo che sullo sconcio in atto da anni, si pronunciasse il Governo. Finalmente sulle plusvalenze il ministro Giorgetti l'ha messa sul mancato incasso del fisco. Benvenuto. Dopo tutti i bla-bla di Abodi, Casini, Gravina, in ordine inverso di apparizione. Tutti sanno che la pratica delle plusvalenze è un atto scorretto nel calcio perché la quotazione del calciatore non può essere oggettiva. E soprattutto perché sempre più spesso sono plusvalenze senza esborso di soldi!".
"Perché allora la Juventus è diventata un caso con il -15 in classifica deciso a metà campionato? Tutto nasce dall'inchiesta Prisma cui la FIGC non ha potuto sottrarsi dopo che Chinè era stato indotto ad assolvere tutti nell'inutile processo sportivo svolto su un vuoto regolamentare. Adesso che la Procura di Torino ha accertato irregolarità pesanti e perpetuate, l'autonomia dello sport è andata a farsi friggere. TUTTO RIDICOLO!".
"Adesso sarà riaperto il processo sportivo ma non tutte le Procure che in Italia stanno indagando sulla questione plusvalenze, falso in bilancio, etc etc - che invece coinvolge, più o meno, tutti i club - hanno gli stessi tempi per concludere le indagini. Napoli per esempio che indaga sul trasferimento Osimhen in cui 3 giocatori della primavera più un portiere super-riserva sono stati quotati incredibilmente ben 20 milioni, doveva chiudere per il 3 febbraio ma ha chiesto altri 6 mesi di tempo. Conclusioni dei pm quindi a babbo morto e scudetto assegnato".
"Il calcio è alla canna del gas? Certo, non per questo va assecondato. Andrea Agnelli nel suo discorso di addio alla presidenza Juventus ha indicato i motivi della crisi ormai cronica e irreversibile: al primo posto c'è l'inadeguatezza delle governance - dirigenze - sia del Sistema sia dei singoli club (presidenti). Poi c'è la finanza insufficiente per essere competitivi e l'arretratezza delle regole vigenti".
"Effettivamente il calcio di serie A non è più sport ma industria di intrattenimento. Eppure a differenza degli altri attori del settore gode dello scudo 'interesse pubblico' da impuniti e intoccabili. Peggio dei parlamentari! Questi privilegi devono finire, come deve finire l'uso strumentale dei fanbase: clienti, utenti, tifosi, eserciti del dissenso... di volta in volta, per come conviene ai presidenti, per nascondere incompetenza e forti interessi personali. Innanzitutto economici".
"BASTA, chi vuol fare l'imprenditore di intrattenimento nel calcio sia trattato come tutti gli altri soggetti del settore: cinema, teatro, musei, concerti, bar, ristoranti: avvero faccia la fame se non è in grado con metodi leciti di vincere, ovvero essere al livello della concorrenza e delle leggi di mercato. E chi sbaglia vada in galera, come accade a chiunque non rispetti le leggi. La classifica? Niente paura il Napoli vincerà lo scudetto, per meriti di campo e per interessi globali del settore e di Governo. Perché con il populismo del calcio si combatte anche il populismo del reddito di cittadinanza. Una differenza: nel primo caso i soldi se li mettono in tasca, presidenti e calciatori. Pochissimi ultra-privilegiati. Il secondo, invece, mette alla fame milioni di italiani! UNO SCANDALO SENZA FINE!", conclude Paoletti.
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