Sampdoria in lacrime, morto lo storico team manager Ajazzone: il dolore di Roberto Mancini
I blucerchiati piangono la scomparsa di uno dei protagonisti degli anni d'oro del club: iconica la foto usata dall'ex ct dell'Italia per ricordarlo.

Sampdoria in lutto: all'età di 70 anni, è morto Giorgio Ajazzone. Aveva legato la sua carriera alla Sampdoria, prima in amministrazione, vivendo gli anni d'Oro del club con lo scudetto del 1991 (un anno dopo il secondo tricolore del Napoli) e la finale di Champions League (persa contro il Barcellona), poi come team manager.
Di quella Sampdoria, Roberto Mancini era simbolo e capitano. L'ex commissario tecnico della Nazionale italiana, sul suo profilo Instagram, ha dedicato una storia per ricordare Ajazzone: una foto iconica con lui, Ajazzone, Gianluca Vialli e Toninho Cerezo, con la scritta "Ciao Giorgio r.i.p". Ajazzone era entrato a far parte della Sampdoria nel 1978 come impiegato amministrativo sotto la presidenza di Edmondo Costa, mentre dal 1997 al 2017 è stato nominato team manager dei blucerchiati.
Questo il comunicato della Sampdoria: "Quasi 40 anni di Sampdoria che di anni ne ha quasi 79. Un autentico pezzo della nostra storia: questo era Giorgio Ajazzone, una bandiera che sventolerà per sempre nel grande cielo blucerchiato. Il settantenne ex dirigente genovese è scomparso oggi in quella che era diventata la “sua” Savona, città dalla quale faceva giornalmente la spola con le varie sedi sociali – via XX Settembre, piazza Campetto e Corte Lambruschini – e il centro sportivo di Bogliasco. Era nato il 1° maggio del 1954 nel quartiere di Rivarolo, figlioccio del medico e fondatore della Federazione dei Clubs Blucerchiati Gloriano Mugnaini. Comprensibilmente instradato al tifo doriano, entrò a far parte della società nel 1978 nelle vesti di impiegato amministrativo sotto la presidenza di Edmondo Costa. L’arrivo del nuovo proprietario Paolo Mantovani una stagione più tardi fu l’inizio di un sogno, per i tutti sampdoriani e ovviamente per Giorgio, che visse in prima persona la nascita e l’epopea della Sampd’oro. Annate di viaggi e successi, di pullman e ritiri, aneddoti e amicizie, esperienze di vita uniche e irripetibili che amava raccontare incantando chi gli stava di fronte. Maestro nei rapporti e chioccia di svariati mister e calciatori, nel 1997 diventò ufficialmente team manager, ruolo che ricoprì – in campo e fuori – con stile, eleganza e professionalità fino al 2017, l’anno della meritata pensione. La malattia è storia nemmeno troppo recente: un male che lo fiaccò lentamente nel fisico ma non nella voglia di condividere e scherzare che resteranno in tutti noi; noi che gli abbiamo voluto bene. Fai buon viaggio Giò. Alla moglie Franca, ai figli Andrea e Luca e a tutta la famiglia Ajazzone le più sentite condoglianze da parte della società".
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