Lindstrom, parla il Match Analyst: "Ecco perché è stato comprato e qual è il suo ruolo"
Lindstrom, per molti, è un "oggetto non identificato", nonostante le sue indiscusse qualità. Abbiamo chiesto al nostro Match Analyst un parere in merito.

Uno degli acquisti dal nome più altisonante fatti dal Napoli nello scorso calciomercato estivo, non solo di prospettiva, ma anche di rendimento nel presente, è quello di Jesper Lindstrom, centrocampista offensivo danese classe 2000, prelevato dall'Eintracht Francoforte, che il Napoli ha affrontato e battuto nella precedente edizione di Champions League, ma in cui il calciatore ha ben figurato. Lindstrom, però, da quando è a Napoli ha collezionato poche presenze, nessun gol né assist o giocate determinanti, facendo quantomeno apparentemente fatica a trovare un ruolo e a ritagliarsi il giusto spazio persino in una squadra che, a dispetto dei pronostici di inizio stagione, non sta girando al meglio, ritrovandosi addirittura all'ottavo posto in classifica al termine della diciottesima giornata di campionato.
Ed è proprio quello che pensano i tifosi egli opinionisti sportivi: perché comprare Lindstrom? In che ruolo gioca davvero? Perché col Napoli non gioca praticamente mai ed appare spaesato? È colpa sua o c'è qualcosa che non va e, se si, cosa? Per rispondere a queste domande abbiamo chiesto un parere ad Alessandro D'Aria, Match Analyst ed editorialista per AreaNapoli.it.
Perché il Napoli ha comprato Lindstrom?
"Intanto parliamo di un calciatore annunciato dal Napoli ufficialmente il 29 agosto - ha spiegato D'Aria - ossia in chiusura di mercato dall'Eintracht di Francoforte e che quindi ha saltato totalmente la preparazione fatta in estate, sebbene sull'efficacia di quest'ultima ci siano non pochi dubbi, atteso che comunque il calciatore era pronto per il campionato che come sappiamo in bundesliga parte anche prima. Bisognerebbe sapere da chi sia stato caldeggiato l'acquisto del nazionale danese, se dal tecnico Garcia o se, come pare probabile, il nome di Lindstrom fosse già sul taccuino di Micheli da tempo. Ad ogni modo per gli addetti ai lavori, sia in considerazione delle skills del calciatore che delle sue esperienze al Brondby che in Bundesliga, ma anche in nazionale, è parso da subito abbastanza evidente che non potesse essere il sostituto dell'ex Lozano, né l'alter ego di Politano. Probabilmente anche ripercorrendo quelle che sono state le prime dichiarazioni del tecnico transalpino, si è creduto di poter e forse dover creare delle alternative di gioco rispetto a quelle vincenti della scorsa stagione, che in qualche modo però erano ormai conosciute agli avversari. In quest'ottica poteva e può ancora essere valida l'idea di creare nuove codifiche e nuovi sistemi di ricerca di spazio visto che il calcio ormai si è evoluto ben oltre i meccanismi rigidi dei moduli o sistemi di gioco, andando verso un modello di calcio detto "posizionale", che abbia di fatto i vincoli derivanti dal modulo. Ecco, in quest'ottica non era e non è un acquisto sbagliato, né in termini di valore del calciatore, pagato ricordiamo 30 milioni dal Napoli e che ad oggi risulta già svalutato di 5 milioni, né in termini di possibile variante tattica".
Qual è il ruolo di Lindstrom e come potrebbe collocarsi all'interno del progetto Napoli?
"Le "heatmap" del danese parlano chiaro, il suo raggio d'azione è tipicamente quello di un trequartista che preferisce agire in zona di finalizzazione preferibilmente sul centro destra, svariando talvolta in zona centrale piuttosto che sul centro sinistra. Parliamo quindi del classico elemento da sistema di gioco 1-4-2-3-1 per gli amanti delle schematizzazioni. Sotto questo punto di vista possiamo certamente parlare di equivoco tattico visto che l'intento dichiarato sia dalla proprietà che dai 2 tecnici che si sono alternati alla guida del club partenopeo di attuare il sistema 1-4-3-3 in continuum con il lavoro di Spalletti. Tuttavia, trattandosi oltretutto di un elemento che ha tra le sue caratteristiche principali la velocità nello spazio, Mazzarri potrebbe provare ad impiegarlo inquadrandolo in un sistema di gioco diverso, preferibilmente a 4 a centrocampo, col danese che potrebbe agire come quarto di destra. In questo momento quello che mi sembra abbastanza chiaro è che, dato il momento critico e di scarse certezze e al netto dei possibili acquisti di mercato a gennaio, forse sarebbe il caso di valutare un cambio di atteggiamento tattico. Premesso che in questo calcio in cui gli impegni sono tantissimi è davvero difficile trovare i tempi per le esercitazioni e per gli allenamenti che costituiscono "condicio sine qua non" per un tecnico, Mazzarri deve secondo me provare ad impostare la squadra nel modo più elementare possibile, magari con un classico 1-4-4-2, che gli consenta dei movimenti più semplici ed una copertura del campo più capillare; questo in attesa l'anno prossimo di ripartire in maniera diversa con un calcio più evoluto per il quale in questo momento il Napoli, per una serie di fattori, non è in grado di proporre con profitto", ha affermato D'Aria in conclusione.
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