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Napoli, che ti succede? Le difficili scelte per uscire dalla tempesta

Il Napoli continua ad attraversare una stagione difficile, ma ora è arrivato il tempo di prendere decisioni forti e reagire in queste ultime 10 partite di campionato.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

14/03/2024 21:55 - Campionato
Napoli, che ti succede? Le difficili scelte per uscire dalla tempesta

Il Napoli esce dal Montjuic con le ossa rotte e con un ambiente che assomiglia sempre più ad una polveriera. Una Napoli che quasi sembra ridestarsi come da un sogno, quello di uno scudetto esaltante, che pare oggi sbiadito ricordo di un tempo quasi irreale. Napoli si sa, città fantastica, unica ed inimitabile ha in se insieme il seme della passione  e dell'entusiasmo portato ai massimi livelli e al tempo stesso una perversa vocazione all'autolesionismo, caratteristica che da sempre è appartenuta ai grandi geni in ogni campo, dalla musica all'arte alla letteratura allo sport. Una città totalmente caravaggesca, capace di vivere di forti contrasti tra furtive luci e latenti ombre.


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Sintesi ed espressione di una vita a sandwich tra 2 vulcani, di una realtà mediana, ecco cosa siamo noi napoletani, maestri del superlativo e quindi estranei per contraddizione alle vie di  mezzo, ostili a tutto ciò che separa l'uno dal novanta relegando in questo intervallo ciò che chiamiamo "pucundria". Ebbene, anche fare calcio a Napoli può costituire un percorso perverso alla stregua di una passeggiata per le vie di Partenope; e sì, perché passeggiare per le strade  di Napoli vuol dire tenere gli occhi alzati a scrutare il meraviglioso paesaggio e il lontano e misterioso quanto affascinante orizzonte, ma vuol dire anche di tanto in tanto abbassare lo sguardo a guardare bene dove metti i piedi per evitare le buche di una strada malridotta piuttosto che per eludere i maleodoranti ricordi lasciati sull'asfalto da improvvidi proprietari di incolpevoli cani che, seppur di razza, hanno i loro legittimi fisiologici bisogni. È parodia di vita una passeggiata per le strade di Napoli... vuol dire godere del bello che si pone avanti al tuo cammino ma senza mai lasciarti del tutto andare perché l'insidia è sempre dietro l'angolo e il bello può in un attimo divenire pessimo...


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Ecco spiegata la strana e per certi versi assurda parabola che vive la stagione calcistica partenopea. Una squadra, dicevano i più, straordinaria, che avrebbe aperto un ciclo, che seppur orfana di due pezzi importanti del magico puzzle tricolore, Spalletti e Kim, giocava a memoria al punto che, citando il Presidente, "poteva essere allenata da chiunque" per quanto era forte e identitaria. E invece oggi ci troviamo mestamente a parlare di una stagione rovinosa e fallimentare, in cui è stato sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare e forse anche di più, se oltre alle scelte tecniche mettiamo nel calderone anche la strategia di comunicazione della Società e la gestione dei rapporti con l'esterno. Ho aperto i giornali, metaforicamente parlando, e non si fa altro che raccontare del nuovo casting per l'allenatore, dei calciatori che sono già stati ceduti, di possibili altri fantomatici acquisti; aria di smobilitazione insomma, come peggio forse solo alla Lazio in questo momento storico.

Come sempre dunque manca un sano equilibrio, che porterebbe a pensare con un po' di sano buon senso che la stagione finora nefasta non è ancora terminata e non  è una minaccia, quanto una opportunità visto che peggio di così sarà difficile; che mancano 10 gare alla fine del Campionato e Calzona ha la possibilità di portare con sè in questo viaggio fuori dalla tempesta chi davvero se la sente; che ha la possibilità, seppur ridotta ulteriormente dai recenti risultati negativi di Lazio e Inter, di raggiungere un quinto posto che potrebbe significare qualificazione alla nuova Champions del prossimo anno; e ancora, che Calzona può giocarsi le carte per provare a guadagnarsi la conferma per il prossimo anno, ma deve farlo con lo stesso piglio con cui ha all'inizio impopolarmente tirato fuori dal campo il giocatore più talentuoso della rosa, Kvaratskhelia, per mettere in campo chi ha davvero voglia di prendersi la ribalta per queste 10 finali da giocarsi con il coltello tra i denti.

Anguissa, Di Lorenzo, Zienliski, Olivera e lo stesso Osimhen possono e anzi devono essere accantonati se il loro apporto deve essere quello deficitario visto finora; ferma restando la gratitudine per quello che hanno dato (ma anche preso) alla maglia, non è vietato far giocare Mazzocchi, Traorè, Mario Rui e Simeone.  Il tempo non è finito, è ancora possibile terminare la stagione almeno con un moto di orgoglio e perché no avendo ritrovata una identità smarrita nel corso della passeggiata, tra un  dribbling di troppo e una mancata rincorsa in difesa.


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. A fine anni '90 ha seguito da vicino prima la Primavera e la prima squadra del Napoli. Si occupa per AreaNapoli.it, tra l'altro, dell'analisi dell'avversario.

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