Bernardeschi si emoziona: "Vialli ci consegnava un gagliardetto e pronunciava queste parole"
Federico Bernardeschi ha raccontato un retroscena inedito sui suoi anni al Toronto e sull'esperienza con la Nazionale italiana di Mancini.

Federico Bernardeschi del Bologna è tornato in Italia dopo l'esperienza in Canada, con Lorenzo Insigne al Torono, attraverso l'intervista che ha rilasciato ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, ha parlato della sua avventura nell'MLS, evidenziando alcuni retroscena sulla Nazionale italiana.
"A Toronto avevo il team manager ad aiutarmi, ma è pur sempre un membro della società. Quando c'è un compagno di squadra è diverso. Ti coinvolge, ti fa entrare nei meccanismi della squadra e dello spogliatoio, organizza aperitivi per fare gruppo e coesione. Tutto questo poi lo ritrovi in campo, ti senti in una famiglia e subito a tuo agio. Quindi chapeau al sindaco!". Ha evidenziato l'ex calciatore della Juventus.
Su Mancini ct all'Europeo: "Quando si è presentato per la prima volta da noi e ha detto che saremmo dovuti andare a vincere l'Europeo, noi ci siamo guardati e abbiamo pensato: 'Ma che c***o sta a dì questo? È matto?'. Poi ci ha coinvolto in questa cosa qua, giocavamo a memoria ed eravamo fratelli".
Poi su Vialli si emoziona: "Aveva una cura maniacale dell'umanità che ho visto a nessuno. Quando un giocatore nuovo che esordiva con la Nazionale, lui dopo la partita organizzava la riunione tecnica e consegnava il gagliardetto con il numero esatto di che giocatore sei della Nazionale, te lo dava davanti a tutti e ti diceva: 'Da oggi in poi tu sei un Azzurro per sempre, sei un fratello'".






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