Anguissa fa male a chi non ce l'ha. Quando entra, è tutta un'altra musica
Si nota la differenza, quando Frank è in campo. Il suo ingresso ha dato maggiore solidità alla mediana di Conte in amichevole.

André Frank Zambo Anguissa è uno di quei centrocampisti che fanno la differenza: per presenza fisica, per tecnica e per spiccata personalità. Contro il Brest, il suo ingresso ha dato maggiori certezze ad un Napoli che non ha brillato in amichevole in Abruzzo.
La squadra di Antonio Conte ha risposto meglio al test match odierno, quando il tecnico ha deciso di gettare nella mischia il calciatore camerunense e Matteo Politano, due "pilastri" dell'undici titolare che ha vinto lo scorso Scudetto. Con loro in campo, tutto il Napoli gira meglio, ed anche Noa Lang ne giova, riuscendo a dare qualcosa in più per la tranquillità di avere le spalle più coperte.
Nell'undici iniziale, con Kevin De Bruyne Stanislav Lobotka è partito Giacomo Raspadori. L'ex Sassuolo si è impegnato, ma non è del mestiere e la differenza con lo stesso Anguissa si è avvertita: questione di fisicità, ma anche di approccio mentale.
Il manager italiano di Frank (Giovanni Branchini), i giorni scorsi, lo ha detto a Sky: il numero 99 è un "equilibratore", uomo da doppia fase come pochi. Difficilmente, durante la stagione, lascerà il posto ad altri nella sua zona di competenza.





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