Fiorentina-Napoli, la firma di una squadra matura. Ma Hojlund è qui da una vita?
Vittoria convincente del Napoli contro la Fiorentina, gli azzurri hanno dimostrato lucidità, autorevolezzae compattezza.

Non è solo una questione di bel gioco, non è solo una notte di gloria, è la conferma di un’identità che cresce, si struttura, si impone. Il Napoli visto a Firenze non ha solo vinto. Ha dominato. Con lucidità, autorevolezza, compattezza. Con una rosa che, rispetto alla scorsa stagione, ha fatto uno scatto in avanti sul piano tecnico, mentale e tattico.
Il Napoli è un grande gruppo
Il merito? Di tutti. Ma soprattutto di chi è riuscito a costruire un gruppo dove ognuno sa cosa fare, quando farlo e perché farlo. E dove anche chi parte dietro nelle gerarchie, sa farsi trovare pronto. Hojlund ha impattato il campionato come se fosse qui da una vita. Primo gol alla prima da titolare, movimenti da attaccante moderno, intelligenza tattica, tecnica raffinata e senso della posizione. Il ragazzo non cerca la scena. Se la prende.
Beukema, in silenzio, ha aspettato il suo momento. E ora che è arrivato, non lo molla più. Dopo Bologna, anche in azzurro dimostra di poter essere un elemento affidabile, roccioso, concentrato. Uno di quelli che non fa rumore ma fa la differenza.
E poi c’è Kevin De Bruyne. Che dire. Quando tocca il pallone sembra accendersi una luce. Non è ancora al top, ma gioca a un’altra velocità mentale. Vede spazi che gli altri non vedono, anticipa letture, trasforma in semplice ciò che per altri è complicato. Un faro.
Il centrocampo del Napoli fa la differenza
Ma è il centrocampo, forse, la vera arma tattica di questo Napoli. Lo schieramento a quattro non dà riferimenti. McTominay è il solito motorino, capace di spezzare il gioco e poi presentarsi puntuale in area. Lobotka resta l’equilibratore silenzioso. E Anguissa, in serate come queste, è semplicemente straripante: forza fisica, conduzione, inserimenti.
Il Napoli gioca a memoria
Una squadra che gioca a memoria. Che soffre poco, e quando soffre lo fa insieme. Che non teme l’avversario, ma lo studia. Lo neutralizza. E poi lo punisce. Tra qualche giorno, la prova del nove: la corazzata Manchester City in Champions League. Ma questo Napoli non parte battuto. Non cerca alibi. Si presenta con la schiena dritta e la consapevolezza di potersela giocare.
E affrontare a testa alta una sfida del genere, indipendentemente dal risultato, è già segno di maturità. Di una squadra cresciuta. Di un’identità che non si costruisce in un giorno, ma che si riconosce nei momenti che contano.
L'aforisma
"Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la decisione che qualcosa è più importante della paura" (Ambrose Redmoon).
Perfetto per la sfida che attende il Napoli: rispetto per l’avversario, ma nessuna soggezione.






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