"Lasciare Napoli a 23 anni è stato drammatico": la confessione di Serena Rossi

Serena Rossi, attrice e cantante partenopea, ha deciso di raccontare la sua amata città in uno spettacolo teatrale al titolo "SereNata a Napoli". Un vero atto d’amore in giro per tutta Italia. Per lei, Napoli "è famiglia. Il posto a cui appartengo e ne sono orgogliosa. Mi fa battere il cuore ogni volta che ci metto piede".

"La musica napoletana è eterna - racconta a Specchio - è poesia, un patrimonio da non perdere. Ho pensato: "Chissà se i più giovani la conoscono?”. Mi piaceva l’idea di prendere il testimone di questi capolavori e portarli a teatro. Forse spinta anche da un senso di colpa per essermi allontanata a 23 anni, anche se emotivamente è come se non l’avessi mai lasciata. Volevo in qualche modo, farmi perdonare, riconquistarla".

Sulla sua carriera: "Sinceramente - riporta il Messaggero - non immaginavo potesse diventare un lavoro. A 9 anni, in vacanza nei villaggi turistici, agli spettacoli del mini club mi facevano cantare e ballare. In vacanza ci portavamo sempre dietro il Canta Tu e durante le cene si cantava tutti insieme. Poi ho iniziato a esibirmi a qualche cerimonia e nei piano bar". All'epoca aveva 13 anni ed ad accompagnarla era "prima un amico di famiglia poi con mio papà e, infine, con un ragazzo che aveva la mia età e suonava la chitarra. Mio padre ci accompagnava in macchina a Sorrento a fare le nottate nei pub. A 16 anni è diventato un lavoro anche se non ho mai avuto la smania del successo. Frequentavo il liceo linguistico e pensavo di fare l’interprete".

Poi la svolta: "Una sera, mentre cantavo in un pub a Sorrento, un manager napoletano, Tonino Acocella, si avvicinò a mio padre e gli disse che Claudio Mattone cercava la protagonista per il musical C’era una volta…Scugnizzi e gli chiese di farmi fare il provino...". Lo fece e non andò male anche se il regista disse a suo padre: “Serena, per fare la protagonista è troppo acerba, non può reggere un palcoscenico come il Sistina. Però in lei vedo qualcosa, la vorrei nel cast, come una sorta di mascotte”.

"Così iniziai. Ero la più giovane, con uno spazio minuscolo all’interno dello spettacolo, eppure venni notata dal regista Gianfranco Albano che mi chiamò per fare un provino per un film per Rai 2, Rosafuria. Non ci credevo, pensavo avessero sbagliato persona", ha aggiunto.

A 23 anni arriva il distacco dalla sua Napoli per andare a vivere a Roma. Un distacco che lei definisce "drammatico". "A Napoli vivevo con i miei genitori, in casa non alzavo un dito ed ero la reginetta di Un Posto al Sole. Mi sono ritrovata a Roma, dove ero una dei 6 milioni di abitanti, a convivere con un uomo più grande di me, oggi mio marito (l’attore Davide Devenuto). Sono uscita da una situazione molto protetta e proiettata alla vita degli adulti. Sono stata fortunata perché ho trovato la mia strada professionale da giovane. Genitori? Mi hanno sempre appoggiata. Mio padre era un tecnico di laboratorio in ospedale. Mamma ha fatto la DJ in una radio negli anni ’70, la maestra elementare, l’estetista e, ora, fa la truccatrice sui set. In famiglia l’unico artista prima di me era mio nonno che scriveva canzoni napoletane per Mario Merola".