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Il rispetto per chi paga per vedere uno spettacolo e la bugia bianca di Calzona

Napoli-Torino è stata continuamente interrotta dai giocatori granata, offerto ai tifosi uno spettacolo irrispettoso. Orsato non è stato in grado di dirigere in maniera oculata. Poi c'è da riflettere su alcune parole di Calzona.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

09/03/2024 15:19 - Campionato
Il rispetto per chi paga per vedere uno spettacolo e la bugia bianca di Calzona

Se dovessimo analizzare come da prassi la gara di ieri tra Napoli e Torino dovremmo inequivocabilmente concludere che i progressi della compagine partenopea in termini tattici ma anche se non soprattutto di atteggiamento e approccio alla gara sono chiari ed evidenti a occhio nudo e trovano conferma ampia nei dati di fine gara. Possesso palla totale e nella trequarti avversaria, baricentro, lunghezza della squadra, xG e xGA, calci d'angolo, conclusioni verso la porta e nello specchio...e potremmo continuare a lungo. Tutti dati che confermano un trend di crescita che continua sotto la guida di Calzona, il quale, come da lui stesso dichiarato in  conferenza post-partita, ha il grosso limite di non avere tempo sufficiente per sistemare tutte le cose che andrebbero corrette e sulle quali bisognerebbe lavorare.


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Iniziando, aggiungiamo noi, dal perfezionamento della linea difensiva (ieri comunque molto meglio), per continuare alla gestione dei calci d'angolo a favore, anche ieri 13 infruttuosi ma fonte da portare a capitalizzare anche con possibili schemi, per finire alla gestione dei calci da fermo e dei calci d'angolo a sfavore dove anche ieri il Napoli ancora una volta ha subito gol sia pure sugli sviluppi di uno sfortunato rimpallo in conseguenza del quale va detto che stavolta Meret non può avere alcuna responsabilità e questo piace sottolinearlo visto che siamo stati i primi a criticare l'estremo difensore partenopeo anche di recente quando lo abbiamo reputato opportuno. Ebbene ci sembra di poter avallare la tesi di Calzona relativa al poco tempo a disposizione nelle settimane di lavoro in cui capita di giocare 4 partite in 10 giorni, in relazione alle tante situazioni alle quali lavorare; ma questa ammissione costituisce di per sè indiretta conferma, laddove ve ne fosse ancora bisogno, che chi ha lavorato prima ha lavorato poco e male o meglio nel modo sbagliato. E questo vuol dire che probabilmente ci sarà da rammaricarsi non poco visto che, anche alla luce del pari sfortunato di ieri, la stagione potrebbe risultare ampiamente compromessa e il correttivo tecnico apportato dopo la sciagurata gestione-Mazzarri potrebbe essere stato tardivo.


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Se dunque i tifosi del Napoli in altre occasioni in cui bisognava vincere e non lo si è fatto hanno riservato ai calciatori fischi giustificati, ieri sera al termine di una gara che si è messa quasi da subito sui binari preferiti dai granata, ha riservato al direttore di gara, Sig. Orsato di Schio, cori di protesta e fischi, questi ultimi, aggiungo, meritati. 

E si perché, aldilà dei trascorsi ben conosciuti di questo signore nei riguardi del Napoli, trascorsi in virtù dei quali ci si chiede perché non si possa far richiesta di non essere più arbitrati da questo direttore di gara, la partita di ieri è sembrata a tratti una continua, crescente provocazione, con atteggiamenti in taluni momenti in cui qualche atleta azzurro ha accennato a qualche protesta, di quasi lesa maestà. Le migliaia di partite  di calcio alle quali posso dire di avere assistito mi hanno insegnato che c'è un confine talvolta labile tra supponenza e personalità, tra presunzione e autorevolezza. 

In una gara in cui c'è una squadra che, indipendentemente dal suo credo calcistico fatto di marcature asfissianti a tutto campo, di mani addosso e falli continui e sistematici, palesemente attua una condotta antisportiva sempre più evidente col passare dei minuti, con giocatori in terra per falli presunti o tali, per crampi, con rimesse dal fondo o peggio laterali dai tempi di esecuzione biblici, il direttore di gara dovrebbe agire da garante nei confronti dello sport, del lavoro che un allenatore svolge insieme alla sua squadra, ma anche nei confronti dello spettacolo che andrebbe sempre e comunque garantito a tutti coloro che hanno pagato un biglietto di ingresso allo stadio ma anche per la  platea nutrita di spettatori abbonati alla Pay Tv. Se dunque i calciatori del Torino hanno potuto esagerare nella loro condotta antisportiva è esclusiva responsabilità di chi lo ha permesso fino alla fine, minacciando loro un recupero sostanzioso che poi tale non è stato. 

E qui si apre un capitolo che va oltre la gara di ieri. Ci si chiede allora per quale motivo in altri campionati europei i minuti di recupero siano spesso in doppia cifra e spesso vengano addirittura riciclati nel caso in cui, come accade sovente, nei minuti di recupero si perda altro tempo. E ancora viene da chiedersi perché qualche tempo fa fu posto l'accento sulla novità, mutuata dagli ultimi mondiali in Qatar 2022, in relazione ai maxi recuperi, al punto che a meno di due settimane dall'inizio del campionato la classe arbitrale fu riunita con un raduno ad hoc a Cascia per la spiegazione delle nuove direttive della Commissione ai fischietti di serie A e B. Si parlò, tra l'altro, nel raduno della decisione di aumentare il tempo di recupero tra i 10 e i 13 minuti in più per ogni singola partita, seguendo appunto le indicazioni della FIFA dopo le prime sperimentazioni nei Mondiali. Perché oggi, dopo che all'inizio queste  direttive per alcune giornate furono seguite (tant'è che si assisteva a recuperi anche di 8 e 9 minuti per tempo) oggi sembrano svanite? E Orsato è stato forse esentato dal raduno di Cascia? Il rispetto per questo sport e per il pubblico al quale è destinato questo spettacolo andrebbe sempre e comunque salvaguardato.

Infine, a costo di essere ripetitivi, una notazione sulla bugia bianca di Calzona, il quale,  a domanda opportuna sulla prestazione di ieri di Zielinski ha risposto che ne era soddisfatto. La  prestazione del polacco ancora una volta è sotto gli occhi di tutti; insipiente, anonima e anzi in più occasioni nociva, senza dover citare i dati che parlerebbero di errori nei  passaggi, di chiusure tardive, di passaggi di 4 metri, di compitino elementare assolto, senza provare mai ad incidere, senza mai un passaggio chiave o anche un tentativo di passaggio illuminante che non fosse un tocchettino all'indietro in sicurezza. Ecco purtroppo che l'impressione che il Napoli sia vittima di una scelta sbagliata, dal momento che con l'esclusione di Dendoncker e di Demme (grave errore vista la cifra etica del professionista) e dopo le cessioni di Zerbin, Gaetano e soprattutto Elmas, il buon Calzona si trova a dover far buon viso a cattivo gioco gestendo i pochi pezzi rimasti a centrocampo cullando l'illusione e forse la speranza di un sussulto di professionalità del polacco... Potrebbe prendere esempio da Victor Osimhen, che in campo continua a dare l'anima e a momenti il corpo per la causa azzurra.


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. A fine anni '90 ha seguito da vicino prima la Primavera e la prima squadra del Napoli. Si occupa per AreaNapoli.it, tra l'altro, dell'analisi dell'avversario.

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