Moncalvo: "Coltellata di Elkann ad Agnelli. Futuro Juventus? Tre scenari inquietanti"
Gigi Moncalvo ha parlato della precaria situazione della Juventus: "John Elkann non poteva non sapere della situazione del club bianconero".

Il sito Sport del Sud ha intervistato Gigi Moncalvo, giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Negli ultimi anni, Moncalvo si è occupato di scavare a fondo all’interno della dinastia Agnelli, scoprendone i retroscena, disvelandone le battaglie intestine e comprendendo le dinamiche che le governano. Autore di I lupi e gli Agnelli, Agnelli Segreti e I Caracciolo, ha pubblicato ad ottobre 2022 il suo ultimo libro d’inchiesta dall’emblematico titolo Agnelli Coltelli. “La coltellata c’è stata e l’ha rifilata John Elkann ad Andrea Agnelli. Ha dimostrato la sua limitatezza dal punto di vista umano, prendendo una decisione che corrisponde praticamente ad una sentenza anticipata. Non ha avuto alcun riguardo per la sua situazione delicata, men che meno per il legame di sangue. Questa volta, però, i rischi sono molto molto alti. Sicuramente per quanto riguarda la Juventus, ma soprattutto per una cosa che va messa in luce e sottolineata con grande decisione: John Elkann non poteva non sapere. Com’è possibile che l’azionista di maggioranza, in pratica il padrone, non sapesse di questa finanza allegra – chiamiamola così – e di questa gestione così spregiudicata e rischiosa da parte del cugino? Com’è possibile che nel corso di queste continue ricapitalizzazioni non si sia mai posto due domande sul perché di simili buchi di bilancio? Francamente, è impensabile. Soprattutto alla luce del fatto che aveva scelto degli uomini fidati all’interno del Consiglio di Amministrazione, che sicuramente gli hanno riferito cosa stava succedendo”.
Si può pensare che Andrea Agnelli sia stato utilizzato come capro espiatorio? “Ecco, il gioco è molto pericoloso. Elkann ha mandato al massacro il cugino, lo ha sacrificato sull’altare dell’opinione pubblica, che lo ha additato come unico colpevole, ma è lui stesso colpevole di tutta questa situazione. Qualcuno potrebbe obiettare che John Elkann non è inquisito per il semplice fatto che non ricopriva delle cariche sociali, ma c’è un articolo del Codice civile che prevede espressamente che la società controllante (in questo caso Exor e gli amministratori di Exor) sono ritenuti responsabili in caso di manchevolezze o di problemi della società che avrebbero dovuto controllare. A mio parere, John deve stare molto attento e credo che sia anche abbastanza preoccupato, perché il fatto che sapesse è dimostrato dalle intercettazioni telefoniche. Le risposte che dà John Elkann ad Andrea Agnelli, confrontandosi sulle 544 pagine della Procura della Repubblica, sono inequivocabili".
"Egli sapeva perfettamente cosa erano le plusvalenze, quante ne venivano fatte e quanto valevano. Insomma, il giochino lo conosceva anche lui. In secondo luogo, recentemente ha detto che la Exor non avrebbe più versato una Lira alla Juventus perché non ce n’era bisogno: dovrebbe spiegarci, allora, come sia stato in grado di azzerare improvvisamente un deficit così oneroso. Un miracolo che neanche San Gennaro avrebbe fatto (ride, ndr). Questo significa che o erano fasulli quei bilanci precedenti o era fasullo quello che ha voluto farci credere”.
Che futuro immagina per la Juventus? “Io vedo tre scenari molto inquietanti. Il primo è che la Juventus venga gestita da una banda di commercialisti, consulenti e finanzieri che di calcio non capiscono niente. Quasi come un governo tecnico, senza che ci sia però Draghi alla guida. Ora c’è il direttore generale Scanavino che in passato ha gestito Repubblica e ha perso delle copie, ha gestito La Stampa e ha perso delle copie, il Secolo XIX e ha perso delle copie. E allora mi si deve spiegare se il signor Scanavino ha come requisito quello di essere stato il compagno di scuola di John Elkann oppure se abbia anche dei requisiti manageriali. Il secondo è che si interessi lo stesso John Elkann della vicenda. La sua precedente gestione, quella del dopo Calciopoli, è stata catastrofica, diciamolo pure chiaro e tondo. Ci ricordiamo di Blanc, Cobolli Gigli e tutta quella banda lì. Il terzo, che mi preoccupa non poco, è che John Elkann metta la Juventus in vendita. Bisogna prendere consapevolezza che a John della Juventus non gliene frega niente. Anzi, è un asset costoso che per essere risollevato dopo questa baraonda richiederà delle spese. Lui non se ne importa, ha già venduto La Stampa di Torino a De Benedetti, il più grande nemico che aveva l’avvocato Agnelli. Quindi se Elkann trovasse uno con i soldi potrebbe tranquillamente vendere la Juventus. La mia paura è che quel “qualcuno con i soldi” possa essere proprio Andrea Agnelli con l’aiuto di Giraudo, che ne amministra i beni e i fondi di investimento a Londra. In questo momento, comprare azioni della Juventus ha un prezzo molto basso e sarebbe convenientissimo. Per fare ciò, però, Agnelli dovrebbe passare nuovamente dal cugino, chiedendo il permesso di fare questa mossa. Se si dovesse verificare questa situazione, per me sarebbe un’altra sciagura, perché ha già dimostrato di non saper gestire questo club in maniera seria, ordinata e pulita. Non lo ha fatto in tempi buoni, non oso immaginare come potrebbe farlo con i bilanci che a quel punto sarebbero super controllati”.
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