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Luci a San Siro, ma quattro big hanno deluso. xG più alto senza Raspadori

L'analisi a freddo di Inter-Napoli: la tattica, i numeri e le statistiche della gara di campionato che si è disputata domenica sera a San Siro.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

19/03/2024 18:14 - Campionato
Luci a San Siro, ma quattro big hanno deluso. xG più alto senza Raspadori

I ragazzi di Calzona tornano dalla trasferta di Milano con un punto in più in classifica, ma per il tecnico i punti da cui ripartire sono molti di più. Più luci che ombre dunque a San Siro, volendo parafrasare l'evergreen di Roberto Vecchioni, non tanto riguardo lo standing di alcune individualità che continuano a sottoperformare, quanto riguardo l'atteggiamento tattico e quello fisico. Se infatti risultano purtroppo ancora una volta confermate le osservazioni in merito allo stato di forma decisamente appannato di alcuni big (Di Lorenzo, Anguissa, Olivera e Raspadori su tutti), al punto da non fare nemmeno più notizia, va sottolineato come la squadra abbia provato, e da un  certo momento della gara anche con profitto, ad approcciare la gara con un disegno tattico coraggioso, così come avevamo auspicato nel piano tattico pubblicato nel pre-partita, ossia aggredendo alta la fase di costruzione dei nerazzurri essendo disposti a tollerare qualche rischio in più nel caso la pressione fosse stata aggirata dalla squadra di Inzaghi, come è accaduto più volte  nella prima mezz'ora di gioco, quando cioè i nerazzurri avevano ancora tonicità e verve atletica per andare in verticale portando, come segnalato anche in una delle nostre lavagne tattiche, i due quinti Darmian e Dimarco in posizione di terzo e quarto attaccante.


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Purtroppo proprio da una di queste situazioni è nato il gol del momentaneo vantaggio per l'Inter, con il solito recidivo errore in fase difensiva nella distribuzione degli uomini, ben 8 del Napoli in area a difendere, e l'abituale palla a rimorchio che diventa gol filtrando tra le gambe di Olivera davanti ad un incolpevole Meret, la cui ottima prova va debitamente evidenziata. Nel primo tempo in particolare Inzaghi ha tenuto Dimarco in posizione di ala sinistra, approfittando della scarsa presenza in copertura di Politano e del già segnalato mediocre stato di forma del Capitano del Napoli.


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Tuttavia, col passare dei minuti e probabilmente con le gambe dei nerazzurri che si facevano via via più pesanti per la fatica accumulata nei supplementari di Champions a Madrid (ricordiamo che oltretutto l'Inter ha giocato 24 ore dopo il  Napoli) la squadra di Calzona, specie dopo i tardivi accorgimenti tecnico-tattici apportati con le sostituzioni di un deficitario Olivera e di un Raspadori non pervenuto, ha acquisito campo e consapevolezza che hanno portato al pari e che, con un minimo di convinzione in più, avrebbero potuto fruttare anche i 3 punti.

Ecco, se una critica ci sentiamo di fare è relativa all'impiego di Raspadori in  una partita di questo genere. Era infatti risaputo che gli uomini di Inzaghi attuano un pressing difensivo molto fisico e ricorrono spesso al fallo tattico, anche ieri 19 falli commessi contro i soli 6 del Napoli. L'impiego di Raspadori, un calciatore che per sue caratteristiche tecniche e fisiche predilige avere palla tra i piedi e mai nello spazio dove non è dotato di progressione in profondità nè  di passo, ha consentito a Inzaghi di impostare una gara se vogliamo anche anomala rispetto ai propri standard, dati che emergono dall'analisi delle fasi di transizione pre gara e post gara. Nella tabella pre gara avevamo connotato l'undici interista come scarsamente votato alla pressione e alla riconquista immediata, tant'è che il PPDA (misura della pressione applicata in fase di non possesso) era pari a 12,88  contro il 10,99 del Napoli e che la GPE (valore che misura l'efficacia della pressione immediata portata in caso di perdita del possesso) era pari a 29,84 contro il 32,86  degli azzurri; ebbene Inzaghi, conscio di poterlo fare per la mancanza di Osimhen uomo  di profondità e per l'impiego non già di Simeone, elemento di certo più votato di Raspadori al lungo, ma del giocatore ex Sassuolo, ha ritenuto opportuno optare per una  filosofia di aggressione che ha portato a sovvertire questi parametri, i quali hanno  fatto registrare a fine contesa un PPDA di 9.5 per l'Inter e ben 24.2 per il Napoli,  e un GPE del 35% per i nerazzurri a fronte di un 11,10% per gli azzurri.

Non è un caso dunque se dal minuto 74 in poi, con l'ingresso di Mario Rui al posto di Olivera e di Simeone in luogo di Raspadori che ha chiuso con soli 24 tocchi (appena 7 nel primo tempo) la squadra di Calzona abbia guadagnato campo e sia cresciuta in pericolosità con il valore degli xG (gol attesi) che è cresciuto da 0.64 al valore finale pari a 1.38.

In generale, accanto ai dati positivi relativi ad alcuni singoli come la coppia centrale, il solito Lobotka e un Traorè in crescita progressiva, Politano e Kvatatskhelia che a lungo andare hanno comunque prodotto giocate di qualità, ciò che sarà piaciuto al tecnico partenopeo è certamente l'aver limitato e di molto la produzione offensiva dei nerazzurri, abituati a generare xG in media di 1.98 tenendola a 1.36, ma nello stesso tempo anche essere riusciti a costringere la squadra di casa a subire più di quanto subisce in media facendo registrare nel relativo dato degli xGA (gol attesi a sfavore) un valore pari a 1.38 ben più alto rispetto al valore medio dei nerazzurri pari a 0.74. Luci da cui ripartire per giocare, dopo la pausa delle Nazionali, la prossima finale in casa contro l'Atalanta di Gasperini.


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. A fine anni '90 ha seguito da vicino prima la Primavera e la prima squadra del Napoli. Si occupa per AreaNapoli.it, tra l'altro, dell'analisi dell'avversario.

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