Napoli, c'era una volta l'abbraccio pre-partita. Segnale di un gruppo spaccato
Il rituale del Napoli dell'abbraccio, in gergo chiamato "huddle", non si ripete più da diverse partite, segnale chiaro di uno spogliatoio spaccato.

C'era una volta (sei mesi orsono e non sei anni fa) una squadra, il Napoli, che era tale prima ancora di andare in campo, un team di fratelli, uniti al grido di "dumasiana" memoria: "tutti per uno e uno per tutti". E c'era una volta un rituale che ha accompagnato la cavalcata verso il titolo la scorsa stagione, riproposto anche in questa annata nel tentativo tristemente fallito di dare una parvenza di continuità, almeno in questa rappresentazione simbolica di unità e di unione. Quell'abbraccio, in gergo chiamato "huddle", dall'inglese to huddle che vuol dire appunto stringersi, simboleggiava il legame viscerale non solo tra i calciatori protagonisti del gesto ma era esteso attraverso un virtuale cordone ombelicale a tutta la città che alla stregua di una mamma viveva con la squadra una empatia di straordinaria intensità.
Forte era la curiosità di noi osservatori di provare a scorgere chi di volta in volta, a parte il capitano, prendesse la parola per il breve discorso di incitamento prima della gara, così come inappagata la stessa curiosità nel provare ad immaginare cosa si dicessero in quegli istanti nella stretta di quell'iconica immagine che da sola alimentava energie positive e al tempo stesso costituiva chiaro messaggio di resilienza per gli avversari. Spesso sono i dettagli anche quelli più piccoli a valere più di rumors o spifferi di spogliatoio talvolta smentiti. Ebbene quell'huddle che non c'è più rappresenta una chiara esemplificazione della rottura ormai prolungata in atto in seno alla squadra, il cui rendimento fallimentare e la cui disarmante arrendevolezza in campo sono la traduzione di uno scollamento in atto già da un po'nello spogliatoio e tra squadra e Società.
Una Società che non commenta nemmeno più dal proprio sito istituzionale i risultati, un allenatore che da qualche settimana rilascia dichiarazioni che sibillinamente esternano un disimpegno dei calciatori nei confronti dell'applicazione e del sacrificio, un silenzio stampa che rappresenta l'ultima chiara resa da parte della stessa Società del Presidente Aurelio De Laurentiis, naturale traduzione di quell'huddle che non c'è più e che dice tutto: dai calciatori che non hanno più voglia di stringersi l'un l'altro, al discorso di incitamento pre-gara che nessuno, incluso il capitano, ha più voglia di fare, all'assenza di collante tra Società, tecnico e squadra, che hanno come legittima conseguenza il distacco di una gente che ha dato tutto e che si sente tradita e offesa da un atteggiamento di resa che non riconosce come proprio e che rigetta fermamente con atteggiamento sempre votato al senso civico, ma con la voglia e il diritto di meritare qualcosa di profondamente diverso.






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