Anellucci: "Per il Napoli piccolo campanello d'allarme. De Bruyne appesantito"
"Lo sappiamo bene cosa significa il lavoro atletico con Conte. Le prime uscite sono sempre complicate", ha spiegato l'agente.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa. Ecco alcuni passaggi: "Quanto vale l'amichevole persa con l'Arezzo? Beh, sicuramente non vale moltissimo, però lo sai meglio di me: perdere non è mai bello, soprattutto all’inizio".
"È una partita che lascia qualche dubbio - ha spiegato - gambe imballate, soprattutto per come viene strutturata la preparazione del Napoli e per come l’allenatore imposta il lavoro. Quindi sì, magari è un piccolo campanello d’allarme, che io terrei acceso, ma già dalla seconda o terza uscita sarà tutt’altra storia. Quindi un po’ d’allarme ci può stare, ma senza fare drammi. È sempre brutto perdere, anche se giochi Napoli A contro Napoli B. Se perdi contro i ragazzi del tuo stesso club, è comunque una brutta sensazione. Ma ci sono tante attenuanti: giocatori appena arrivati, inizio di stagione, preparazione pesante… Lo sappiamo bene cosa significa il lavoro atletico con Conte. Le prime uscite sono sempre complicate. Ti dirò di più: io mi sarei preoccupato del contrario, se il Napoli avesse vinto 15-0. Quelle sono partite che non servono a niente. Vorrebbe dire che qualcosa non quadra, perché una vera preparazione deve essere intensa, soprattutto considerando che quest’anno il Napoli avrà tantissime competizioni. Fa tutto parte del gioco”.
Ieri una topica di Alex Meret. Possiamo dire che anche su di lui la preparazione stia giocando qualche brutto scherzo o inizia a sentire la pressione di un secondo ingombrante come potrebbe essere Milinković-Savić?
“Sono situazioni che succedono sempre. Se sbaglia il portiere è più evidente, mentre se sbaglia un centravanti è meno grave, perché non si subisce gol e nessuno se lo ricorda. Questo inizio non proprio fortunatissimo di Meret forse riflette tutte le chiacchiere che si sono fatte in estate e che continuano a circolare. È possibile che ci sia un po’ di poca serenità, ci può stare. Però ha rinnovato da poco, quindi non credo ci siano segnali allarmanti. Sai com’è: quando sei in un grande club, la competitività è altissima. Se invece non hai un secondo portiere all’altezza, rischi di sentirti troppo tranquillo, quasi appagato. Ma in una squadra come il Napoli, se vuoi stare a certi livelli, devi accettare la concorrenza di un secondo portiere da top club. È normale".
Sui social, qualcuno ha storto il naso, Claudio, per la condizione fisica mostrata da Kevin De Bruyne, apparso un po’ appesantito. Cosa ne pensa?
“Non è mai giusto. Che ti chiami Kevin De Bruyne o Antonio Pasquale, quando sei un professionista, devi esserlo a 360°. Poi magari ci sta: lui non ha giocato molto la passata stagione, ha staccato un po’, sapendo che avrebbe avuto del tempo prima di rientrare. Ma ti parlo per me: se sono un professionista, e vengo pagato – bene o male che sia – devo farmi trovare pronto. Se gli altri sono in forma, io devo esserlo ancora di più perché sono un top player. Comunque con quattro o cinque giorni con Conte, vedrai che torna in forma immediatamente. Non c’è proprio alternativa. I carichi di lavoro con Conte li conosciamo bene".
A proposito dei carichi di lavoro: sempre sui social, in tanti stanno parlando dei fastidi muscolari accusati da diversi calciatori del Napoli dopo 5-6 giorni di allenamento. Ci sta in questa fase o Conte sta esagerando?
“Io non credo stia esagerando. Un allenatore deve allenare un gruppo di 30 giocatori, ed è chiaro che devono adeguarsi loro, non il contrario. Conte ha un suo percorso, un suo programma, e va avanti per la sua strada, come è giusto che sia. Chi si ferma ha a disposizione i preparatori ed i medici. Certo, è una preparazione tosta. Ma stiamo sempre parlando di calciatori, di persone che fanno il lavoro più bello del mondo. Vengono pagati per correre su un campo, vengono applauditi o fischiati. Se fanno 15 giorni di ‘fatica’, non è nulla di straordinario. La vera fatica è quella di chi si sveglia alle 5 del mattino, prende quattro treni e porta a casa 1.200 euro al mese. Non certo quella dei calciatori. A me non fanno tenerezza, e lo dico da operatore del settore, con cognizione di causa. Conte fa bene, anzi, secondo me aumenterà ancora i carichi. Se sei un professionista, prendi uno stipendio da top player e giochi ad alti livelli, ti devi allenare anche tre volte al giorno. Su questo sono assolutamente dalla parte di Conte".
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