Lucarelli: "Voleva darmi un miliardo per smettere, mi voleva rovinare"
Cristiano Lucarelli, ex calciatore del Napoli, ha raccontato un clamoroso aneddoto sulla sua carriera ai microfoni di OCW Sport.

"Mi chiamarono a fare in prestito il torneo di Viareggio e feci un ottimo torneo. Alla fine mi comprarono, spendendo anche tanti soldi: versarono alla Cuoiopelli nel 1992 230milioni delle vecchie lire". Inizia così il racconto sugli inizi della sua carriera da calciatore al Perugia, Cristiano Lucarelli - che tra l'altro ha vestito anche la maglia del Napoli - al podcast OCW Sport su YouTube.
E ha raccontato degli aneddoti sulla sua avventura a Perugia con il presidente Luciano Gaucci: "Ce ne sarebbero migliaia da raccontare belli e anche brutti perché quando si arrabbiava erano dolori. Lui mi volle personalmente e mi curava come se se fossi uno dei suoi cavalli. Dovevo farmi ogni mattina due chilometri e mezzo ad andare e due chilometri e mezzo a tornare per pesarmi, solo io. Questo perché diceva che i suoi cavalli con un chilo in più arrivavano tre metri dopo. Tendenzialmente tendevo ad ingrassare, ma lui diceva che ero pesante in campo e mi obbligava a pesarmi".
L'ex numero uno del Perugia era molto generoso con Lucarelli: "Lui mi venerava, era innamorato di me e mi faceva un sacco di regali. Ogni volta che facevo gol mi regalava centomila lire, perché sapeva che la situazione della mia famiglia non era rosea. Mi ricordo un episodio simpatico: contro L’Aquila feci sei gol e lui mi disse ‘arrivo a 400, martedì vieni a prendere gli altri’".
Poi svela un episodio di mercato che rappresenta al meglio il carattere di Gaucci: "Entrai in una trattativa con Marco Negri, in uno scambio con il Cosenza e Gaucci lo volle. Lo pagò, mi sembra 4 miliardi, una cifra abbastanza importante solamente che al Cosenza c’era Gianni Di Marzio, come direttore sportivo che mi seguì tutto l’anno e mi voleva in cambio. Così andammo lì, non senza arrabbiature da parte di Gaucci. Non era felicissimo di cedermi, ma quando capì che il Cosenza non avrebbe ceduto Negri si tutelò dandomi in comproprietà".
E racconta come lo ha convinto ad accettare il Cosenza: "Mi ha convinto chiamando il procuratore e dicendogli 'c’ho da farle una proposta'. Lui pensava fosse una proposta economica, un incentivo o qualcosa. Invece siccome stavo rifiutando e rischiando di far saltare la trattativa, gli disse 'le do un miliardo se lei fa smettere di giocare al calcio Lucarelli, lo voglio rovinare'. Perché per lui era un tradimento, e disse 'non la chiamo per offrirle provvigioni ma per farlo smettere di giocare perché voglio metterlo a lucidare la statua di Tony Bin (il cavallo del patron; ndr) nel mio giardino di Torre Alfina'. Il mio procuratore mi disse che forse era meglio accettare Cosenza e in effetti così feci e fu una fortuna".
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