Antonio Conte: record, principi tattici e curiosità del nuovo tecnico del Napoli
Alla scoperta di Antonio Conte, tutto sul nuovo tecnico del Napoli. Gli inizi, la carriera, il proprio credo tattico e il possibile Napoli del futuro.

Ex juventino, eppure uomo del sud, perfezionista e maniacale, famelico e ambizioso, testardo e perseverante. Se volessimo descrivere Antonio Conte allenatore e prima ancora calciatore lo descriveremmo così. Personalmente non nascondiamo che, allorquando nacquero mesi orsono i rumors riguardo un suo possibile ingaggio, ritenemmo difficile il matrimonio, non tanto e non solo per le pretese economiche notoriamente importanti del tecnico pugliese, quanto per il suo carattere e per il suo spirito accentratore; insomma una sorta di De Laurentiis versione allenatore, nonché rappresentante della "juventinità" che fu, sinistramente apostrofata dal Presidente anche nel recente passato (ricordiamo il post-Giuntoli). Ma talvolta la chimica e la logica fanno strani scherzi e chissà dunque che proprio questa collisione non produca una sintesi virtuosa per quello che sarà il nuovo Napoli. Quasi come un destino prestabilito, il piccolo Conte da bambino ha iniziato a giocare nella Juventina Lecce, squadra di cui il padre Cosimino era sia proprietario che allenatore. Leggenda metropolitana o realtà, narra del suo acquisto da parte del Lecce per 8 palloni, tre dei quali pure sgonfi, più la bellezza di 200mila lire. Il fatto di avere avuto un padre severissimo e intransigente nella disciplina sportiva e non, ha prodotto come risultato un perfezionismo palesato già tra i banchi di scuola con un rendimento sempre altissimo e tanti 10 in pagella. Antonio era un ragazzino che spezzava le big bubble per farle durare di più senza dare importanza al fatto che poi non riuscisse a fare le bolle per la ridotta dimensione del chewing gum. Gli deve essere rimasto addosso il suo unico ritardo in uno dei suoi primi allenamenti col Lecce in seguito al quale l'allenatore lo fece correre scalzo. Di qui probabilmente la sua intolleranza verso la mancanza di rigore e professionalità. Quando gli dissero che l'avvocato Agnelli lo avrebbe trattato come un un figlio, a 22 anni non esitò a prepararsi le valigie per lasciare la calda Lecce e raggiungere la fredda Torino. Con la maglia dei bianconeri mostrò da subito le sue qualità di grinta e caparbietà, ma anche di intelligenza tattica e di mentalità vincente, affinando col tempo anche la sua vena realizzativa. La carriera bianconera di Conte da giocatore è costellata di successi, dai 5 Scudetti alla Coppa UEFA continuando con 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Supercoppa Europea.
LA CARRIERA DA ALLENATORE. Dopo il suo ritiro come calciatore, Conte iniziò come vice di Gigi De Canio al Siena nel 2005/06, diventando l'anno successivo allenatore dell'Arezzo in Serie B. Licenziato dopo un inizio negativo, fu nuovamente assunto come successore di Maurizio Sarri sfiorando la salvezza dopo che il club toscano era stato penalizzato di 6 punti per lo scandalo calcistico di quegli anni. Lasciato il club toscano, l'anno successivo si trasferì a Bari, dove portò i pugliesi alla promozione in massima serie, ma in seguito a divergenze con la dirigenza del club in merito alla pianificazione della rosa per la stagione successiva, fu licenziato. Dopo una breve esperienza con l'Atalanta dalla quale si dimise in seguito ad una sconfitta casalinga per 0 a 2 proprio ad opera del Napoli, nel 2010 approdò al Siena, subentrando ad Alberto Malesani e conquistando la promozione in serie A, risultato che gli valse l'anno successivo la panchina della Juventus del post-Del Neri. Nella sua prima stagione, la sua squadra vinse il titolo di campione italiano rimanendo imbattuta e arrivò in finale di Coppa Italia, dove venne sconfitta dal Napoli. Con i bianconeri Antonio diventa un leader e inizia a vincere. Fu in quegli anni che Pirlo arrivò a dichiarare: «E’ come se avesse due mogli, la sua e il calcio». Tuttavia nel maggio 2012 fu squalificato per 10 mesi per frode sportiva, squalifica poi ridotta a 4 mesi, cosicché nella stagione 2012/13, la sua Juventus difese con successo il titolo di campione, mentre in Champions League, venne eliminata ai quarti di finale dal Bayern Monaco. Dopo il terzo titolo consecutivo, il contratto di Conte con la Juventus venne risolto consensualmente il 15 luglio 2014 e subito dopo un mese iniziò l'avventura come allenatore della nazionale italiana che sotto la sua guida si qualificò anticipatamente per i Campionati Europei del 2016, ma venne poi eliminata dalla competizione nei quarti di finale dopo una battaglia ai rigori persa contro la Germania, che di fatto chiuse la sua avventura in Nazionale. La vetrina internazionale post-Europei gli valse l'ingaggio da parte del Chelsea nella stagione 2016/17, con un contratto fino al 2019, al posto di Guus Hiddink. La sua prima stagione fu un successo, con la squadra che si assicurò matematicamente il titolo di campione inglese tre giornate prima della fine della stagione. Nella stagione successiva il Chelsea pur vincendo la FA Cup non riuscì a qualificarsi per la Champions League, finendo al quinto posto e il contratto di Conte fu risolto nel luglio 2018. Era quella la stagione che vide Spalletti dimissionario dall'Inter la quale così ingaggiò Conte come suo successore. Siamo nella stagione 2019 quando il tecnico salentino porta l'Inter al secondo posto con 82 punti, un punto in meno rispetto alla Juventus campione. Eliminato in quella stagione dalla Coppa Italia in semifinale ancora una volta proprio dal Napoli che poi vinse quella edizione del trofeo e anche in Champions League dove non andò oltre la fase a gironi, nella fase a eliminazione diretta dell'UEFA Europa League perse solo in finale contro il FC Siviglia per 2-3. La riscossa avvenne nella stagione 2020/21, quando Conte si laureò campione d'Italia con l'Inter a quattro giornate dalla fine del campionato, interrompendo così la serie di vittorie della Juventus che era stata campione per 9 anni consecutivi. Tuttavia, alla fine della stagione di comune intesa col club Antonio Conte raggiunge un accordo per la risoluzione del contratto e nel novembre del 2021 inizia l'avventura con gli inglesi del Tottenham Hotspur che poco prima aveva sollevato Nuno Espírito Santo dai suoi compiti. Rilevata la guida con la squadra che si trovava al nono posto in classifica, con cinque punti di ritardo rispetto alle posizioni della Champions League, alla fine della stagione, gli Spurs di Conte hanno raggiunto la Champions League con un quarto posto. Ma nel marzo del 2023 Conte è stato licenziato a seguito di dichiarazioni critiche nei confronti del club e del suo proprietario. La sua carriera dalle esperienze variegate, fatta di contrasti, licenziamenti, dimissioni e risoluzioni consensuali dei rapporti racconta come siamo al cospetto di una personalità certamente forte e dalle accentuate spigolosità che lo rendono spesso antipatico e inviso ai più, ma che certamente ne hanno fatto un vincente che grazie alla sua maniacalità porta i suoi giocatori ai livelli massimi di resa. Il suo palmarès da allenatore parla da solo: 4 campionati italiani, 1 Premier League, 2 Supercoppe Italiane e 1 FA Cup. Poche soddisfazioni in Champions League lo estromettono probabilmente dalla considerazione dei grandi Club europei. Inoltre i dati statistici la dicono lunga in merito alle sue performance alla guida tecnica in Italia dove figura al primo posto per media punti ottenuti con 2,26 di media come mostra la grafica seguente.
Ma anche a livello assoluto Conte risulta tra i migliori tecnici con 1,98 punti di media frutto di 347 vittorie (58%), 134 pareggi (23%) e 113 sconfitte (19%), come mostrato dalle grafiche seguenti
COME GIOCANO LE SQUADRE DI CONTE. Le fortune di Conte come allenatore nascono dal sistema di gioco 1-4-2-4, un modello tattico storicamente inventato dalla grande Ungheria degli anni '50, perfezionato poi dalla Selecao brasiliana dei celebri Garrincha, Didì, Vavà e Pelè, guidato da Feola. Accantonato per evidenti limiti difensivi, è tornato a far capolinea in Italia a metà degli anni 2000 nel calcio minore. Il gioco di Antonio Conte prese spunto dalle idee di Antonio Toma e Giampiero Ventura che avevano adottato il sistema di gioco 1-4-2-4 al Pisa con risultati ottimi anche dal punto di vista dell'estetica del gioco, a tal punto che all’esordio da allenatore nell’Arezzo il tecnico leccese fece spesso viaggi in Salento, disquisendo di tattica con Toma e recandosi a Pisa a prendere appunti sul gioco di Giampiero Ventura. Fu così che, quando nella stagione 2008-2009 divenne allenatore del Bari, Conte ingaggiò come allenatore in seconda prima, e curatore della fase difensiva poi, Antonio Toma. Nacque un’intensa collaborazione che portò il Bari al ritorno in Serie A dopo molti anni. L'approccio di questo sistema prima di tutto non prevede il rinvio lungo del portiere, l’azione parte sempre dalla propria area di rigore, dove l’estremo difensore passa il pallone ai due difensori centrali, che iniziano l’azione e smistano subito la palla. La difesa, bloccatissima, è composta da due centrali e due terzini bloccati, spesso adattabili come centrali. Il centrocampo poi prevede due mediani a tutto campo, con un corridore e un giocatore più tecnico, che hanno il compito di effettuare rapide verticalizzazioni, o allargamenti veloci del gioco verso le due ali offensive. Le due ali spesso sono composte da un giocatore leggermente meno a trazione anteriore dell’altro, ma devono avere una grande capacità di resistenza e corsa, per tutta la partita. Infine i due attaccanti non sono semplici punte, ma giocatori che possono giocare palla a terra, spesso con uno-due veloci o veli improvvisi a favorire il secondo attaccante. In fase difensiva spesso le due punte pressano i difensori, ma il pressing e il contropiede sono altre due armi importanti di questo modulo di gioco. Col tempo Conte ha migliorato molto questa idea di gioco, spesso adattandola ad altri moduli, magari aggiungendo un uomo in più a centrocampo in un 4-3-3 oppure un 4-1-4-1. Nel corso della sua carriera Conte, dimostrando intelligenza e flessibilità tattica, ha adattato il sistema in un 1-3-5-2 che per anni è stato dipinto come suo marchio di fabbrica. In realtà siamo convinti e auspichiamo che questo periodo di stop sia servito al tecnico salentino per studiare le continue evoluzioni dei sistemi e dei principi di gioco e che, alla stregua di un suo illustre predecessore come Spalletti, possa perfezionare al Napoli un sistema flessibile e tuttavia più vicino al suo originario 1-4-2-4 che al 1-3-5-2. D'altronde nell'intervista recentemente rilasciata a Matt Law del "Daily Telegrah" gli indizi fanno pensare proprio ad un ritorno a 4 in difesa, in quello che potrebbe rappresentare un cambio di rotta quasi rivoluzionario dal momento che Conte ha utilizzato la difesa a tre praticamente ovunque abbia allenato, almeno da un certo punto della propria carriera, ricavandone successi alla Juventus, all'Inter, al Chelsea. Ma il Bari spettacolo del 2008/09, trionfatore in Serie B, viene ricordato ancor oggi non soltanto per la promozione nella massima serie, ma anche per il modo in cui giocava, con un 4-4-2 spregiudicato, leggibile in fase offensiva anche come un 4-2-4.
IPOTETICO NAPOLI DI CONTE
Oggi la possibilità di vedere Conte usare la difesa a quattro a Napoli pare concreta. Con un poco di fantasia e qualche nuovo potenziale acquisto, anche per gioco, vediamo di seguito come potrebbe essere il nuovo Napoli di Conte, augurandogli un in bocca al lupo per la sua nuova avventura all'ombra del Vesuvio.






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