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Napoli-Roma, probabili formazioni e analisi tattica. Traorè torna titolare

Probabili formazioni e analisi tattica di Napoli-Roma, gara valida per la 34esima giornata del campionato di Serie A 2023-2024. Si gioca allo stadio Diego Armando Maradona.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

27/04/2024 18:11 - Campionato
Napoli-Roma, probabili formazioni e analisi tattica. Traorè torna titolare

Stadio Maradona, ci risiamo: il cosiddetto "Derby del Sud" rappresenta l'ennesima sfida-verità per Calzona e per il Napoli ex Campione d'Italia  contro la Roma di De Rossi, due compagini che vivono stati mentali diametralmente opposti, con i giallorossi rinati grazie alla cura mentale e tattica di "Capitan Futuro" e i partenopei piombati nel baratro di una schizofrenia tecnico-tattica e di una depressione agonistica di difficile interpretazione. Una gara da giocare a viso aperto da entrambe le parti vista l'importanza capitale per la corsa alla qualificazione Champions per i capitolini e per alimentare una fiammella di speranza europea per la compagine del Presidente De Laurentiis.


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COME CI ARRIVA IL NAPOLI. Il Napoli arriva a questa sfida con tantissimi rimpianti per i punti lasciati sanguinosamente per strada specie nelle due ultime partite che hanno visto appena un punto guadagnato in casa con il Frosinone dopo aver sperperato l'impossibile in zona di finalizzazione e addirittura una sconfitta in quel di Empoli al termine di una prestazione da consegnare ai posteri come peggiore esibizione del Napoli dell'era De Laurentiis. Se, come da ragionevoli previsioni, il Napoli avesse fatto il proprio dovere in queste gare portando anche solo 4 punti in classifica, staremmo parlando di un autentico spareggio per la lotta al quinto e sesto posto in classifica. Ma da qualche partita, fatta eccezione per l'illusorio secondo tempo di Monza, la squadra di Calzona fa molta fatica a concretizzare la produzione offensiva e al tempo stesso continua a denotare una sostanziale fragilità in fase difensiva che ha avuto quale primaria conseguenza la costante dei gol subiti in ogni partita nella gestione-Calzona registrando tra campionato e coppa 11 gare di fila senza mai un cleansheet, ma le gare  consecutive con rete violata sono addirittura 14. Dal punto di vista delle scelte del tecnico c'è molta curiosità viste le incolori prestazioni dei consueti undici a cui Calzona si è affidato in maniera praticamente monotòna da molte gare in qua. Poche sono le certezze, che riguardano Meret tra i pali, e Rrahmani come centrale di destra, mentre ci sono dubbi in merito al  difensore centrale che lo affiancherà con ballottaggio Juan Jesus-Ostigard-Natan  e alla fascia di sinistra con Olivera e Mario Rui, reduci l'uno da problemi fisici  e l'altro dalla squalifica, a giocarsi un posto con chance più o meno alla pari.  Anche in mezzo al campo la sola certezza è Lobotka, mentre dopo il forfait forzato di Zielinski vittima di un infortunio dell'ultim'ora, potrebbe esserci nella posizione di mezz'ala sinistra Traorè, e in quella di mezz'ala destra Anguissa,  che a dispetto delle ultime scialbe performance dovrebbe comunque avere la meglio su Cajuste. Sul fronte offensivo, data per certa la titolarità di Kvaratskhelia e di Osimhen nonostante le ultime prestazioni negative, a destra Politano dovrebbe  essere in ballottaggio con il più fresco Ngonge. Sebbene il tecnico partenopeo abbia avuto a sua disposizione per la terza settimana di fila la possibilità di lavorare appieno senza distrazioni, infortuni o impegni delle Nazionali, sarà  difficile vedere un cambio di sistema di gioco che potrebbe vedere coinvolti anche elementi come Raspadori e Lindstrom. Staremo a vedere se il tecnico che ormai ha lasciato intendere di non voler fare stravolgimenti tattici saprà per una volta sorprenderci.


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COME CI ARRIVA LA ROMA. La psicologia nel calcio ma nello sport in generale permette ad un atleta di migliorare la propria prestazione sportiva, affiancando allo sforzo fisico e al perfezionamento del gesto tecnico una serie di pratiche che lavorano sulla sua dimensione mentale ed emotiva, al fine di ottenere una migliore gestione sia dell’energia che dell’emotività durante una competizione sportiva. I mantra della psicologia dello sport sono motivazione, autostima, comprensione di comportamenti problematici all’interno della squadra. Ma anche lo sviluppo delle dinamiche di gruppo, della comunicazione e l’individuazione degli obiettivi. Tutti questi valori che nella Roma della stagione 23/24, si erano via via smarriti hanno in realtà acquisito nuova linfa in un freddo martedì di metà inverno, quando il board giallorosso ha deciso di rinnegare il progetto sportivo più emozionante degli ultimi anni, legato a José Mourinho, per abbracciare la sfida di Daniele De Rossi. A distanza di quasi tre mesi si può dire che l’ex  bandiera giallorossa abbia ridato un senso nuovo ed un colore vivo all’annata incolore che stava vivendo la Roma dello "special one". I numeri rendono alla perfezione il concetto visto che con José Mourinho in panchina, la Roma ha raccolto 29 punti in 20 partite, con 32 reti relaizzate e 24 subite e nono posto in classifica. Nelle tredici gare della gestione De Rossi invece i punti ottenuti sono stati 29, con 27 reti segnate a fronte delle 15 incassate, dati che valgono ai giallorossi il quinto posto in graduatoria. Ottimo il percorso anche in Europa, dove dopo aver annichilito il Brighton dello sponsorizzatissimo e bravo De Zerbi, ha eliminato il Milan nella sfida fratricida dei quarti di finale di Europa League. Pur partendo da cose essenzialmente semplici De Rossi ha fatto anche delle scelte più delicate e d’impatto. Una su tutte: la decisione di far accomodare in panchina Rui Patrício e di dare spazio a Mile Svilar. E poi c’è la comunicazione, il modo di  porsi in cui De Rossi ha dato autostima alla rosa dichirando a più riprese che «la Roma ha disposizione giocatori forti, che altri allenatori e altre società si sognano», un concetto che stride con l’ultimo Mourinho, il quale aveva più volte lasciato intendere che la rosa allestita in estate non fosse all’altezza delle aspettative, che stesse facendo il massimo con il materiale umano a disposizione. Daniele De Rossi è stato molto abile a rimettere la squadra al centro delle attenzioni mediatiche, ha ridato calma e serenità all’ambiente, unito nella rincorsa per i primi cinque posti senza più le inevitabili pressioni legate alla presenza a tratti ingombrante, di certo scenica e catalizzante di un allenatore con 26 trofei in bacheca. Nello stesso tempo ha azzerato le polemiche con gli arbitri, con gli allenatori, con i suoi stessi tifosi, con la Federazione, ha abbandonato la linea della guerra Roma contro resto del mondo per abbracciare una comunicazione più semplice. I capitolini dopo la battuta d'arresto casalinga dal notevole peso specifico nello scontro diretto contro il Bologna, erano attesi ad una reazione nei difficili 20 minuti di recupero a Udine dove all'ultimo respiro hanno trovato i tre punti di vitale importanza che la portano a Fuorigrotta con la serenità necessaria per affrontare la terza gara in una settimana. Ma vediamo cosa è cambiato all’atto pratico; intanto l'arrivo a gennaio di Angelino dal Galatasaray, via Lipsia, un terzino sinistro puro in una rosa che contava Spinazzola e Zalewski, due “ibridi” del ruolo, più centrocampisti che difensori. Da subito la nuova gestione tacnica ha varato la difesa a 4 con il 4-3-3 che ha  riportato il capitano Pellegrini nella sua posizione classica da mezz’ala con licenza di attaccare, ed è così che ha già raggiunto quota sette gol e tre assist in meno di tre mesi; Paredes ha finalmente la possibilità di giocare in verticale, di muovere la palla da vero playmaker, aiutato dal lavoro di copertura del solito prezioso Cristante. Proprio il rispolvero di una certa verticalità sta facendo le fortune di El Shaarawy e, soprattutto, di Dybala: il primo, l’unica vera ala sinistra  nell’organico della Roma, giocando finalmente nel suo ruolo e non da quinto di centrocampo, riesce a essere molto più lucido nei duelli individuali, in fase di rifinitura e di finalizzazione, ma al tempo stesso è il vero equilibratore della squadra; è a lui che De Rossi affida compiti tattici molto impegnativi e che richiedono notevole applicazione e spirito di sacrificio. Anche Dybala partendo largo, sta facendo molto meglio rispetto al recente passato: niente più posizioni intermedie da cercare tra le linee, niente più palloni da andare a prendersi fino a centrocampo e più inserimenti fronte alla porta, non a caso, viene da dire, contro il Torino è arrivata la prima tripletta in carriera. Muovendosi da esterno offensivo, per quanto atipico, Dybala ha la possibilità di puntare l’uomo in maniera costante, di accentrarsi portando palla sul suo piede forte, di valutare se andare per il cross o per il tiro in porta. In pratica, sta godendo di una libertà tattica che non si vedeva forse dai tempi del Palermo. Ecco la rivoluzione delle cose semplici di De Rossi: mettere ogni giocatore nel suo ruolo preferito, gestire il possesso palla – e quindi la partita – attaccare tutti insieme e difendere tutti insieme, con intensità. De Rossi ha implementato non solo un modo di giocare più propositivo, ma anche almeno un altro modulo, alternando il 4-3-3 e il 3-5-2 indifferentemente, a seconda dell’avversario che ha di fronte. Indovinare sistema di gioco e formazione risulta quanto mai arduo proprio alla luce di questa capacità camaleontica del tecnico di Ostia, che dovrà rinunciare agli squalificati Llorente e Paredes, mentre si cercherà il recupero di Lukaku almeno per la panchina e soprattutto quello del ritrovato Smalling alle prese con un fastidioso risentimento muscolare all'adduttore destro che pongono un serio dubbio sul suo impiego a Napoli. Buone notizie invece giungono  su Ndicka, totalmente recuperato. Con molta probabilità De Rossi si affiderà a un 1-4-3-2-1, in cui Svilar difenderà ancora i pali, nella difesa a 4 sarà ballottaggio a destra tra Karsdorp e Celik con quest'ultimo in vantaggio, al centro Mancini avrà come compagno Huijsen in ballottaggio con Ndicka, e a sinistra Spinazzola potrebbe avere la meglio rispetto a Angelino in virtù della maggior stazza fisica; a centrocampo scelte quasi obbligate con Bove a destra Cristante al centro e Pellegrini in posizione di mezz'ala sinistra; in avanti Dybala in posizione di mezzo destro e El Shaarawy in quella di mezzo sinistro saranno a sostegno dell'unica punta che al momento sembrerebbe dover essere Abraham, ma che potrebbe vedere un  recupero in extremis di Lukaku, con Azmoun a fare da terza possibile scelta.

PROBABILI FORMAZIONI

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NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Traorè; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. All. Calzona.

ROMA (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, Hujsen, Spinazzola; Bove, Cristante, Pellegrini; Dybala, Abraham, El Shaarawy. All. De Rossi.

LE POSSIBILI CHIAVI TATTICHE

Il Napoli si troverà a dover fronteggiare una fase difensiva classica dei giallorossi con disposizione 4-1-4-1 che farà molta densità nella fase difensiva grazie allo spirito di sacrificio acquisito dai suoi elementi; per questo motivo fondamentale sarà utilizzare il campo in ampiezza per creare degli spazi per gli inserimenti delle mezze ali, in particolare di Traorè, ma attenzione anche alla variante tattica in inserimento nell'halfspace di destra di Rrhamani, giocata che potrebbe sorprendere la squadra ospite, come vediamo nella lavagna tattica che segue.

La Roma ha dalla sua parte la possibilità di attentare alla conclamata fragilità  difensiva dei partenopei con il suo classico attacco 2-3-4-1, in cui lascia i soli due centrali Mancini e Huijsen in marcatura preventiva su Osimhen, Cristante a fare da supporto alla manovra spesso orchestrata dalle due mezzali che vengono dentro il campo, Bove e soprattutto Capitan Pellegrini, tutto mentre a supporto di Abraham si dispongono ben quattro romanisti, sui lati Celik e Spinazzola in massima ampiezza, mentre in zona trequarti da mezzo destro Dybala e da mezzo sinistro El Shaarawy, svariano alla ricerca dell'imbucata centrale o anche della conclusione diretta.

LE DUE SQUADRE AI RAGGI X

Dal punto di vista delle metriche relative alle tre fasi di gioco si affrontano due compagini per molti versi non lontane nei valori. I dati relativi alla fase offensiva evidenziano ancora una volta una maggiore produzione dei padroni di casa, primi per conclusioni verso la porta con 16,82 di media a gara contro i 12,18 degli ospiti undicesimi in questa classifica; migliori i dati del Napoli anche in tema di possesso in generale e nella trequarti a testimonianza della maggiore predilezione al palleggio dei partenopei e a una verticalizzazione più frequente dei capitolini. Il dato più pesante riguarda la percentuale di conversione in gol delle occasioni create che vede gli uomini di Calzona undicesimi con il 9,01% contro il 13,93% dei giallorossi, secondi in questa graduatoria soltanto all'Inter neo-campione d'Italia. Le metriche relative alla fase di transizione ci raccontano di un Napoli che prova più spesso della Roma a rientrare in possesso del pallone con valori di PPDA, efficacia del gegenpressing e capacità di ostruzione della costruzione avversaria nettamente migliori rispetto agli ospiti.

Le note più dolenti per i partenopei vengono ancora una volta dal confronto dei dati  relativi alla fase difensiva. Se infatti il Napoli concede meno in termini di conclusioni verso la propria porta e in termini di difesa della propria area, tuttavia il problema sta anche qui nell'efficacia visto che tanto il dato relativo alla percentuale di parate di Meret (64,60%, diciottesimo) sia quello relativo ai cleansheets stagionali (appena 6, sedicesimo), sono puntualmente battuti dai dati della Roma, con Svilar al 68.40% di parate (quattordicesimo) e con 10 cleansheets (nona) 5 dei quali nella gestione De Rossi.

statistiche napoli roma

Infine segnaliamo una pillola statistica relativa a Stephan El Shaarawy, il quale ha segnato ben 5 reti delle sue ultime 6 gare di Serie A contro il Napoli al Diego  Armando Maradona: nell'era dei tre punti a vittoria, ossia dal 1994/95, nessun giocatore ha realizzato più reti in trasferta in questo stadio rispetto all'esterno romanista.


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. A fine anni '90 ha seguito da vicino prima la Primavera e la prima squadra del Napoli. Si occupa per AreaNapoli.it, tra l'altro, dell'analisi dell'avversario.

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