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Cagni: "Inzaghi mi fa inca***re, non può stare sulla riga per tutta la partita"

L'ex allenatore del Brescia, Gigi Cagni, ha parlato anche di Simone Inzaghi nel corso della sua intervista alla Gazzetta dello Sport.


RedazioneRedazioneTestata giornalistica

18/05/2025 11:10 - Interviste
Cagni: Inzaghi mi fa inca***re, non può stare sulla riga per tutta la partita

Gigi Cagni ha smesso di allenare otto anni fa, in B a Brescia. L'attuale apprezzato opinionista spiega il perché della sua decisione in una intervista alla Gazzetta dello Sport: "Non ho il procuratore, non sono dentro al sistema. A Brescia nel 2017 in tre mesi abbiamo conquistato una salvezza inimmaginabile".


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"Ho pensato: 'Se lavori bene una panchina arriva'. Mi sbagliavo. Questo mondo non è più il mio. Rido quando sento colleghi dire che il calcio è una scienza. Ne parlavo poco tempo fa con Claudio Ranieri, ci siamo detti che il calcio è semplice, non bisogna complicarlo", ha aggiunto Gigi Cagni nella sua intervista. Nel corso della sua esperienza a Piacenza ha allenato i fratelli Inzaghi. Di loro ha un bel ricordo.


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"Sono due bravissimi ragazzi. Simone dotato di qualità tecniche che Pippo non aveva ma era più… giocherellone. Pippo un fenomeno, mai vista una ferocia simile. Hanno il calcio nel sangue e nella testa. E meritano i successi che oggi raccolgono. Simone Inzaghi però mi fa inca***re, dai, non può stare sempre sulla riga per tutta la partita…", le parole di Gigi Cagni.

Infine un retroscena sull'ex amico Zenga alla Sampdoria. "Fine estate 2015, Walter mi chiama: “Gigi, dammi una mano con la fase difensiva”. Tenga conto che gli ho fatto da fratello maggiore alla Sambenedettese, la nostra amicizia durava da trent’anni. Facciamo la preparazione, mi fa lavorare pochissimo. Un giorno a Bogliasco mi dice: “Gigi, il presidente Ferrero non ti vuole più”. Chiedo al ds Osti se è vera ‘sta cosa. Osti mi dice di no, se l’è inventata Walter. Torno da Zenga, è lì che balbetta, dice che i calciatori gli hanno detto che sono anziano… L’ho mandato in quel posto dove non batte il sole. La sera mi telefona Ferrero: “Cagni mi spiace, ma Zenga non la voleva più. Non si preoccupi, a novembre lo esonero”. È andata proprio così»".


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