Calzona tradito da due senatori. Da Barcellona c'è anche la "notizia" su Osimhen
L'analisi a freddo di quanto avvenuto ieri sera tra Barcellona e Napoli. Alcune scelte di Calzona non sono sembrate inappuntabili.

In una serata nata male, il Napoli esce dall'Europa di Champions League e dice addio definitivamente anche alla possibilità di partecipare al Mondiale per Club che sarà appannaggio della Juventus. Dopo la partenza anche stavolta shock, con i primi 20 minuti in cui si è temuta un'imbarcata con il Barca che arrembava forte di un pressing asfissiante e di una linea difensiva altissima, il Napoli è riuscito a prendere gol, il secondo, praticamente in contropiede senza alcuna marcatura preventiva. Nonostante la partenza ad handicap gli uomini di Calzona hanno messo sul campo una reazione da grande squadra. Mano a mano che trascorrevano i minuti Lobotka saliva in cattedra e il Napoli saliva guadagnando campo e mettendo in campo la sua qualità fino ad arrivare al gol di Rrahmani in una azione che ha ricordato nella dinamica il gol realizzato a Reggio Emilia con il Sassuolo proprio dal centrale azzurro.
Il gol subito ha provocato come primo effetto un abbassamento del Barcellona, che ha preso paura ancor più qualche minuto prima del riposo quando Di Lorenzo, perfettamente imbeccato da un ottimo Mario Rui, di testa ha dato la possibilità a Ter Stegen di sfoderare un colpo di reni decisivo per evitare il pareggio del capitano. La fase di predominio della squadra di Calzona, iniziata alla mezz'ora, è continuata anche ad inizio ripresa con Kvratskhelia che dal limite ha sfiorato il palo con un tiro a giro e subito dopo Osimhen si è visto negare da arbitro e VAR ( direzione di gara che in generale non ha convinto con 16 falli a favore dei catalani e solo 7 per il Napoli) un rigore per fallo di Cubarsì, altro predestinato, in area di rigore sul nigeriano. Inspiegabile il non intervento dalla sala Var in questo caso.
La verve del Napoli è andata poi via via scemando subito dopo i primi cambi con l'uscita di Politano per Lindstrom, quella di Traorè per Raspadori e quella di Olivera per Mario Rui. Ecco questi tre cambi hanno portato minusvalore alla causa azzurra. Se Lindstrom ha divorato una palla gol clamorosa solo davanti all'estremo difensore catalano graziato dal colpo di testa a lato del danese, Raspadori non ha inciso, mentre viene da chiedersi cosa stia accadendo a Olivera dal momento che dal suo ingresso in campo l'uruguaiano ha collezionato da subito una ammonizione per fallo su Yamal, ma che soprattutto ha sofferto tantissimo il giovane talentino spagnolo e si è visto saltato ripetutamente in dribbling. La traversa colpita a risultato ormai acquisito non può servire a salvarne la prestazione arricchita purtroppo anche da una serie di errori nei passaggi e nelle letture.
In generale va detto che Calzona è stato "tradito" proprio nella serata più importante dai senatori Anguissa, impreciso e arruffone, e Di Lorenzo, parso sempre in difficoltà nella fase difensiva e mal posizionato con la postura del corpo come in occasione del gol propiziato dall'azione di Raphinha.
La notizia della serata di ieri è però la prova deludente di Victor Osimhen, atteso ad una prova di spessore e di sostanza ma che nella serata più importante della stagione ha fallito clamorosamente la prova. Nel primo tempo è finito per ben 4 volte in fuorigioco, quando la linea altissima dei blaugrana poteva essere punita con un po' di attenzione in più nel movimento di attacco alla profondità; sempre dominato dai 2 centrali catalani, nel gioco aereo dall'imponente Araujo, negli spazi dal ragazzino Cubarsì, elemento di straordinario talento sia nei fondamentali di difesa che soprattutto nell'impostazione del gioco, qualità che lasciano immaginare per lui un futuro anche da centrocampista di grande qualità. Lo si è visto solo in occasione del fallo da rigore non sanzionato dall'arbitro, per il resto davvero deludente la prestazione del centravanti nigeriano.
L'amaro in bocca resta per un turno che era alla fine possibile superare con un po' di attenzione in più in fase difensiva, ma soprattutto senza i tanti errori in mezzo al campo e davanti al portiere, a maggior ragione che il Barca visto tra andata e ritorno non è parsa squadra insuperabile e anzi alquanto vulnerabile specie nella fase difensiva, una fragilità che andava punita dal Napoli che però ha smarrito nella serata del Montjuic la sua freccia nigeriana.
Ora non resta che mettere testa al campionato e cercare di disputare le ultime 10 gare della stagione con dignità e possibilmente con una striscia di risultati senza più guardare alla classifica ma pensando gara per gara.







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