Eddy Merckx: "Io correvo contro cinque o sei avversari, Pogacar ne ha solo due. Su Gimondi..."
In un'intervista l'ex leggenda del ciclismo Eddy Merckx ha raccontato alcuni retroscena sulla sua carriera.

Intervistato in esclusiva da Il Messaggero, Eddy Merckx ha ricordato così la positività al Giro 1969: "Inviammo anche i campioni di urina a un medico legale, che non trovò niente. Rischiavo di perdere il posto in squadra. Non era lo sport di adesso, non si girava con gli uffici legali a rimorchio, e i soldi erano quelli che erano. Io avevo un agente che mi diceva a quali corse partecipare e basta".
Poi sul ciclismo di oggi: "L'arrivo degli specialisti? Un male per il ciclismo. È arrivato Pogacar che non si limita alle corse a tappe, vince su tutti i terreni e prova anche la Roubaix. Ovvio che il pubblico si entusiasmi e lo consideri un fenomeno. Chi è più forte? Paragoni irricevibili. Tutto ciò che posso dire, senza trarre conclusioni, è che lui ha al massimo due avversari alla volta. Io solo in Italia ne avevo cinque o sei. A proposito, Del Toro mi sembra un ragazzo in gamba".
Sugli avversari più temuti e odiati: "Gimondi era il più regolare. Ocaña faceva male, tra alti e bassi. Non ho mai odiato nessuno, a parte Maertens quando regalò a Felice il Mondiale del 1973. Mi corse contro. Ma fu questione di una gara".
Conclusione del Cannibale del ciclismo con una confessione: "Il giorno più bello della mia vita: l’arrivo del Tour 1969. Erano trent’anni che un belga non vinceva il Tour. Ci pensavo da bambino, ci penso ancora".







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